Industry 4.0, stampante 3D, robotica, intelligenza artificiale, big data, biotecnologia, nanotecnologia e genetica, siamo nel cuore di quella che è stata definita
la quarta rivoluzione industriale.
Dopo aver vissuto, almeno sui libri di scuola, tre rivoluzioni industriali, quella dell’energia idroelettrica, quella dell’elettricità e della produzione di massa, della rivoluzione dell’automazione, dell’elettronica e dell’informatica, stiamo vivendo la quarta. Cambiano gli scenari futuri nella produzione di beni e servizi, nonché nei rapporti di produzione tra datore di lavoro e lavoratore.
Se negli anni passati i prezzi bassi con la manodopera a basso costo hanno invogliato molti imprenditori italiani a delocalizzare all’estero, soprattutto in Asia, oggi si comincia a registrare un’inversione di tendenza. Non si cerca più manodopera a basso costo ma si punta all’uso di robot e operai iperspecializzati. Questa è la rivoluzione industriale: un processo che porterà alla produzione del tutto automatizzata e interconnessa.
A chi teme una perdita di posti di lavoro, semplificando, si può rispondere che se qualcuno non produrrà più in qualità di manodopera a basso costo, qualcun altro controllerà le catene di produzione, le macchine, la loro manutenzione. Sarà l’utilizzo dei dati il vero strumento che creerà nuovo valore. I dati raccolti, analizzati, processati saranno usati per istruire le macchine. Infine, occorre trovare gli strumenti per produrre i beni. Dunque stampa 3D, robot, interazioni tra macchine. E naturalmente comunicare con le macchine con nuove interfacce e linguaggi.
Sarà dunque la digitalizzazione il comune denominatore della rivoluzionaria fabbrica 4.0. Il digitale sarà collegato a tutte le unità produttive dell’economia. Nella produzione non si potrà parlare più solo di IT (Information Tecnology), essendo entrati in scena sistemi complessi che interagiscono con la produzione e il mercato grazie all’uso costante della rete. In fabbrica sono entrati gli smart robot, raddoppiati già dal 2004, non solo per sostituire l’uomo ma con nuove funzioni e con nuove opportunità.
Si useranno sempre di più i big data, i dati aperti, da cui nasce un nuovo approccio al mercato e una nuova impostazione delle aziende. Il cloud computing aprirà strade inaspettate per stoccaggio, lettura, condivisione dei dati. Infine la nuova fabbrica si caratterizza per l’industrializzazione virtuale dove ogni processo viene prima simulato e controllato in virtuale; solo in un secondo momento si passa alla mappatura fisica. Da qui, attraverso le tecnologie digitali, passa il rinnovamento del capitalismo industriale permettendo la creazione di beni e servizi in modo innovativo e che oggi possiamo ancora solo immaginare.