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Una bussola europea per la trasformazione digitale

Accelerare sul fronte della trasformazione digitale europea, anche ai fini della transizione verso un’economia a impatto climatico zero, circolare e resiliente…

30 mar 2021
3 minuti di lettura

Accelerare sul fronte della trasformazione digitale europea, anche ai fini della transizione verso un’economia a impatto climatico zero, circolare e resiliente. Con questo obiettivo, la Commissione europea ha varato un piano decennale, con orizzonte fissato al 2030: sono diversi i passaggi fissati per raggiungere l’ambizioso traguardo, suddivisi in quattro macro-aree. In particolare, il programma – denominato “bussola per il digitale” – si sviluppa su quattro priorità, ovvero infrastrutture, competenze, servizi, imprese, per garantire un futuro digitale antropocentrico, sostenibile e più prospero. La priorità è indirizzata verso gli investimenti e sul superamento delle vulnerabilità e dipendenze, in un contesto che l’Unione intende promuovere in seno alle organizzazioni internazionali, attraverso partenariati digitali internazionali forti.

“Abbiamo mobilitato risorse senza precedenti da investire nella transizione digitale” ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, aggiungendo come la pandemia ha dimostrato quanto le tecnologie e le competenze digitali siano fondamentali per il lavoro, lo studio e la vita sociale, mettendo in evidenza gli aspetti che dobbiamo migliorare. In particolare, per tradurre le ambizioni digitali dell’Ue per il 2030 in termini concreti, la Commissione propone un sistema di monitoraggio a “semaforo” sul raggiungimento dei target degli Stati membri, insieme alla “bussola per il digitale” concepita attorno a quattro punti cardinali:

- Competenze: almeno l’80% della popolazione adulta dovrebbe possedere entro il 2030 competenze digitali di base e 20 milioni di specialisti dovrebbero essere impiegati nell’Ue nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con un aumento del numero di donne operative nel settore

- Infrastrutture: tutte le famiglie dell’Ue dovrebbero beneficiare di una connettività Gigabit e tutte le zone abitate dovrebbero essere coperte dal 5G; la produzione di semiconduttori sostenibili e all’avanguardia in Europa dovrebbe rappresentare il 20% della produzione mondiale; 10.000 nodi periferici a impatto climatico zero e altamente sicuri dovrebbero essere installati nell’UE e l’Europa dovrebbe dotarsi del suo primo computer quantistico

- Imprese: entro dieci anni tre imprese su quattro dovrebbero utilizzare servizi di cloud computing, big data e intelligenza artificiale; oltre il 90% delle PMI dovrebbe raggiungere almeno un livello di base di intensità digitale e dovrebbe raddoppiare il numero di imprese “unicorno” nell’Ue

- Servizi pubblici digitali: tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l’80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l’identificazione digitale.

Per innescare questo processo, la Commissione agevolerà il varo rapido di progetti multinazionali in cui confluiscano investimenti provenienti dal bilancio dell’Ue, dagli Stati membri e dall’industria, a integrazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri finanziamenti varati dall’Ue. Gli Stati membri, inoltre, hanno assunto l’impegno di destinare, nei rispettivi piani per la ripresa e la resilienza, almeno il 20% alla priorità digitale. Tra i progetti multinazionali di possibile realizzazione figurano un’infrastruttura di elaborazione dati paneuropea interconnessa, la progettazione e la diffusione di processori a consumo ridotto affidabili di prossima generazione o le amministrazioni pubbliche connesse. In questo quadro europeo, persone, diritti e valori dell’Unione sono messi al centro: per tale motivo, la Commissione propone l’elaborazione di un quadro di principi digitali – dall’accesso ad una connettività di alta qualità fino al raggiungimento di competenze digitali sufficienti – che garantirà l’applicazione e l’esercizio degli stessi diritti tanto nel mondo offline quanto in quello online.

Infine, la Commissione propone di monitorare la percezione da parte dei cittadini europei del rispetto dei loro diritti digitali mediante un Eurobarometro.

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