L’Atlante degli Unicorni: dove si trovano le Silicon Valley europee
Sulla costa atlantica ci sono Paesi europei in forte crescita con molto potenziale per accogliere colossi della tecnologia
Quando si parla di unicorno tech ci si riferisce ad un'azienda che è riuscita a raggiungere un valore superiore a un miliardo e che opera nel mondo della tecnologia. Non stupisce quindi che in un settore tanto competitivo come quello tecnologico, l'Europa sia costantemente alla ricerca di nuovi “unicorni”. Tali creature magiche prosperano tradizionalmente nella città di Palo Alto in California, che è diventata nota come Silicon Valley e dimora dei giganti della tecnologia globale come Amazon, Facebook e Google; la mappa europea delle fabbriche di unicorni, al contrario, rimane piuttosto frammentata.
All'interno dell'Unione europea, gli unicorni sono particolarmente concentrati in Germania (che ha rappresentato il 30% del totale tra il 2008 e il 2021), seguita dalla Francia (15%) e dalla Svezia (14%), secondo un documento di ricerca commissionato dalla Commissione europea nel 2022.
Tra i Paesi che più ha sorpreso la Commissione per proporzione si trova l'Estonia che, con una popolazione di circa 1.3 milioni di abitanti, ospita 10 unicorni tra cui Skype, Playtech, Wise e Bolt. La Svezia, il principale polo delle aziende tecnologiche e innovative nella regione, è stata classificata al primo posto tra i paesi dell'UE per il suo ecosistema di startup dal Global Startup Ecosystem Index 2024 di StartupBlink.
Il Paese, infatti, è stato nominato il sesto miglior paese al mondo per creare una startup, seguito da Germania, Francia e Paesi Bassi.
Cosa distingue i paesi nordici dal resto d'Europa? Storie di successo come quella di Spotify hanno storicamente fatto guadagnare alla Svezia e ad altri paesi nordici la reputazione di creare le condizioni che consentono alle start-up tecnologiche di prosperare, condizioni come una solida base di conoscenze e quindi formazione tecnologica, una mentalità imprenditoriale e la presenza di Internet a banda larga per l'uso da parte di potenziali aziende.
Da un punto di vista culturale, un altro fattore potrebbe essere l'atteggiamento verso il rischio e la paura di fallire, che potrebbe essere meno presente in un paese con un forte sistema di supporto sociale, come i paesi nordici. Tuttavia, Elvesjö, un imprenditore svedese che ha fondato due startup tecnologiche di successo, pensa che il vero successo dipenda da due fattori chiave: gli investimenti ingenti sull’intelligenza artificiale e programmi di residenza e altri benefici per imprenditori immigrati.
In tal senso, l’Italia sta creando diverse Silicon Valley in diversi punti strategici, grazie all’investimento di diverse imprese straniere nel territorio. Per esempio, Silicon Box ha scelto Novara come sede del suo nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di chiplet integration e advanced packaging e testing foundry - il primo nel suo genere in Europa - per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro. L’investimento di Silicon Box si inserisce nella strategia europea segnata dal Chips Act e nella strategia italiana per la microelettronica, che stanzia 4 miliardi per attrarre in Italia grandi investimenti e punta a irrobustire la ricerca industriale avanzata.
L’arrivo della multinazionale di Singapore a Novara rappresenta il secondo grande investimento in Italia dopo quello di STMicroelectronics a Catania e altri più contenuti da parte di aziende straniere in Italia, oltre all'assegnazione della linea pilota sui materiali ad alta resistenza che la Commissione europea ha voluto realizzare nella Etna Valley in Sicilia. Si tratta di un ammontare complessivo di oltre 9 miliardi di euro sulla microelettronica nel nostro Paese. Un dato che nel 2024 non è riscontrabile in nessun altro Paese europeo e auspica una crescita progressiva che potrebbe mettere ben presto il Bel Paese in competizione con i Paesi nordici.