Anno sabbatico: opportunità o perdita di tempo?
Prendersi un po’ di tempo per riflettere ha i suoi pro e contro, ma è certamente un’idea che attrae molti giovani italiani ancora indecisi sul proprio futuro
Secondo un’indagine di Inapp, il 73% dei ragazzi non ha ancora idee chiare su quale carriera intraprendere o quali competenze sviluppare. Prendersi del tempo, anche solo qualche mese, per sperimentare esperienze diverse da un percorso già definito può essere fondamentale.
«Da esperta nella selezione del personale, credo che sia una scelta molto intelligente – afferma Silvia Corani, responsabile commerciale di una piattaforma HR tec –. Recentemente ho consigliato un “gap year” (anno sabbatico, ovvero un periodo di pausa) a una studentessa incerta sul suo percorso universitario. Le ho suggerito di lasciare l’università, lavorare all’estero per un semestre e migliorare il suo inglese. Così, è volata in Australia per sei mesi e ora lavora felicemente nel settore dell'ospitalità, arricchendo le sue competenze e la sua consapevolezza». Corani racconta anche la sua esperienza personale di anno sabbatico: «Ho vissuto all'estero, studiando spagnolo e inglese, e ho acquisito una consapevolezza interculturale che mi ha aiutato nei successivi incarichi con team internazionali».
La percezione dell’anno sabbatico, tuttavia, è diversa sul pianto internazionale. Ha fatto scalpore quando fu annunciata questa scelta da Malia Obama, figlia dell’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ci si interrogava, quindi, già nel 2016 sull’efficacia di un periodo di riflessione. Negli Stati Uniti, è visto come un rischio per la carriera, e anche in alcune zone dell'Asia può essere stigmatizzato. Di contro, se si guarda a Paesi come la Svezia, il congedo sabbatico è incoraggiato, poiché considerato un investimento sulla persona, come anche in Danimarca, dove l'equilibrio tra vita e lavoro è una priorità. Di fatto, il cambiamento è in corso e sta lentamente guadagnando terreno.
E in Italia?
La legge non disciplina uniformemente l’anno sabbatico che dipende dai contratti collettivi nazionali o dagli accordi tra datori di lavoro e dipendenti. Alcune aziende stanno sperimentando programmi che includono congedi sabbatici retribuiti per migliorare l'equilibrio vita-lavoro, soprattutto data la crescente domanda e il dilagarsi di questa scelta.
Secondo uno studio condotto da Skuola.net con Elis, il 16% degli studenti italiani si prende una pausa dopo il diploma per riflettere sul futuro. Il 30% dei giovani fa questa scelta per cercare esperienze al di fuori del tradizionale percorso studio-lavoro, mentre il 28% per evitare scelte sbagliate.
Si può dire che l’anno sabbatico non sia semplicemente un periodo di stop, ma una chance per riflettere e crescere. Come trasferirsi all’estero per un anno ad esempio, lavorando come tirocinante, per esplorare nuove opportunità, scoprendo nuovi settori di interesse.
Un dato interessante che sta emergendo riguarda la scelta “tardiva” o ripetuta negli anni di un periodo sabbatico. Infatti, anche chi ha già intrapreso una carriera può decidere di fermarsi e riconsiderare il proprio percorso professionale e formativo. Riccardo Caserini, senior account director di LinkedIn, racconta di aver deciso di prendere due periodi sabbatici, uno a 27 anni, per trasferirsi a San Diego, e uno a 30, per un viaggio intorno al mondo. «Non stavo scappando, ma volevo fare dei cambiamenti nella mia vita». La difficoltà di tornare alla vita di prima non l’ha fermato: «All'inizio, le mie scelte non erano comprese, ma sono stato fortunato a lavorare in aziende internazionali che valorizzavano esperienze del genere».
Ogni due o tre anni, per molti, è utile prendersi un periodo di pausa per riflettere, una strategia per rinnovarsi e riflettere sulla propria vita.
In definitiva, prendersi una pausa dal lavoro o dallo studio non significa fermarsi, ma crescere, tutto sta nell’affrontarlo in modo produttivo e rigenerante, senza che abbia ripercussioni sul proprio futuro e il ritorno alla vita di tutti i giorni. È innegabile il suo essere trasformativo, sia per un giovane che per una persona adulta, e può aprire a nuove opportunità, se affrontato con consapevolezza.