Come fare per diventare fashion designer circolare
Una professione che unisce creatività, tecnologia e responsabilità ambientale

C’è una nuova figura che sta rivoluzionando il mondo della moda: il designer di moda circolare. Non si limita a creare abiti belli da vedere, ma progetta capi pensati per durare, essere riparati, riciclati o trasformati. Una professione che unisce creatività, tecnologia e responsabilità ambientale, nata dall’urgenza di ridurre lo spreco dell’industria tessile, tra le più inquinanti al mondo, rispondendo alla crescente richiesta di trasparenza da parte dei consumatori.
A differenza del fashion designer tradizionale, il designer circolare considera l’intero ciclo di vita del prodotto: dall’ideazione al reperimento delle materie prime, dalla produzione alle modalità di utilizzo, fino al riuso o al riciclo. Questo significa conoscere tessuti innovativi, tecniche di upcycling, modelli produttivi low waste e strumenti digitali come la prototipazione 3D o la blockchain per la tracciabilità.
Il nostro Paese si sta rapidamente adeguando alla richiesta di professionisti consapevoli. Tra le realtà formative più rilevanti:
- Politecnico di Milano – Design della Moda, che propone percorsi focalizzati su innovazione e sostenibilità dei materiali;
- IED – Istituto Europeo di Design, con corsi che integrano fashion design e nuove tecnologie responsabili;
- NABA (Nuova Accademia di Belle Arti), presente a Milano e Roma, dove master e lauree prevedono progetti reali con aziende del settore green;
- Università di Bologna – Campus di Rimini, con il corso in Culture e Tecniche della Moda che include laboratori su tessuti alternativi e riciclo;
- Accademia Costume & Moda di Roma, da sempre attenta alla sperimentazione e alla ricerca sui materiali.
Fuori dai confini nazionali il panorama è ancora più avanzato, con istituti che hanno fatto della moda circolare una vera missione:
- London College of Fashion, sede del celebre Centre for Sustainable Fashion;
- Parsons School of Design di New York, tra le prime ad attivare corsi in Sustainable Fashion;
- Amsterdam Fashion Institute (AMFI), dove sostenibilità e innovazione sono il cuore dei programmi didattici.
Le opportunità professionali sono numerose e in forte crescita. Un fashion designer circolare può lavorare in:
- brand di moda sostenibile o grandi maison che stanno aprendo reparti dedicati all’eco-design;
- start-up innovative, specializzate in tessuti riciclati, biomateriali o moda digitale (come capi in realtà aumentata e NFT fashion);
- consulenza alla sostenibilità, aiutando le aziende a ridurre sprechi e impatto ambientale;
- ricerca e sviluppo, collaborando con laboratori e produttori tessili per creare filati riciclabili o biodegradabili;
- imprenditoria, fondando un proprio brand etico o piattaforme di riuso e upcycling.
Diventare designer di moda circolare significa entrare in un settore in piena trasformazione, dove creatività e responsabilità avanzano di pari passo. Servono competenze tecniche, visione strategica e un forte spirito innovativo, ma soprattutto la volontà di ripensare la moda non solo come espressione estetica, ma come strumento di cambiamento.