Terzo settore: i sostegni alla trasformazione digitale
Dalle piattaforme di crowfunding fino ai big data, tutti gli strumenti per gli enti attivi nel nostro Paese
Rappresentano un autentico motore di cambiamento e innovazione, svolgendo una funzione essenziale nel nostro Paese: gli enti del Terzo Settore sono al centro di un processo decisivo per migliorare ulteriormente il comparto. Le tecnologie digitali stanno ridefinendo la missione sociale delle organizzazioni non profit, affrontando le sfide e opportunità.
In questo senso "Verso un futuro digitale", la seconda edizione dell'indagine nazionale che ha coinvolto 665 organizzazioni non profit per misurare il livello di digitalizzazione del Terzo Settore e fare chiarezza sulle abitudini di utilizzo della tecnologia e degli strumenti digitali, ha mostrato le opportunità che possono scaturire dalla transizione digitale.
In particolare, la digitalizzazione ha innescato una vera e propria rivoluzione nel modo in cui le organizzazioni non profit operano e interagiscono con i loro stakeholder. Strumenti come i social media, le piattaforme di crowdfunding, le applicazioni mobili e i big data hanno permesso agli enti del Terzo Settore di raggiungere un pubblico più ampio, raccogliere fondi in modo più efficace e monitorare l’impatto delle loro iniziative con una precisione senza precedenti.
Più fondi, competenze tecniche e una maggiore apertura al cambiamento: sono questi i punti critici rispetto alla trasformazione digitale indicati dagli enti con maggiore frequenza. In tal senso, Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, tramite l’Avviso 3/2024, mira a finanziare progetti di rilevanza nazionale legati all’intelligenza artificiale per promuovere un utilizzo etico, consapevole e critico dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove tecnologie, mitigare i rischi connessi, come fake news, hate speech e deepfake e favorire l’inclusione e la parità di genere nel contesto tecnologico e lavorativo.
Nel dettaglio, i progetti dovranno riguardare gli obiettivi generali e le aree prioritarie di intervento di seguito indicate:
Salute e benessere: favorire un uso etico dell’I.A. e delle nuove tecnologie (es. social network, internet, messaggistica istantanea, videogiochi, ecc.) e relativa informazione sui rischi correlati;
Educazione inclusiva: promozione di iniziative educative rivolte ai giovani e alle loro famiglie, capaci di sviluppare un uso etico, consapevole e critico dell’I.A. e delle nuove tecnologie; sviluppo di azioni contro l’abuso dell’I.A. e i deepfake di cui sono vittime i giovani;
Uguaglianza di genere: promuovere la conoscenza dell’I.A. per sviluppare conoscenze e competenze tra le giovani donne e ragazze che si affacciano al mondo del lavoro; sviluppo di azioni contro l’abuso dell’I.A. e i Deepfake di cui potrebbero essere vittime le giovani donne e le ragazze;
Occupazione: promuovere la conoscenza dell’I.A. e delle nuove tecnologie per sviluppare conoscenze e competenze tra i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
E ancora, i progetti dovranno avere contenuti informativi-formativi sulle seguenti tematiche:
- prima alfabetizzazione e impatti sociali dell’intelligenza artificiale, nuove opportunità professionali nell’ambito dell’I.A., I.A. e creatività;
- uso dei social per la promozione di campagne di comunicazione, informative-formative destinate ai giovani che attengono all’ uso consapevole dei social media.
Le progettualità proposte dovranno rafforzare le competenze dei minori, dei familiari e in generale degli educatori, privilegiando linguaggi e metodologie accessibili ai ragazzi. Le iniziative e i progetti dovranno prevedere lo svolgimento di attività di interesse generale in almeno 10 Regioni (in questo contesto le Province autonome di Trento e Bolzano sono equiparate alle Regioni).
La durata minima delle proposte progettuali non dovrà essere inferiore a 12 mesi, mentre la durata massima non potrà eccedere i 18 mesi: c’è tempo per presentare le domande fino al 4 marzo prossimo.