Ricerca e Intelligenza Artificiale: per un utilizzo etico della tecnologia
Le nuove frontiere dell’IA aprono nuovi scenari: si attivano bandi per rispondere alle nuove sfide scientifiche e ambientali
Sono bastati pochi mesi di sperimentazione dell’Intelligenza Artificiale per far progredire questa tecnologia verso uno sviluppo sempre più sofisticato. Il fenomeno dell’IA è esploso a tutti i livelli, permeando tutte le attività umane, e non solo lavorative. Questa tecnologia ha raggiunto ad esempio il traguardo dell’autoapprendimento del linguaggio computazionale che permette al sistema di essere sempre più autonomo: se prima veniva addestrato su dati accuratamente selezionati da esseri umani, gli ultimi sviluppi stanno portando alla creazione di sistemi capaci di cercare autonomamente i dati necessari per il proprio apprendimento, aprendo nuove prospettive.
Oltre all’autonomia, l’IA sta sperimentando la multimodalità, ovvero la capacità di elaborare simultaneamente testo, immagini, suoni, dati tattili e altri tipi di sensori, creando una comprensione ricca e contestualizzata dell’ambiente simile all’esperienza umana.
Inoltre, la presenza di agenti intelligenti, ovvero sistemi software in grado di percepire l’ambiente circostante attraverso sensori, permettono di adattarsi alla richiesta e gestire compiti anche complessi. Ne sono un esempio i chatbot conversazionali che non si limitano a rispondere a domande specifiche ma adattano il loro comportamento alle esigenze dell’interlocutore.
Da qui al campo delle neuroscienze il passo è breve. L’IA nella sua evoluzione cerca di adottare comportamenti intelligenti, e le neuroscienze insegnano come affrontare la cognizione, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di sistemi artificiali più avanzati e consapevoli.
Tutte queste nuove sperimentazioni aprono nuovi scenari nel campo dell’etica e di come i suoi principi possano integrarsi nei sistemi di intelligenza artificiale.
L’IA etica è una delle più grandi sfide del nostro tempo. Ad esempio, la capacità di autoapprendere autonomamente ovvero autoselezionare dati senza la supervisione umana potrebbe rivoluzionare la ricerca scientifica poiché i sistemi di IA potrebbero analizzare database di pubblicazioni scientifiche, identificare collegamenti nascosti e suggerire nuove direzioni di ricerca.
Una analisi che va di pari passo con la trasparenza, ovvero la capacità di fornire spiegazioni comprensibili quindi non solo fornire risultati ma anche articolare il processo di ragionamento che ha portato a simili conclusioni.
Il principio di trasparenza è strettamente correlato utilizzo dell’IA: sancito nell’AI Act, il Regolamento sull’intelligenza artificiale, approvato il 21 maggio 2024 dal Consiglio dell’Unione europea, è la prima normativa volta a disciplinare l’intelligenza artificiale; secondo un approccio "basato sul rischio": tanto maggiore è il rischio di arrecare danni alla società, quanto più rigorose sono le regole.
In questo caso, il principio di trasparenza è inteso in generale, come sviluppo e utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale in modo da consentirne un’adeguata tracciabilità e spiegabilità, rendendo le persone fisiche consapevoli (informando debitamente gli utilizzatori) delle capacità, dei limiti e dei rischi di manipolazione che può portare un sistema di intelligenza artificiale (il GDPR integra l’AI Act imponendo poi specifici ulteriori obblighi di trasparenza).
Alla luce di queste considerazioni, e di un utilizzo sempre più pervasivo dei sistemi dell’IA, emerge la necessità non solo di regolamentare ma anche di creare tavoli di confronto periodici, vista la veloce trasformazione che sta avendo questa tecnologia. E non è un caso, infatti, che si sia da poco svolto il vertice per l’azione sull’intelligenza artificiale a Parigi il 10 e 11 febbraio scorso per discutere dei risvolti anche etici e sostenibili dell’IA. Presenti personalità provenienti da oltre 100 paesi, tra cui capi di Stato e di governo, organizzazioni internazionali, rappresentanti della società civile, del settore privato, del settore accademico e della ricerca. Co-presieduto da Francia e India, si è chiuso con un obiettivo ambizioso: definire un quadro regolatorio comune per garantire un'intelligenza artificiale inclusiva, sicura e sostenibile. Parigi ospita tra l’altro ospita il nuovo centro di ricerca di Google dedicato all’Intelligenza Artificiale.
Non solo occasioni di confronto e riflessioni sul tema, ma anche azioni concrete. Ne è un esempio il bando Enfield, promosso dalla Commissione europea grazie a Horizon 2020. Si tratta del terzo bando del progetto di scambio European Lighthouse to Manifest Trustworthy and Green AI (Enfield), realizzato per finanziare l’attività di ricerca.
In particolare, il bando mira ad attrarre ricercatori di alto livello per condurre attività di ricerca che rispondano alle sfide scientifiche tecnologiche in relazione all'uso dell'Intelligenza Artificiale nei settori energetico, sanitario, produttivo e spaziale, ponderando quindi tutte le implicazioni che derivano dal suo utilizzo, e abbracciando scelte responsabili che garantiscano benefici alla collettività.
I vincitori del bando Enfield beneficeranno di visibilità, ma soprattutto avranno opportunità di networking, confronto, feedback e collaborazione con esperti nel settore dell'IA: in questo modo sarà possibile un proficuo scambio di competenze e individuazione di soluzioni tecnologiche in linea coi principi etici della ricerca, primo fra tutti, il benessere sociale e del singolo.
Possono partecipare al bando ricercatori e gruppi di ricercatori (di 2-3 membri) tra i quali vi sia almeno 1 dottorando e un senior researcher, impiegati in attività di ricerca presso istituzioni di ricerca, università o imprese. I ricercatori devono risiedere negli Stati membri dell'Unione europea o nei Paesi associati a Horizon Europe.
Il budget totale del progetto Enfield è pari a 1.100.000 euro. Sarà possibile candidarsi fino al 14 aprile 2025.
Sempre in tema di Ricerca, è bene segnalare la proroga al 18 marzo 2025 della scadenza per la presentazione delle proposte progettuali per il bando 2024-2025 del Fondo Italiano per la Scienza (FIS). Il Fondo – alla sua terza annualità - è dedicato a ricercatori emergenti ed esperti sui principali ambiti della ricerca di base: dall’ingegneria alle scienze della vita, all’ambito medico-scientifico.
Il bando FIS prevede uno stanziamento di 475 milioni di euro per due annualità (2024 e il 2025), e riguarda progetti di alta qualificazione scientifica, originalità e innovatività, per un importo che va da un minimo di 1 milione a un massimo di 1,9 milioni.