Chi userà ChatGPT?

Non tutti i professionisti sono destinati al connubio con l’intelligenza artificiale, alcuni però devono prepararsi a integrarlo presto nella loro quotidianità

4 giu 2024
3 minuti di lettura

Da quando ChatGPT è diventato disponibile, alla fine del 2022, il chatbot gratuito e basato sul machine learning viene usato quotidianamente da molti lavoratori ed è diventato subito tanto popolare da essere integrato in diverse task giornaliere. La sua popolarità ha presto raggiunto un picco tale da mostrare le proprie debolezze e i propri limiti, costringendo diverse figure a rinunciarvi per non allungare procedimenti complessi che speravano di accorciare in tempistiche dallo strumento.

Nonostante ciò, ci sono invece molte persone che l’hanno introdotto con successo nel proprio flusso di lavoro per aumentare la propria produttività o farsi venire nuove idee quando si trovano davanti a un blocco creativo.

Usato come se fosse un assistente o “uno stagista”, viene utilizzato per chiedere di rivedere testi in inglese prima di mandare una mail importante, se non si è sicuri del proprio livello linguistico, di aiutare a generare qualche spunto quando si intraprende un nuovo progetto o organizzare al meglio il curriculum di un cliente, quando si lavora nelle risorse umane.

Quali sono nello specifico, quindi, le figure professionali che hanno integrato ChatGPT nei processi lavorativi?

Oltre ai già citati addetti all’HR, programmatori e data analyst lo usano spesso per farsi aiutare nella scrittura di codici in linguaggi di programmazione complessi o che non conoscono bene, mentre insegnanti di italiano lo utilizzano per impostare il proprio lavoro, soprattutto quando si tratta di elaborare testi utili ai compiti in classe. Viene chiesto al chatbot, infatti, di proporre tracce che contengano un certo numero e varietà di regole grammaticali per le verifiche da sottoporre agli studenti, per esempio.

Per impiegati d’ufficio è diventato uno strumento importante per impostare correttamente mail formali ed esaustive per esporre un’idea o un progetto, ma viene utilizzato anche nel campo dell’event management per elaborare il piano di organizzazione o promozione di un evento aziendale.

Diversi agenti immobiliari lo preferiscono per redigere descrizioni di annunci per le case che attirino l’utenza e l’interesse di potenziali clienti, mentre impiegati di banca lo sfruttano per elaborare un gran numero di dati evitando di utilizzare strumenti standard come Excel.

Gli esempi sono molti. Negli Stati Uniti l’utilizzo massiccio di ChatGPT per aumentare la propria produttività sul posto di lavoro è arrivato a generare una certa disuguaglianza in termini di performance e, quindi, anche di ricompense e aumenti tra chi ha imparato a usarlo – spesso senza dirlo ai colleghi o ai superiori – e chi invece continua a lavorare come faceva prima. Questa è anche una delle motivazioni per cui sono stati incentivati corsi di formazione e workshop per far apprendere ai dipendenti interessati l’utilizzo di strumenti con intelligenza artificiale.

Utilizzarlo, tuttavia, non porta necessariamente a un’automatica crescita della produttività e sono ancora da valutare le conseguenze dell’utilizzo sul lungo periodo di strumenti come ChatGPT.

Certamente quello che emerge è che può essere un notevole sostegno per lavori macchinosi e tediosi, spesso legati a processi burocratici, ma rimane implicita la necessità di una “mano umana” presente, per regolarne l’uso ed evitare errori e debacle importanti.

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