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30/09/2011
Come tenere a bada stress e burnout
Abbiamo tante volte affrontato la tematica “stress lavoro correlato”: una parola che descrive uno stato fisico e mentale come nessun’altra potrebbe fare, una s…

Abbiamo tante volte affrontato la tematica “stress lavoro correlato”: una parola che descrive uno stato fisico e mentale come nessun’altra potrebbe fare, una sorta di denominatore comune nella giornata lavorativa delle persone di tutto il mondo che non conosce né limiti territoriali né linguistici. Le variabili sono le cause e il modo di affrontarlo, ma l’accezione non è negativa: un lavoro stressante può essere anche fonte di stimolo e gratificazione. Da una recente ricerca condotta oltralpe, dalla Segreteria di Stato dell’Economia Svizzera, emerge chiaramente come tutti i lavoratori indichino nel buon comportamento dei propri superiori una possibile soluzione al problema dello stress lavoro-correlato. Analizzeremo oggi invece una forma di stress dove la risorsa interiore è l’unica a cui poter attingere. Anche in questo caso la parola utilizzata per definirlo ha fatto molta strada e comunemente si identifica con “burnout” uno stato di malessere emotivo, mentale e fisico provocato da un forte e prolungato stress di natura lavorativa e nella conciliazione tra lavoro e vita privata. Come stabilire il limite tra i due fenomeni? Quando è che l'equilibrio tra le energie dedicate al lavoro e quelle dedicate alla vita privata va in perdita?Stress vs Burnout Si parla di stress in connessione con il “troppo”: lavoro, pressioni, sforzi fisici e psicologici. Lo stress legato al lavoro si caratterizza per un forte coinvolgimento della persona nell’attività, tendenza all’iperattività, energia e conseguente stanchezza. Il burnout si associa invece al “non abbastanza”: stimoli, idee e motivazione. Nell’attività lavorativa si trasforma in noia, perdita della fiducia, disimpegno e una sensazione di vuoto. Tempi e modi Tra le cause del burnout non ci si può limitare a considerare la sfera lavorativa e i problemi di conciliazione con la vita privata, contribuiscono anche la personalità, il modo di vedere e affrontare le cose. Perfezionismo, ansie da prestazione e incapacità di delegare sono un terreno fertile per il manifestarsi del fenomeno. Il periodo di incubazione è molto lungo ma cogliendo sintomi e segnali in tempo è molto facile evitarlo. Fisicamente un costante senso di stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e cambiamenti nelle abitudini alimentari potrebbero essere un campanello d’allarme. Da lato emotivo disimpegno, emozioni vissute passivamente, rassegnazione e perdita di motivazione sono tipici, e si traducono in tendenza a procrastinare, isolamento, fuga dalle responsabilità e ritardi. Tutto questo sempre ricordando che lo spazio temporale è molto ampio, chi non ha mai procrastinato o ritardato una consegna? La luna storta e un silenzioso sfogo interiore sono all’ordine del giorno, solo quando lo stato è perenne possono prendere forma diverse ipotesi. Che cosa fare? Ai primi segnali è facile lavorare per ritornare a una situazione di equilibrio, piccoli accorgimenti nei ritmi quotidiani possono fare grandi cose. Sarà consigliabile: iniziare la giornata con un rituale di rilassamento, adottare abitudini più salutari in materia di sonno, alimentazione ed esercizio, mettere dei paletti (a tempi e obiettivi), prendere un break quotidiano, nutrire il lato creativo in noi e imparare a controllare lo stress. Soluzioni Qualora i segnali non fossero stati colti in tempo è sempre possibile uscirne tramite: un rallentamento dei ritmi, la ricerca di un supporto in amici/famiglia o in una persona con cui condividere sensazioni e sentimenti e infine prendere in considerazione l’idea di rivalutare obiettivi e priorità. Avete già sentito parlare di burnout? Conoscete il fenomeno? Quali sono le vostre abitudini e rituali per lavorare su voi stessi?