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La transizione digitale come leva per rilanciare il Paese

A lungo evocata e considerata necessaria per imprimere una forza rinnovata nel motore dell’economia, del lavoro e persino della società, la transizione digital…

21 set 2021
4 minuti di lettura

A lungo evocata e considerata necessaria per imprimere una forza rinnovata nel motore dell’economia, del lavoro e persino della società, la transizione digitale – già ampiamente avviata, peraltro – è destinata a subire una decisa accelerata nei prossimi mesi, con l’orizzonte puntato su un quinquennio che potrà trasformare professioni, amministrazioni pubbliche e abitudini di vita.

In questo quadro sarà fondamentale implementare le competenze informatiche, tanto di base quanto avanzate, abbattendo definitivamente un concetto sul quale si discute da anni e che dovrà necessariamente essere superato, vale a dire il digital divide: la leva digitale dovrà essere recepita da una platea il più ampia possibile, lasciando alle spalle disparità sociali, geografiche ed economiche. In questo senso, è previsto un rafforzamento dei centri di facilitazione digitale, pensati come attività di supporto individuale ai cittadini nell’utilizzo di Internet e dei dispositivi per varie operazioni e organizzati prevalentemente presso le biblioteche; come pure è in cantiere il cosiddetto "servizio civile digitale”, organizzato su base volontaria, pensato con migliaia di punti di accesso fisici atti a favorire l’acculturamento informatico delle persone.

Il quadro generale dal quale attingere le risorse per mettere a punto la transizione digitale dei prossimi anni è costituito ovviamente dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma che forte dei fondi stanziati dall'Unione europea finanzierà progetti e iniziative pensate per la ripartenza. Il capitolo del Pnrr dedicato a “digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo” ammonta complessivamente 40,49 miliardi di euro, pari al 21% dell’intero programma. Si tratta di risorse da investire per trasformare e rendere più efficaci sistemi complessi, caratterizzati da una connessione reciproca. Al centro della scena ci saranno dunque pubbliche amministrazioni, mondo delle professioni, e il vasto mondo dell’impresa, dalle grandi aziende fino alle piccole e medie imprese. Sul versante della digitalizzazione della pubblica amministrazione, ad esempio –  condizione necessaria anche se non sufficiente per l’innovazione della macchina dello Stato – prevede un investimento mirato di 900 milioni di euro, strettamente collegato alla realizzazione di una nuova infrastruttura ibrida denominata “Polo Strategico Nazionale”, finalizzata a garantire in sicurezza data storage e data mining, in condizioni di piena interoperatività europea, come base informativa per la gestione delle diverse applicazioni delle amministrazioni pubbliche.

Un investimento di sicuro interesse anche per i privati, che potrebbero essere disposti a collaborare con la Pubblica amministrazione nella sua realizzazione, in primo luogo per l’importanza strategica che rivestirebbe l’esistenza di un’autostrada telematica sicura per chi, come le aziende, è interessato a tutelare la sicurezza e la privacy dei propri dati sensibili, dal punto di vista economico e produttivo.

Interessanti, inoltre, le opportunità che arrivano dall’impegno delle associazioni di categoria o del mondo dell’impresa. Ad esempio, per le micro e piccole imprese del Lazio sarà possibile presentare domanda per accedere ai contributi a fondo perduto messi a disposizione dal bando Voucher Digitali Impresa 4.0 Anno 2021. Si tratta di 7 milioni e mezzo di euro per la digitalizzazione delle aziende regionali finalizzato a sostenere le realtà produttive che puntano all’adozione di tecnologie e strumenti digitali per la ripartenza dopo la crisi provocata dalla pandemia.

Tre gli obiettivi: sviluppare la capacità di collaborazione tra imprese e soggetti qualificati nel campo dell’utilizzo delle tecnologie I4.0, "attraverso la realizzazione di progetti mirati all’introduzione di nuovi modelli di business 4.0 e green oriented"; promuovere l’utilizzo, da parte delle imprese di servizi o soluzioni focalizzati sulle nuove competenze e tecnologie digitali in attuazione della strategia definita nel Piano nazionale di Transizione 4.0; favorire interventi di digitalizzazione e automazione funzionali alla continuità operativa delle imprese durante la pandemia e alla ripartenza nella fase post-emergenziale. Di pari passo, in Lombardia Made, Competence Center Industria 4.0, Cna Lombardia ed Ecipa Lombardia hanno siglato un accordo per la definizione e la costruzione di percorsi formativi a favore della digitalizzazione delle Pmi del territorio. Tutte funzioni che porteranno a una decisa accelerazione sul fronte della transizione.

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