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Settimana corta: dall’Islanda la nuova frontiera del lavoro

Un esperimento durato 4 anni e che ha interessato oltre 2500 lavoratori, in Islanda, nel profondo Nord del continente

25 ago 2021
4 minuti di lettura

Un esperimento durato 4 anni e che ha interessato oltre 2500 lavoratori, in Islanda, nel profondo Nord del continente. Oggetto dello studio? Una possibile rivoluzione nel mondo del lavoro degli anni a venire, perché i ricercatori si sono concentrati sugli effetti di una settimana lavorativa da quattro giorni, a parità di stipendio, valutando i risultati. Coinvolgendo l'1% della popolazione attiva, la ricerca – condotta dal think tank britannico Autonomy e dell’Associazione per la democrazia sostenibile (Alda) – è stata svolta tra il 2015 e il 2019, con una riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 35-36 ore settimanali. I lavoratori che hanno preso parte al programma, in particolare, erano professionisti impiegati in vari settori diversi tra di loro, nel pubblico: dalla sanità agli uffici amministrativi, e ancora dagli insegnanti delle scuole materne fino ai servizi sociali garantiti. Prove di "settimana corta", inoltre, sono stati sperimentati dal governo nazionale e dal Consiglio comunale della città di Reykjavík, capitale dell'Islanda.

Ha spiegato alla BBC Will Stronge, direttore della ricerca: "Questo studio mostra che il più grande esperimento al mondo di lavoro su una settimana corta nel settore pubblico è stato un grande successo. Mostra che il settore pubblico può essere pioniere per un sistema di lavoro con meno giorni lavorativi in settimana e può essere di esempio per altri governi". Va sottolineato, inoltre, come a fronte di una riduzione delle ore lavorate lo stipendio dei dipendenti pubblici coinvolti nella ricerca sia rimasto il medesimo. Successivamente, al termine dell’esperimento, è stato rilevato un netto miglioramento della qualità di vita dei lavoratori, in diversi campi: salute, stress percepito e in generale del work-life balance. Gli impiegati, infatti, hanno raccontato ai ricercatori di sentirsi meno a rischio di burnout, lo stato di esaurimento individuato dall'OMS come sindrome da stress lavorativo. Questi lavoratori, inoltre, hanno avuto più tempo da passare con le famiglie, per fare attività alternative e per i lavori domestici.

L'Islanda, pioniera di questa nuova frontiera, non è l'unica nazione (per quanto sia stata la prima) a sperimentare la settimana corta lavorativa. In questo senso ci sono esperimenti in corso in Spagna, in Finlandia e in Nuova Zelanda, a livello privato, ma anche con iniziative di amministrazioni locali e regionali Un fatto rilevante, di sicuro, è che in nessun caso tra quelli presi in oggetto la produttività sia calata; spesso, semmai, è persino aumentata. Microsoft Japan, in particolare, la divisione nipponica della multinazionale americana fondata da Bill Gates, aveva testato una settimana lavorativa di quattro giorni nel 2019, riportando un aumento del 40% della produttività.

Per quanto riguarda il nostro Paese, qualche segnale di innovazione non manca in tal senso. A Brunico, nella Val Pusteria (nella regione autonoma del Trentino Alto Adige), due imprenditori locali, Markus Raffin e Christoph Gasser, hanno introdotto  da qualche tempo una settimana lavorativa basata su 4 giorni. L’azienda si occupa di impianti e tecnologia per la casa, e la decisione è stata adottata per porre al centro della propria attività professionale il benessere dei propri collaboratori, oltre alla produttività. "Siamo partiti 8 anni anni fa - ha spiegato Markus Raffin in un’intervista a Rai Südtirol - con 6-7 lavoratori e adesso ne abbiamo 21. Abbiamo fatto diversi colloqui con il nostro personale e il focus degli incontri, oltre al lavoro, era rivolto anche al tempo libero, alla famiglia e agli hobby. Siamo un’azienda innovativa anche nei fatti, non solo a parole". L’azienda resta aperta da lunedì a venerdì, in modo tale da garantire un servizio comunque adeguato ai clienti ma ci sono dipendenti che lavorano da lunedì a giovedì e altri che invece iniziano il martedì e finiscono il venerdì: ore lavorative 36 anziché 40, conservando lo stesso stipendio.

E così l'esempio dell'Islanda e di altre nazioni, oltre che di gruppi imprenditoriali singoli che comprendo un gigante dell’informatica come Microsoft e aziende più piccole come quella di Raffin e Gasser nell'Alto Adige, mostrano come la direzione della "settimana corta" lavorativa possa essere una strada da perseguire con convinzione: e così tante imprese, a livello globale, sembrano intenzionate a seguire questi esempi.

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