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Lavoro digitale: la formazione e i profili più ricercati

Secondo uno studio del Politecnico di Milano, la trasformazione digitale è indicata come priorità dal 47% di grandi aziende e Pmi

15 dic 2022
4 minuti di lettura

Sono sempre di più, nelle imprese italiane, le risorse da assumere con un profilo di formazione digitale. Un recente studio da Polimi Graduate School of Management indica come la trasformazione digitale è indicata come priorità dal 47% di grandi aziende e Pmi: è previsto un aumento delle assunzioni del 14%. La ricerca ha un valore trasversale, in quanto sono diversi i settori indagati dallo studio: dal commercio ai servizi, dalla produzione di macchinari e attrezzature fino alla sanità, e ancora informatica, consulenza, immobiliare, servizi finanziari, alimentare, trasporti, grande distribuzione e hotellerie.

Il quadro che emerge dai risultati dello studio è una diffusa consapevolezza di come il percorso di sviluppo di un individuo in azienda possa contribuire alla crescita organica dell'impresa stessa e, in una visione più ampia, anche della società in cui opera. Il report sottolinea, attraverso le opinioni delle aziende coinvolte, il ruolo della formazione come soggetto della trasformazione aziendale. Ne è ad esempio dimostrazione l'impegno economico relativo al 2021: il budget medio impiegato nelle attività formative è di circa 900mila euro, ma il valore medio passa a circa 1.4 milioni di euro per le grandi aziende.

Del resto, quelle che erano considerate digital skill soltanto pochi anni fa sono ormai superate, e le richieste del mercato continuano a cambiare man mano che il tempo passa e che le tecnologie diventano più mature in tutti i campi, dalla pubblica amministrazione al privato, dalle Piccole e medie imprese alle grandi imprese. In questo quadro, è interessante la classifica stilata da LinkedIn sulle competenze digitali più richieste nel corso del 2022: una selezione che comprende anche quelle necessarie per far rimanere al passo con i tempi le professioni “tradizionali”. Una conferma è data anche dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal: oltre il 70% delle imprese ha investito in trasformazione tecnologica. Sono nate professioni che non solo permettono di riscoprire nuovi ruoli, ma che al tempo stesso rappresentano un servizio in grado di agevolare la quotidianità dei consumatori moderni. Già il 12% degli annunci di lavoro on line in Italia riguarda “occupazioni digitali”.

Le aziende del settore It italiane hanno previsto una crescita delle assunzioni del +14% per l’ultimo trimestre dell’anno. Più del 60% delle offerte di lavoro si concentra nelle città di Milano, Padova, Torino, Roma, Bari, Napoli, Bologna, Udine, Verona e Catania. I professionisti dell’innovazione hanno stipendi al di sopra della media nazionale e sono molto ricercati dalle aziende al punto da poter contrattare le condizioni d’assunzione. Prima fra tutte, il ricorso al lavoro agile: quasi tutti i candidati rinunciano al posto se non prevede nessuna forma di lavoro da remoto. In particolare, sono molto ricercate figure come data analyst/administrator, Ict e Hr manager, marketing specialist, addetti al data entry e tecnici Ict. E un recente accordo tra la School of management del Politecnico di Milano e Sace va in questa direzione, creando così un’offerta formativa indirizzata a giovani talenti e imprese che vogliono acquisire competenze tecnico-specialistiche adeguate ad affrontare le complessità e le sfide dell’attuale contesto economico. Nel dettaglio, l'accordo di collaborazione siglato da Sace, società partecipata dal Mef specializzata nell’ambito assicurativo-finanziario, e la School of management del Politecnico di Milano, punta a mettere in campo nuove opportunità di formazione in tema di export, digitalizzazione e transizione green.

L’intesa prevede l’ampliamento e il rafforzamento delle attività della Sace Academy, ramo di Sace Education dedicato alla formazione accademica manageriale, specialistica e certificata, che unisce il know-how dell’Export Credit Agency Italiana e l’expertise dei più importanti atenei e Business School del Paese. Tra gli obiettivi dell'iniziativa, promuovere l’internazionalizzazione e la trasformazione digitale e sostenibile delle imprese italiane, facendo leva sulla formazione di manager capaci di innescare e gestire la crescita all’estero e la transizione green-tech, ma anche favorendo il ricorso a Industria 4.0 e a nuovi modelli di business e sollecitando le Istituzioni affinché sviluppino politiche volte ad accelerare questi processi, in linea con gli obiettivi strategici del Paese e del Pnrr.

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