Anche i vecchi mestieri guardano al digitale

Crescono i casi in cui professioni e saperi di una volta rinascono e trovano nuovi spazi grazie all'incontro con le tecnologie

6 apr 2023
3 minuti di lettura

Tra i ricordi che ogni tanto tornano alla memoria c'è sicuramente il lavoro a maglia, che arricchiva con un tocco artistico la necessità di realizzare abiti per l'inverno o di arrotondare un poco il reddito familiare. Oppure ci sono i movimenti rapidi degli impagliatori, tramandati di generazione in generazione ed esibiti fuori dalle piccole botteghe nelle vie dei paesini. I cosiddetti mestieri di una volta, col loro collocarsi al crocevia tra tecnica, esperienza ed arte, ci appaiono ormai più come memoria e racconto che come professioni vere e proprie: simboli di epoche ormai trascorse e di ritmi assai diversi da quelli attuali, scanditi dall'innovazione tecnologica.

Eppure non è così: a ben guardare, crescono i casi in cui proprio l'incontro col digitale diventa la chiave per dare una nuova vita alle professioni antiche. Un fenomeno che non è sfuggito alla Florida University of Florence, che ha deciso di convocare le fondatrici della piattaforma BettaKnit per un intervento all'interno del corso di Social Marketing.

Caso emblematico, quello di questa startup fiorentina, nata dalla passione per il lavoro a maglia di Barbara, Elisabetta e Federica Fani: tre sorelle che, forti di una famiglia con una forte tradizione tessile, hanno dato vita a una piattaforma di e-commerce che si è poi evoluta in una vera e propria community, che nel primo anno di vita ha fatturato oltre 460mila euro e che ha portato i propri utenti anche ad aprire ulteriori spazi per vendere online i prodotti realizzati.

E se BettaKnit ha esplorato la direzione della comunità online e dell'e-commerce, non mancano altre esperienze di connubi virtuosi tra tradizione e universo digitale. Gli studenti dell’ITS Maker di Bologna, ad esempio, hanno lavorato con l'Officina Dario Pegoretti nell'ambito dello spin-off Upskill 4.0 dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, per creare un caschetto in grado di insegnare i segreti delle saldature per biciclette ai nuovi dipendenti dell'azienda, usando la realtà aumentata.

Nell'ambito dello stesso progetto, poi, su può citare l'ITS Mita di Firenze, che con l'azienda Progetto Quid ha utilizzato la realtà virtuale per valorizzare i tessuti rimasti invenduti nei magazzini delle case di moda.

Esempi tra i tanti che mostrano tuttavia come il concetto chiave possa essere la "nuova vita" non solo di oggetti, materiali e saperi tradizionali, ma anche dei mestieri stessi, trasportati così dalle foto d'epoca agli schermi interattivi del mondo digitale.

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