Il welfare aziendale tra progetti e opportunità
Una grande opportunità per la crescita, da intercettare soprattutto nell’ottica del rilancio che verrà dopo la pandemia. Sono queste le indicazioni rilevate da…
Una grande opportunità per la crescita, da intercettare soprattutto nell’ottica del rilancio che verrà dopo la pandemia. Sono queste le indicazioni rilevate dal Quarto rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, un concetto che si sta facendo sempre più strada nel mondo dell’impresa e del lavoro, definito come il complesso delle erogazioni e prestazioni che un’azienda riconosce ai propri dipendenti con lo scopo di migliorarne la vita privata e lavorativa. Il report indica come il post-pandemia sarà caratterizzato dalla corsa al recupero di fatturato e quote di mercato e dalla sfida della transizione digitale, ma anche come voglia di fare, speranza e coesione interna sino stati d’animo prevalenti tra i responsabili aziendali intervistati.
Ed è proprio in termini di coesione interna il welfare aziendale occupa una posizione centrale, con ricadute economiche potenzialmente notevoli, pari a circa 53 miliardi di euro. Realizzato con il contributo di aziende e istituti come Credem, Edison e Michelin, il rapporto Censis-Eudaimon indica, in particolare, come il beneficio per le aziende sarebbe pari a 34 miliardi, tra vantaggi fiscali e possibili incrementi di produttività. Per il singolo lavoratore, ancora, il vantaggio si aggirerebbe intorno a quasi una mensilità in più all'anno, per un totale di 19 miliardi. Ancora: per l’87,2% delle aziende il welfare aziendale sarà sempre più importante in futuro: per il 52% perché è destinato a migliorare la coesione interna di organici sempre più diversificati nelle modalità di lavoro, per il 35,2% perché renderà disponibili servizi di welfare utili e strumenti di formazione per trasferire nuove competenze ai lavoratori.
A proposito di imprese, se è vero che il percorso da realizzare in questo ambito è molto vasto, è anche vero che esistono progetti inseriti in questa dinamica. Tra questi c’è Agriwel, una progettualità avviata ad inizio 2021 e promossa dall’Associazione Irene insieme a diverse istituzioni del territorio. Agriwel trova le sue radici in un percorso che, dal 2016, ha visto il susseguirsi di altri due progetti: “E-NET: Equilibrio vita-lavoro in RETE” e “Welfare in campo”. Queste iniziative si sono proposte di avviare forme di collaborazione tra le imprese agricole della provincia di Milano, allo scopo di sperimentare azioni di welfare aziendale in rete. La struttura, lineare e di facile navigabilità, è organizzata in sezioni che rispondo a differenti interessi: una sezione è completamente dedicata al progetto, altre completano le informazioni rivolte a Giovani, Imprese, Lavoratori, Lavoratrici. Grazie alle attività promosse in questo ambito, negli ultimi anni sono stati sottoscritti tre accordi territoriali rivolti alle micro, piccole e medie imprese. Inoltre, alcune realtà del comparto agricolo hanno potuto strutturare dei piani di welfare ad hoc.
Tra queste c’è Cascina Contina, la quale ha previsto un ciclo di incontri per la formazione dei lavoratori e un sistema di rimborso delle spese di viaggio destinato ai dipendenti che abitano a più di 20 km dalla sede della cooperativa. La società agricola Fraschina ha invece predisposto dei sostegni economici per i lavoratori stranieri. Del resto, tornando al rapporto Censis-Eudaimon, anche i lavoratori votano per aumentare il welfare aziendale: il 77,4% di loro vuole che nella propria azienda venga potenziato, laddove esiste già, o introdotto, se ancora non è stato attivato. Il dato sale all'83,1% tra i dirigenti, all'82,1% tra gli impiegati e scende al 61% tra gli operai.
Ancora in ambito imprenditoriale, da segnalare l’attivismo in questo senso del mondo delle cooperative. E così, dopo il lancio di Welfare.Coop — il portale rivolto agli oltre 20mila dipendenti delle 400 imprese associate, realizzato con Assicoop Romagna e UnipolSai — sono partiti gli appuntamenti formativi rivolti a imprese e professionisti del settore. Il tutto con l’obiettivo di estendere i principi del mutualismo cooperativo, rafforzare le reti di relazioni sociali e anche aumentare le relazioni fra territorio e imprese, in una logica che porti a identificare il territorio anche attraverso i suoi servizi. I vantaggi pratici di politiche di questo genere, in fondo, rappresentano un valore anche per la reputazione aziendale, grazie a quanto le aziende fanno per il benessere delle comunità di riferimento. Il welfare aziendale è considerato dagli studiosi un generatore di buoni risultati sulla percezione interna ed esterna dell'impresa, ed è anche per questo che occorre imboccare con decisione questo percorso.