Le regole SEO sono state davvero soppiantate dai Big Data e dall'intelligenza artificiale?
Intelligenza artificiale e Big Data ma non solo, nel campo della SEO sono tante le novità che stanno cambiando una professione che un tempo era appannaggio di pochi informatici. Oggi, ogni azienda che voglia fare affari sul mercato ha necessità di avere un sito web che non sia solo una statica vetrina da menzionare sul proprio biglietto da visita. Per esserci sul mercato, è necessario essere trovati nel grande mare del web e dunque è essenziale conquistare i primi posti nella Serp (la pagina con i risultati relativa a una data chiave di ricerca) di Google, attualmente il maggiore motore di ricerca. Ma come riuscire in questa difficilissima impresa? Occorre affidarsi ai professionisti della SEO (acronimo di Search Engine Optimization), esperti del web marketing con competenze informatiche che si occupano per l’appunto dell’ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca.
Chi pratica questo mestiere deve masticare bene il linguaggio del web (html, Css etc) ma essere soprattutto attento alle tendenze social, il suo lavoro oggi non si riduce solo all’indicizzazione di un sito web sui motori di ricerca, non è solo una questione di parole chiave di cui, peraltro, già se ne occupano i temutissimi robot.
Per capire come si è evoluta questa professione dobbiamo partire dalla preistoria del web. Una volta c’erano i web designer che si occupavano soprattutto della grafica del sito web, il loro compito era essenzialmente curarne il make up, evoluzione di questa figura è lo Specialista SEO, colui che si occupava di ottimizzare il sito per trovare clienti, il suo compito era pensare ad aumentare gli accessi puntando sulle keywords. Oggi la professione si evolve ulteriormente. La SEO da sola non serve a molto, così nasce il Consulente di web marketing che oltre alla SEO si occupa di creare un blog, curare le call to action e raccogliere le e-mail degli utenti. Dunque, una volta condotte le persone sul proprio sito, bisogna usare le tecniche dell’inbound marketing, cominciare a raccogliere informazioni su di loro, sulle abitudini di navigazione, seguire le interazioni degli utenti con i contenuti del sito, con le e-mail delle aziende, notare come rispondono alle call to action. Questo consente al marketing di mandare i giusti input al commerciale che si troverà a gestire un contatto di cui conosce i problemi, gli interessi, le passioni e le abitudini.
Con l’inizio del 2017 si cominciano già a testare i nuovi trend che caratterizzano i cambiamenti per i motori di ricerca e per chi fa web marketing. Innanzitutto, si stabilizza le tendenza del 2016 per quanto riguarda la SEO e cioè la ricerca semantica, l’innovazione di Google Amp (l’acceleratore di pagine sul mobile), il Rank Brain di Google (il sistema di intelligenza artificiale dei motori di ricerca per acquisire conoscenze e produrre i risultati delle ricerche). La tendenza del 2017 è dunque sempre più legata all’indicizzazione via mobile dopo un ventennio in cui si preferiva il desktop di pc e notebook. Questo è un riflesso delle abitudini degli utenti che sono sempre più attivi su smarthphone e tablet piuttosto che su pc e tablet. Questa è la generazione del mobile che produrrà consumatori che adoperano per qualsiasi cosa solo lo smartphone o il tablet per qualsiasi azione. Si confermano trend assodati, come l’importanza dei contenuti di qualità a cui un sito web deve prestare tantissima importanza. La tendenza naturalmente la detta Google che preferisce contenuti originali, ben scritti ed interessanti con informazioni veritiere (il cosiddetto Google Panda). Si conferma anche per quest’anno la necessità di avere un profilo di backlinks pulito e naturale, il noto Google Penguin.