Come Fare Per

Come fare per aprire un franchising

L'apertura di un negozio in franchising può rappresentare una soluzione che riduce gli svantaggi, aumentando al contrario le opportunità di successo

26 mag 2023
4 minuti di lettura

Avviare un'attività commerciale in proprio è una soluzione lavorativa che contiene numerosi vantaggi, ma anche non poche criticità da affrontare: burocrazia, logistica, ideazione di un business plan, creazione di un marchio vincente. In questo senso, optare per l'apertura di un negozio in franchising può rappresentare una soluzione che riduce gli svantaggi, aumentando al contrario le opportunità di realizzare un progetto professionale di successo.

Vediamo perché. Innanzitutto la definizione tecnica di franchising: si tratta di un contratto stipulato tra due soggetti giuridici – economicamente e giuridicamente indipendenti – attraverso cui una parte franchisor (affiliante) concede all’altra franchisee (affiliato) la disponibilità – verso il pagamento di un corrispettivo – di un insieme di diritti di proprietà industriale od intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di aderenti distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi dell’affiliante.

Con l’introduzione della Legge Bersani, nel 2007, le attività commerciali hanno beneficiato di una serie di libertà tra cui quella di poter aprire un negozio senza richiedere la licenza se questi ha una metratura inferiore ai 250mq. Aprire un'attività di questo genere, significa in partenza avere come condizioni di partenza ideali le predisposizioni personali, gli obiettivi da perseguire e soprattutto guadagni che si vogliono ricavare con un piano nel breve, medio e lungo termine. Vanno considerati, inoltre:

  • l’esperienza sulla quale poter contare e gli anni di attività nel settore oltre che il settore stesso;
  • il numero di affiliati che conta e il loro grado di soddisfazione;
  • la visibilità del brand e come questo sia percepito sul mercato di riferimento;
  • i bilanci e le statistiche che riguardano, ad esempio, il numero di punti vendita chiusi in un determinato arco di tempo che di solito va da 1 a 2 anni dall’apertura.

Da un punto di vista operativo, nel momento in cui si opta per un’attività in franchising, lo schema prevede un rapporto consolidato dove il titolare “originario” dei prodotti e dei servizi si occupa tanto di standardizzare e unificare l'esperienza – dall'arredamento ai menu, dal listino prezzi alle promozioni – così come di approntare la strategia commerciale, mentre al titolare del punto vendita spetta l'onere di aprire materialmente l'attività e di farla crescere dal punto di vista economico.

Ricorrendo a questa formula, si possono aprire asili nido, palestre e attività industriali, ipotizzando la seguente suddivisione:

  • Distribuzione: riguarda la vendita di prodotti: negozi di scarpe, abbigliamento, supermercati;
  • Servizi: concerne l’erogazione di servizi, appunto: parrucchieri, agenzie di viaggio, agenzie immobiliari;
  • Industria: quando l’oggetto dell’accordo riguarda la fabbricazione di beni e poi, generalmente, la loro commercializzazione (ad esempio come nel caso di Coca Cola con gli imbottigliatori).

In Italia, l’affiliante e l’affiliato generalmente stipulano un contratto di franchising con una durata media di sei anni. Evidentemente, nel momento della stipulazione del contratto, il franchisor deve prestare la massima attenzione alla tipologia di contratto a cui affidarsi, poiché la scelta di una tipologia rispetto ad un’altra comporta ulteriori condizioni di carattere contrattualistico. Per avere una stima possiamo affidarci ai dati rilevati dal rapporto 2019 di Assofranchising Italia secondo cui il 18,2% dei business in franchising richiede una spesa che va dai 10mila-20mila euro e il 18,5% di una spesa che va dai 50mila-100mila euro.

Un buon business plan è il punto di partenza per aprire un negozio di successo con un elenco preciso dei costi da affrontare e un piano di rientro dell’investimento ben dettagliato. Risulta complesso fare una stima dei costi perché ogni categoria merceologica richiede, oltre a dei costi fissi, dei costi variabili che è difficile stimare. Infine, un dato geografico: in generale è la Lombardia la regione con più punti vendita in franchising attivi, seguita da Lazio e Campania; maglia nera per Molise, Basilicata e Valle d’Aosta. Ma in termini di redditività, nel 2018, è l’area Sud ad aver generato il miglior risultato.

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