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Come aprire una scuola di musica (spiegato da chi lo ha fatto)

Le sette note fanno vivere emozioni, stimolano l’aggregazione, favoriscono la creatività. E creano posti di lavoro. La passione per la musica può essere, di fa…

14 gen 2019
4 minuti di lettura

Le sette note fanno vivere emozioni, stimolano l’aggregazione, favoriscono la creatività. E creano posti di lavoro. La passione per la musica può essere, di fatto, la base di partenza per aprire una propria attività dedicata all’apprendimento dell’arte dei suoni.

Da dove partire e quali accorgimenti avere ce lo spiega Davide Dose che, insieme ad altri giovani soci, ha realizzato il progetto Arte2o Music Academy. “È un’idea che prende forma da un’associazione, nata nel 2010, con altri colleghi di conservatorio. Abbiamo realizzato nel corso del tempo dei progetti di formazione presso le scuole di Roma. Il passo successivo è stato creare una nostra scuola di musica che è attiva dal 2017. Ovviamente ci piace la musica e volevamo offrire un supporto nella formazione musicale non solo a chi vuole diventare un professionista. Pensiamo che sia  fondamentale per tutti intraprendere un percorso di formazione artistica già dall’infanzia”.

Passiamo alla pratica. Ecco le risposte alle cinque domande che chi vuole aprire una scuola di musica deve porsi.

Che forma di impresa scegliere. Le associazioni culturali permettono di ridurre gli oneri e gli adempimenti iniziali ma bisogna documentare attentamente che si tratta di un’attività senza scopo di lucro, dove è prevalente la valenza ideologica e culturale di quanto viene svolto. Un’altra opzione è quella di costituire una cooperativa musicale. In questo caso, gli insegnanti saranno i soci e gli studenti i fruitori del servizio. Nella cooperativa la responsabilità dei soci è limitata al solo conferimento della quota di capitale sociale ed è prevalente lo scambio mutualistico che si concretizza anche attraverso l’instaurazione di un rapporto di lavoro.

Quali caratteristiche deve avere la location. “La scuola deve essere ampia e spaziosa – consiglia Davide -per poter lavorare in contemporanea. È preferibile avere almeno cinque sale ben insonorizzate per evitare problemi con il vicinato. L’ambiente deve essere curato e mettere a proprio agio chi viene a studiare”. Non da ultimo, bisogna valutare la zona in cui avviare l’attività, considerando la presenza di eventuali concorrenti e sfruttando il radicamento sul territorio che facilita il networking con la potenziale utenza.

Quali autorizzazioni chiedere. Come per ogni attività, è necessario confrontarsi con alcuni adempimenti burocratici: l’apertura della partita IVA, l’invio della SCIA al proprio Comune, l’iscrizione alla Camera di Commercio e agli altri enti (Agenzia delle Entrate, INAIL e INPS) attraverso la comunicazione unica d’impresa. Nel caso della scuola di musica, è necessario essere in regola anche con le autorizzazioni SIAE se si organizzano eventi pubblici o concerti.

Come selezionare i docenti. Davide ci conferma come la scelta del corpo docente sia l’aspetto centrale. “È l’insegnante che eroga il servizio, prestiamo quindi molto attenzione alla fase di selezione. Facciamo una ricerca dei curricula, poi, dei colloqui e delle lezioni simulate. La nostra scala di valutazione comprende diversi aspetti: la competenza e la bravura tecnica, il carattere, il carisma e la notorietà nell’ambiente. La valutazione però avviene anche col tempo. Vediamo il modo in cui si struttura il rapporto con gli allievi”. L’approccio didattico è la chiave del successo per una scuola di musica. Ci spiega Davide: “Facciamo sentire gli insegnanti parte di un progetto comune: condividiamo obiettivi, metodologie, spirito. Si impara a suonare suonando molto e in gruppo. Per questo organizziamo laboratori di “musica d’insieme” e eventi dal vivo. In un contesto del genere diventa fondamentale avere un team molto affiatato”.

Come farsi conoscere. Ecco alcuni suggerimenti di Davide sugli aspetti promozionali: parlare con il territorio su cui si è inseriti (scuole, biblioteche e centri culturali); stipulare convenzioni con i negozi di strumenti permettendo agli allievi di beneficiare di sconti; essere presenti sui social network strutturando la propria presenza in rete con una strategia di marketing ben precisa. “Visto come nasce il nostro progetto, puntiamo molto sull’organizzazione di concerti e eventi. C’è un rapporto osmotico tra le diverse anime dell’associazione: facciamo conoscere le attività della scuola e al contempo arricchiamo il calendario delle iniziative”.

Intraprendere un’attività di questo tipo, è innanzitutto un modo per esprimere il proprio modo di concepire la musica. “Il claim del nostro progetto è La musica in chiave giusta – conclude Davide – e nasce proprio dal desiderio di superare le criticità legate all’insegnamento, attraverso una ricerca didattica sul giusto approccio. Vogliamo che ci sia sintonia tra insegnanti e studenti. Questo rapporto è alla base del successo per una scuola di musica. Anche se, per lanciarsi in un’esperienza del genere, non bisogna mai dimenticare due fattori: creatività e follia!”.

 

 

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