Si parla tanto di Digital revolution che cambierà e sta già cambiando il nostro Paese: è una grande opportunità per la ripresa industriale, un'occasione che non possiamo perdere. Il mercato, del resto, non aspetta nessuno. Non è solo una questione di competenze, di nuove figure professionali altamente specializzate che devono essere formate per essere utili alle imprese, ma anche di strategie didattiche. L’industria è entrata nelle scuole con i percorsi di alternanza scuola-lavoro. Ma non basta, occorre una rivoluzione delle metodologie che deve facilitare il salto nella digitalizzazione. Per lavorare dell’immediato futuro, laddove l’additive manufacturing assume uno dei ruoli più importanti, occorrono anche nuove abilità che possono ascriversi alla sfera delle soft skills, e cioè capacità di lavorare in team, attitudine al problem solving, doti comunicative e relazionali, flessibilità sia come disponibilità agli spostamenti che in termini di orario di lavoro.
Il futuro lavoratore che andrà ad operare nel mondo della Stampa 3D (additive manufacturing) non ha nulla in comune con il vecchio operaio o ingegnere di fabbrica. Il suo profilo deve essere dotato di forti capacità critiche, incline ad assumersi responsabilità, capace di lavorare in gruppo. Deve essere una persona riflessiva e creativa. Doti che devono essere incoraggiate già sui banchi di scuola. A questo naturalmente si affiancano le competenze tecniche sempre più innovative, il cui insegnamento non può essere lasciato esclusivamente nelle mani dei docenti. Per raggiungere l’obiettivo, occorre anche il contributo delle imprese che devono offrire orientamenti didattici utili alle nuove competenze richieste.
La scuola 4.0 si serve di processi educativi che sono legati agli interessi immediati degli studenti proiettati a svolgere un lavoro per cui hanno già avuto un’adeguata formazione negli anni dell’istruzione. Nelle Università si sta delineando una nuova forma mentis dello studente 4.0 in relazione ai nuovi ambienti didattici volti a incoraggiare l'innovazione digitale. Dai display touch interattivi ai tablet, dalle telecamere con autotracking per la registrazione, agli e-book, alla stampa 3D, ai software online, alle lim (lavagne digitali) le nuove generazioni sono molto attente alla qualità degli strumenti offerti dalla didattica. Le Università, oggi, sono orientate a promuovere ambienti interattivi per favorire percorsi di apprendimento e nuovi modelli di insegnamento per lo sviluppo della conoscenza e delle idee con un approccio collaborativo rispetto alla didattica tradizionale. È la connessione il motore di questa rivoluzione, pertanto banda larga, wi fi, risorse di storage, tecnologie streaming diventano parte integrante di un’università a misura dei Millennials. In una società 4.0, un prodotto innovativo richiede tecnici e operai che abbiano nuove abilità per essere capaci di innovare in una prospettiva di totale automazione e interconnessione delle produzioni. Alle nuove competenze corrispondono quelle che potremmo definire le nuove professionalità dell’Industria 4.0 che, stando a un’analisi di Assolombarda in collaborazione con l’Università Bicocca, si suddividono in tre filoni: professioni che si occupano del trattamento e dell’analisi delle informazioni (big data, business intelligence), professioni relative alla progettazione di applicazioni associate ai nuovi media e ai social network e, infine, le professioni connesse all’automazione dei processi produttivi e logistici.
Scopri cosa significa produrre con una stampante 3D nella scheda seguente!