Come essere produttivi senza stress

Impegnato non è sinonimo di stressato, la produttività lavorativa può essere al massimo anche senza sfociare in stress e sovraccarico mentale

13 set 2024
3 minuti di lettura

Settembre mese di ripresa delle attività lavorative. Ma come tornare a essere efficienti senza essere fagocitati dalle scadenze? Essere produttivi non dovrebbe avvenire a discapito della propria serenità mentale. La determinazione e disciplina necessaria per eseguire correttamente e costantemente il proprio lavoro è importante, se adeguatamente bilanciata con un contesto lavorativo positivo e accogliente verso le proprie esigenze e limiti.

Laura Mae Martin, esperta di produttività interna presso il gigante della tecnologia Google che ha appena pubblicato un libro sull'argomento, in cui afferma che la vera produttività richiede un approccio diverso a quello a cui siamo stati abituati fino ad adesso. Nel suo "Uptime: A Practical Guide to Personal Productivity and Wellbeing" afferma che gli impiegati devono riflettere al meglio su come progettare le proprie giornate: cosa fare, quando farlo, dove farlo e come farlo bene.

Per ribadire il concetto, presenta uno scenario solitamente legato all’ozio. Fa l’esempio di un’attività ricreativa senza impegno e si domanda: stare sul divano e guardare ininterrottamente il proprio programma TV preferito potrebbe essere considerato "produttivo"? La sua risposta è: sì.

Mettendo da parte un po' di tempo libero per se stessi è estremamente produttivo se permette di ricaricare le batterie per le ore lavorative che seguiranno. Servono dunque programmi sostenibili da ogni lavoratore che permetta di dare il massimo ogni giorno in ambito lavorativo.

Cosa fare: creare una lista di attività, sceglierle in base al livello di proprietà e in base al senso di soddisfacimento personale da cui si può ricavare come professionista. In base a ciò, le energie saranno concentrate in modo efficace e, dunque, produttivo.

Quando e dove sono invece domande molto più complesse che variano per ogni individuo, soprattutto dopo che la pandemia ha reso i nostri orari lavorativi più flessibili. Se si è più efficienti in ufficio, in compagnia, a casa o in solitudine, per esempio. O ancora, se si è una persona mattiniera o il cui picco di energia si concentra nelle ore serali, sono elementi che vanno tenuti in considerazione e che un bravo manager sa assecondare nel proprio dipendente al fine di non causare “burn out” tra gli impiegati e portare a termine i progetti nel modo più ottimale. Le ore di riposo sono fondamentali tanto quanto le cosiddette “Power Hours” e vanno ottimizzate, per esempio dedicando alle fasce orarie più “sottotono” le attività che richiedono meno concentrazione.

Definiti questi aspetti, c’è solo un ultimo elemento da considerare per l’implementazione della propria capacità produttiva senza stress: come lavorare al meglio? Soprattutto quando si lavora con la tecnologia, essere costantemente raggiungibili è rischioso per la propria salute mentale a lavoro e, di conseguenza, la propria produttività. L’opzione ideale consigliata da Martin stessa nel suo libro, sarebbe dedicare degli orari - rispettarli e farli rispettare tassativamente – a compiti legati all’interazione con i dispositivi elettronici. Scegliere un momento specifico della giornata per dedicarsi allo smaltimento della posta elettronica, per rispondere alle mail o categorizzarle in base al livello di priorità è solo un esempio su come essere efficienti senza strafare. Se necessario, suggerisce anche di bloccare ad orari specifici alcune app sullo smartphone, in modo che sia il lavoro stesso a rimanere il consumatore delle proprie ore, senza “farsi consumare” tempo ed energie preziose dal proprio lavoro, in modo che non diventino un mezzo contro se stessi.

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