European Digital Identity Wallet: verso l’unità digitale europea
Un documento disponibile per qualsiasi cittadino, residente o impresa dell'UE che intenda utilizzarla, da poter utilizzare ampiamente per identificarsi o dimos…
Un documento disponibile per qualsiasi cittadino, residente o impresa dell'UE che intenda utilizzarla, da poter utilizzare ampiamente per identificarsi o dimostrare determinate informazioni personali, per poter accedere a servizi digitali pubblici e privati in tutta l'UE. Sono queste alcune delle linee guida del progetto della Commissione europea legato all'European digital identity wallet: la nuova frontiera dell’Europa in direzione di un sistema digitale unito.
In questo senso, il 3 giugno scorso la Commissione europea ha presentato una proposta di Regolamento relativo alla creazione di un framework per una Identità Digitale Europea: la nuova proposta andrebbe a modificare il Regolamento eIDAS attualmente vigente (Regolamento EU 910/2014) introducendo, fra le altre, un sistema informatico per la raccolta unificata di informazioni e documenti che i cittadini europei e i residenti nell’Unione europea possano utilizzare per effettuare l’autenticazione quando usufruiscono di servizi digitali pubblici e privati.
Il programma della Commissione, in particolare, ha l'ambizioso obiettivo di raggiungere soluzioni di identificazione elettronica governative introdotte finora dagli stati membri (come Spid in Italia) all’attestazione digitale di altri attributi personali, e quindi di offrire agli utenti la possibilità di scegliere autonomamente quali aspetti della loro identità, dati e certificati condividere con terzi, conservando anche traccia di tutte le interazioni. "Ogni volta che una app o un sito web ci chiede di creare una nuova identità digitale o di accedere facilmente tramite una grande piattaforma, non abbiamo idea di cosa ne sia veramente dei nostri dati. Per questo motivo, la Commissione proporrà presto un'identità digitale europea sicura. Qualcosa di affidabile, che ogni cittadino potrà usare ovunque in Europa per fare qualsiasi cosa, da pagare le tasse a prendere a noleggio una bicicletta. Una tecnologia che ci consenta di controllare in prima persona quali dati vengono utilizzati e come", ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Per ottenere un approccio uniforme, la proposta presentata dalla Commissione immagina che gli Stati membri debbano presentare alle istituzioni europee l’implementazione del rispettivo European Digital Identity Wallet. Il progetto prevede uno strumento che possa funzionare tramite portafogli digitali disponibili su applicazioni per telefoni cellulari e altri dispositivi per:
- identificarsi online e offline;- conservare e scambiare informazioni fornite dai governi, ad esempio nome, cognome, data di nascita, cittadinanza;- conservare e scambiare le informazioni fornite da fonti private affidabili;- utilizzare le informazioni per confermare il diritto di soggiornare, lavorare o studiare in un determinato Stato membro.
Naturalmente, il programma rappresenta una sfida politica e logistica sotto diversi punti di vista. Gli Stati dell'Unione, infatti, dovrebbero intervenire su sistemi digitali sviluppati nel corso di anni, su piattaforme autonome e per questo con funzionalità diverse. In questo senso, il traguardo dell'unità d digitale è un percorso che dovrà essere affrontato passo dopo passo, per realizzare una conformità europea innovativa in grado di snellire una quantità enorme di processi burocratici. Da questo punto di vista, è chiaro che un fattore di enorme importanza per la validità del progetto dello European Digital Identity Wallet è rappresentato dalle garanzie del sistema a livello di sicurezza e in materia di privacy.
Ma la direzione è tracciata: del resto, si legge nella proposta della Commissione, "Attualmente solo il 60% circa della popolazione dell'UE in 14 Stati membri è in grado di utilizzare la propria carta d'identità elettronica (eID) nazionale a livello transfrontaliero. E solo il 14% dei fornitori dei principali servizi pubblici in tutti gli Stati membri consente l'autenticazione transfrontaliera con un'e-ID, ad esempio per dimostrare l'identità di una persona su Internet senza bisogno di una password. Il numero di autenticazioni transfrontaliere andate a buon fine ogni anno è molto ridotto, anche se in aumento".
Numerosi servizi di identificazione e fiduciari possono già essere utilizzati con effetto giuridico in tutta l'UE grazie al quadro creato dal regolamento eIDAS. Si tratta di strumenti fondamentali per garantire la fiducia e la sicurezza nel mercato unico digitale. Alcuni servizi, come le firme elettroniche, saranno integrati nel wallett portafoglio per facilitarne l'uso, e poter in questo modo usufruire di servizi pubblici, come richiedere un certificato di nascita o certificati medici oppure segnalare un cambio di indirizzo; aprire un conto in banca e presentare la dichiarazione dei redditi; iscriversi a un'università, nel proprio paese o in un altro Stato membro; conservare una ricetta medica utilizzabile ovunque in Europa. E ancora, dimostrare la propria età, noleggiare un'automobile usando una patente di guida digitale fino a usi molto pratici, come ad esempio fare un check-in in albergo.
Una sfida senza dubbio complessa, che rappresenta tuttavia uno dei pilastri per immaginare l'Unione del futuro, un processo che non può prescindere da una comunità anche a livello digitale.