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La natura familiare delle imprese italiane, tra sviluppo e innovazione

In Italia le imprese a conduzione familiare sono circa il 90% del totale complessivo e arrivano a generare l’80% del Prodotto interno lordo

27 apr 2022
3 minuti di lettura

Esiste da sempre una caratteristica del tutto peculiare interna al sistema imprenditoriale italiano, un tratto distintivo che racconta lo sviluppo dell’impresa nel nostro territorio: la natura prettamente familiare delle aziende, un fenomeno che conosce una diffusione talmente ampia da coprire quasi l’intero spettro del mercato. Basta pensare che in Italia le imprese familiari sono circa il 90% del totale complessivo e arrivano a generare l’80% del Prodotto interno lordo, dando lavoro al 75% della popolazione.

Per immaginare concretamente il valore di questo dato, sarà sufficiente spiegare che nella tradizione anglosassone, invece, il fenomeno è ridotto fino a sei volto rispetto a quella italiana. Il risultato complessivo di questa tradizione è un segnale di forza, anche in epoca di crisi sanitaria. Secondo i dati raccolti dal XII Osservatorio Aub, infatti, le imprese familiari hanno resistito meglio alla pandemia: a livello di contesto, la crisi del 2020 ha mostrato un andamento segnato da un forte calo dei fatturati seguito da un secco rimbalzo e una crescita altrettanto rapida. Le aziende familiari, però, hanno avuto il merito di presentarsi all’appuntamento con una solidità patrimoniale nettamente migliore rispetto a dieci anni prima.

Le ripercussioni di un fenomeno così pervasivo sono diverse, e contengono ragioni di ottimismo per il futuro mescolate a ostacoli da superare; ostacoli, va da sé, affatto insormontabili. Per iniziare da questi ultimi, di certo uno dei problemi che porta con sé la natura familiare dell’industria italiana è dato dalla necessità di operare cambiamenti all’interno del management aziendale, in modo tale da offrire un adeguato rinnovamento generazionale. Del resto, per citare un altro dato, quasi il 90% delle imprese italiane ha un Ceo espressione stessa della famiglia di origine: un valore, anche questo, che è il più alto tra i paesi dell’Unione europea. Ed è chiaro che a volte questo ancoraggio così spiccato anche a livello di management può generare ostacoli allo sviluppo, tanto per una divaricazione crescente tra generazioni cresciute in contesti profondamente diversi e quanto per quella che a volte può essere rappresentata dall’inadeguatezza degli eredi, scelti più per criteri “ereditari” che autenticamente meritocratici. Si tratta, tuttavia, di un problema che è arginabile; del resto, è nell’interesse delle stesse aziende. Agevolare il passaggio di alcune operazioni a figure “esterne”, ma con skill più adeguate al compito, è la soluzione più facile.

D’altro canto, all’interno di un’impresa a gestione prevalentemente familiare sarà più facile che un manager possa riconoscersi nella visione aziendale, frutto di una mission autentica e di valori cresciuti proprio in seno all’azienda, in una sinergia profonda che consente di dare alla propria attività un significato profondo: caratteristica che è importante oggi ma lo sarà sempre di più in futuro. E proprio restando al tema legato al futuro, ad esempio, un recente studio condotto dal Centro Studi Tagliacarne – la fondazione che analizza il mondo delle piccole e medie imprese, dell'innovazione tecnologica – le imprese familiari sono più innovative e più green rispetto alle altre imprese.

Secondo l’analisi, nel dettaglio, il 18% delle aziende a proprietà familiare ha investito in tecnologie 4.0 tra il 2017 e il 2020, contro il 15% delle altre realtà produttive: investimenti che crescono quando la guida è affidata a manager esterni. Dobbiamo smettere di pensare che la proprietà familiare rappresenti un limite per le aziende – ha spiegato Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro studi – e questi dati lo dimostrano: se ben gestita una realtà che fa capo a una famiglia si rivela più dinamica». I motivi sono diversi, dalla conoscenza e dalla vicinanza al territorio che, per esempio, incidono sulla volontà di ridurre l’impatto ambientale delle produzioni. E secondo le proiezioni, i business familiari, continueranno a investire in sostenibilità anche dopo la crisi legata alla pandemia.

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