Il Bandolo, l'associazione che supporta gratuitamente chi ha perso il lavoro

Uno spazio dedicato a chi si trova in condizioni di difficoltà dopo la perdita del lavoro, in cui ricevere gratuitamente non solo consulenza psicologica ma anc…

13 dic 2018
6 minuti di lettura

Uno spazio dedicato a chi si trova in condizioni di difficoltà dopo la perdita del lavoro, in cui ricevere gratuitamente non solo consulenza psicologica ma anche un aiuto concreto per reimmettersi nel mercato del lavoro tramite attività di accompagnamento personalizzato.
Lo offre l'associazione Il Bandolo, a Torino, e ce ne parla Barbara Li Cursi, rappresentante della onlus.

Con il programma Orizzonti, la vostra associazione offre un servizio gratuito di supporto psicologico ai disoccupati. Puoi spiegare più nel dettaglio in cosa consiste?

Il Bandolo è un'associazione di secondo livello che opera dal 2004 e punta ad essere un interlocutore privilegiato sui temi della salute mentale nella Regione Piemonte e un riferimento per le realtà del terzo settore che operano in questo ambito. Opera nella promozione della salute mentale, prevalentemente sul territorio del Comune di Torino, attraverso azioni di riabilitazione psico-sociale, prevenzione, sensibilizzazione e lotta allo stigma. Per andare incontro alla realtà creatasi dopo la crisi economica si è pensato di offrire alla cittadinanza un servizio dedicato al problema attraverso il progetto Orizzonti.
Il Bandolo, che fa della prevenzione una delle sue prerogative di mission, ha strutturato un'equipe multidisciplinare di psicologi, medici e psicoterapeuti, che offre gratuitamente alle persone vittime della crisi occupazionale un luogo di supporto e aiuto per prevenire eventuali drammatiche derive di isolamento, ansia e depressione legate a questa contingenza.
Spesso le persone che si rivolgono al progetto Orizzonti fino al momento della perdita del lavoro conducevano una vita assolutamente normale e mai avrebbero pensato di ritrovarsi privi di occupazione, a casa, con un futuro improvvisamente incerto.

Com'è composto il vostro team?
Il team è composto, tra psicologi e medici, da 8 psicoterapeuti e 1 psichiatra; uno sportello di prima accoglienza è attivo presso il Centro Lavoro del Comune di Torino. Viene fatta una riunione d'equipe per la discussione casi una volta ogni 20 giorni circa, i percorsi di sostegno sono gratuiti e possono essere una decina di incontri individuali e /o di gruppo.

Vi occupate di valorizzare e rafforzare le competenze tecniche e sociali delle persone che si rivolgono a voi. In che modo svolgete questa attività di accompagnamento personalizzato?

Per quanto concerne l'attività dei colloqui di sostegno, al fine di fornire un servizio il più possibile dedicato e specifico alla persona, viene condotta un'analisi multilivello per capire quale sia la sua storia personale relativamente alla condizione lavorativa (disoccupazione e/o il suo ultimo impiego), economica e abitativa (casa di proprietà, affitto, condivisione, senza tett, etc.), quale sia il suo livello di rete sociale (rete parentale ed amicale ed eventuali persone a carico) e quali le condizioni di salute (malattie, disabilità, invalidità, etc.). In questo modo si integrano le informazioni che emergono circa l'atteggiamento e le azioni pratiche di curriculum, ricerca del lavoro, iscrizione Centro per l'Impiego, rimandando ovviamente alle agenzie presenti sul territorio la valutazione delle competenze tecniche, la stesura del cv, l'orientamento, etc.
Il lavoro dell'equipe permette anche eventualmente di tenere i contatti con i curanti, nel caso in cui ce ne fossero, in modo da lavorare in sinergia con i Centri di Salute Mentale.
Nel caso specifico del gruppo si configura un duplice obiettivo: in primo luogo fornire un sostegno psicologico e uno spazio di elaborazione in un momento di vita caratterizzato da un evento traumatico quale la perdita del lavoro; in secondo luogo si permette la condivisione di informazioni e strategie utili alla ricollocazione nel mondo del lavoro, attraverso la costruzione di una rete di relazioni tra persone che condividono esperienze analoghe.

Come misurate l'efficacia del servizio che offrite?
Per evidenziare l'efficacia del servizio offerto, si è deciso di effettuare una somministrazione in due tempi (uno durante il primo e uno poi nell'ultimo colloquio) di un test che valuta la condizione generale del benessere psicologico (PG well being), in grado di mostrare numericamente i progressi percepiti. Da una prima analisi dei dati sono emersi miglioramenti sui punteggi delle scale relative alla sintomatologia ansioso depressiva, sul tono dell'umore e sulla vitalità. Pochi sono i casi dei drop out, a volte alcune persone interrompono il percorso perché, viene ri-trovato il lavoro. In questi casi, la nostra equipe resta a disposizione per affiancare (dal punto di vista del supporto emotivo e psicologico) le persone nel rinserimento nel mondo del lavoro che non sempre è facile.

Il vostro è un lavoro impegnativo - sia a livello umano che professionale - ma che può dare enormi soddisfazioni. Ci sono casi in cui avete percepito che il sostegno è stato di grande aiuto per chi si è rivolto a voi?Durante i periodi di crisi economica, precariato, con l'aumento della disoccupazione e della perdita del lavoro non mettono a rischio solo la condizione economica della persona, ma anche il benessere e la qualità percepita della vita. Perdere il lavoro comporta infatti, oltre al danno finanziario ed economico, anche la privazione di un proprio ruolo sociale senza contare che in ambito familiare le conseguenze possono ripercuotersi sul rapporto di coppia e nel legame con i figli. In alcuni casi il nostro supporto è stato parte di un processo di elaborazione dei dati di realtà, e accolti i momenti più difficili, si sono focalizzati obiettivi e passi percorribili, ritrovando in uno spazio di ascolto possibile nuovi orizzonti per ricostruire immaginari e azioni concrete. Attraverso questa esperienza pluriennale abbiamo potuto verificare che la condivisione e il confronto, anche in questo ambito, facilitano processi di risignificazione dell'esperienza traumatica e del vuoto esistenziale che spesso accompagna la perdita del lavoro.In un'ottica esemplificativa possiamo ricordare un membro del gruppo che reduce da un fallimento della propria impresa era arrivato al gruppo con vissuti di colpa e di perdita dell'autostima per cui aveva sviluppato sintomi tipici di una depressione: l'apatia e l'assenza di progettualità hanno caratterizzato per diverso tempo i suoi interventi nel gruppo. Tuttavia attraverso gli scambi comunicativi interni al gruppo, il rispecchiamento con gli altri, l'esplorazione delle risorse di ognuno e soprattutto l'ampliamento dei propri orizzonti progettuali questa persona ha iniziato a desiderare nuovamente di mettersi in gioco in ambito volontaristico per poi successivamente riuscire ad inserirsi a pieno titolo nel mondo del lavoro riuscendo ad utilizzare le competenze professionali che aveva acquisito negli anni. Questo è stato possibile attraverso un percorso di consapevolizzazione di sé, dei propri limiti e dei propri desideri, riuscendo anche ad apprezzare un momento di vuoto come occasione di possibile riflessione e rinnovamento.

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