Birraio, cervoisier o publican: ecco come si diventa professionisti nel settore della birra in Italia
La produzione di birra artigianale è un’attività imprenditoriale per la quale la formazione e la conoscenza delle materie prime, dei processi di produzione e d…
29 mag 2015
2 minuti di lettura
La produzione di birra artigianale è un’attività imprenditoriale per la quale la formazione e la conoscenza delle materie prime, dei processi di produzione e distribuzione non possono essere improvvisate.
E’ per questo che anche in Italia stanno nascendo percorsi di studio professionalizzanti grazie all'iniziativa di enti accreditati e che donano gli strumenti per trasformare la passione per la tradizione birraia in un mestiere, sebbene si tratti ancora per lo più di percorsi dedicati alla degustazione piuttosto che alle tecniche di produzione.
A Varese, ad esempio, c’è Unibirra, istituto professionale specializzato nato nel 1997 e grazie al quale è possibile diventare, in cinque anni, publican (gestori di pub) o cervoisier (esperto di degustazione, come il sommelier per i vini).
In Veneto, presso l’ l’Accademia delle professioni Dieffe è possibile conseguire, dopo 600 ore di formazione in aula, in laboratorio e in azienda – tramite un’esperienza di tirocinio - la qualifica di Birraio Artigianale riconosciuta a livello europeo.
Anche le università tradizionali si stanno mobilitando: a Udine, ad esempio, tra i corsi della Facoltà di Scienze e tecnologie alimentari ce n’è anche uno dedicato alla birra; oppure a Perugia, dove il prossimo ottobre nascerà il primo corso di laurea in Italia (riconosciuto dal MIUR) per diventare tecnici birrai.
Paolo Fantozzi, direttore del Cerb (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra) ha dichiarato in questi giorni sul Corriere della Sera che “per intraprendere un’attività di birraio in proprio in Italia non è indispensabile alcun titolo di studio, salvo rispettare le norme sugli alimenti. Invece, per lavorare in una grande industria birraria è sempre più richiesta una formazione riconosciuta”.
Insomma, il mercato internazionale è in espansione e il lavoro presso birrifici e aziende di distribuzione, o come produttori o consulenti all’interno di aziende e attività di ristorazione è sempre più richiesto.
E’ per questo che anche in Italia stanno nascendo percorsi di studio professionalizzanti grazie all'iniziativa di enti accreditati e che donano gli strumenti per trasformare la passione per la tradizione birraia in un mestiere, sebbene si tratti ancora per lo più di percorsi dedicati alla degustazione piuttosto che alle tecniche di produzione.
A Varese, ad esempio, c’è Unibirra, istituto professionale specializzato nato nel 1997 e grazie al quale è possibile diventare, in cinque anni, publican (gestori di pub) o cervoisier (esperto di degustazione, come il sommelier per i vini).
In Veneto, presso l’ l’Accademia delle professioni Dieffe è possibile conseguire, dopo 600 ore di formazione in aula, in laboratorio e in azienda – tramite un’esperienza di tirocinio - la qualifica di Birraio Artigianale riconosciuta a livello europeo.
Anche le università tradizionali si stanno mobilitando: a Udine, ad esempio, tra i corsi della Facoltà di Scienze e tecnologie alimentari ce n’è anche uno dedicato alla birra; oppure a Perugia, dove il prossimo ottobre nascerà il primo corso di laurea in Italia (riconosciuto dal MIUR) per diventare tecnici birrai.
Paolo Fantozzi, direttore del Cerb (Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra) ha dichiarato in questi giorni sul Corriere della Sera che “per intraprendere un’attività di birraio in proprio in Italia non è indispensabile alcun titolo di studio, salvo rispettare le norme sugli alimenti. Invece, per lavorare in una grande industria birraria è sempre più richiesta una formazione riconosciuta”.
Insomma, il mercato internazionale è in espansione e il lavoro presso birrifici e aziende di distribuzione, o come produttori o consulenti all’interno di aziende e attività di ristorazione è sempre più richiesto.
