Negli anni del boom, intere generazioni di contadini sono andate via dalla campagna lasciandosi alle spalle la vecchia zappa. Andavano via asciugandosi il sudore dalla fronte, con il sogno di trovare lavoro in città. Il settore agricolo oggi è invece uno di quelli più in grado di garantire un’occupazione solida.
L’agricoltura si conferma il settore che fa segnare il maggior aumento delle ore lavorate con un incremento record del 3,9% annuale, che risulta più del doppio di quello fatto registrare nei servizi (+1,6%) e il 50% in più di quello dell’industria (+2,6%). Ad evidenziarlo è l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2016, che conferma il trend positivo del settore primario.
Stiamo adesso assistendo ad un’inversione di tendenza con la nascita di nuove tecnologie e nuove startup di contadini sempre più alfabetizzati.
La terra continua a dare lavoro dopo che la fabbrica le aveva rubato le braccia migliori. Gli italiani stanno investendo soldi, tempo ed energia nei mestieri della terra, tant’è che l’agricoltura italiana è oggi tra le più “green” d’Europa, con il maggior numero di agricoltori biologici a livello europeo, attenta alla sicurezza alimentare e alla biodiversità, con numerose certificazioni alimentari che caratterizzano i prodotti a denominazioni di origine Dop/Igp, con una vasta rete di aziende agricole e i suoi mercati di vendita a chilometro zero e i numerosi agriturismi.
A 15 anni dall’approvazione della legge di orientamento per l’agricoltura n.228/2001, le campagne risultano completamente rivoluzionate. Le nuove idee imprenditoriali vanno lette in chiave innovativa. Questa rinnovata sensibilità ambientale spinge molti giovani ad occuparsi di attività sostenibili. C’è chi è impegnato a salvaguardare piante a rischio estinzione, chi dagli scarti recupera energia, chi dalla lana di pecora ricava pareti di bioedilizia o riveste i mobili con pale di fichi, chi realizza tabacchiere con la buccia di bergamotto, chi intarsia frutta e ortaggi. Ritornano di moda vecchie arti e mestieri come le filandaie che allevano il baco da seta, il canestraio e il carbonaio. L’elemento agreste, unito ad una buona dose d’inventiva crea possibilità di guadagno per i dottori della terra. Così sono nate nuove professioni nel settore agricolo tra cui l’agristilista, l’agritata, agriestetista, l’agriwedding planner.