Come Fare Per

Come fare per lavorare nel settore dell’AI

Ingegneri del prompt, programmatori, machine learning creative producer: sono i mestieri del domani. Quali sono le competenze richieste e i percorsi formativi

15 ott 2024
4 minuti di lettura

L'avvento dell'intelligenza artificiale generativa sta trasformando la natura di molte professioni e aprendo nuove frontiere nella collaborazione uomo-macchina. Secondo il Microsoft Work Trend Index sta crescendo sempre di più il fenomeno del Bring your Own AI, ovvero l’utilizzo in autonomia di tool di intelligenza artificiale. Il 73% degli Italiani, a tal proposito, utilizza già l’AI generativa al lavoro, ma attraverso applicazioni non aziendali. Sebbene sia difficile prevedere con certezza quali nuovi ruoli emergeranno, lo studio del World Economic Forum e Accenture individua opportunità in diversi settori.

Si va dai programmatori che sviluppano algoritmi più efficienti, agli ingegneri elettrici che progettano hardware. Una nuova figura chiave sarà quella dell'ingegnere del prompt, con il compito di affinare gli input forniti ai sistemi generativi per ottimizzarne le risposte. Altrettanto importanti saranno professionisti come gli UX designer, incaricati di progettare interfacce intuitive per rendere l'IA accessibile anche a utenti non esperti. Il cleanroom developer, una figura che si occuperà di razionalizzare i dati aziendali, rendendoli comprensibili e utilizzabili. Inoltre, per prevenire la generazione di contenuti pregiudizievoli o pericolosi da parte dei sistemi di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, sarà fondamentale la figura dell'addetto alla cybersecurity dei contenuti. Infine, il machine learning creative producer, nello specifico, sfrutterà innovativi software di produzione creativa per sviluppare sempre più rapidamente e automaticamente nuove applicazioni, riducendo drasticamente il tempo di produzione.

Ormai l’IA comincia a prendere piede come materia d’insegnamento anche alle scuole superiori. Il liceo di scienze applicate Ettore Majorana di Brindisi e l’istituto tecnico Piersanti Mattarella di Modena sono stati selezionati da un progetto OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) per l’insegnamento delle IA ad alunni e docenti. All’istituto tecnico professionale Marconi Pieralisi di Jesi in provincia di Ancona, l’intelligenza artificiale è stata invece inserita in via sperimentale per un’ora a settimana come materia integrata nell’indirizzo di informatica e telecomunicazioni.

In generale, chi vuole lavorare con l’AI deve possedere una serie di competenze trasversali e conoscere in modo approfondito:

  • i linguaggi di programmazione specifici, in particolare nel mondo di Python;
  • l’ingegneria del software;
  • il deep learning e il machine learning;
  • le reti neurali;
  • l’analisi e gestione dei dati;
  • le tecnologie dei big data e la business intelligence (BI);
  • la realtà virtuale e aumentata;
  • l’analisi di immagini e video (computer vision);
  • il text mining e l’elaborazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing);
  • la robotica e la meccanica meccatronica;
  • la statistica, l’algebra e il calcolo delle probabilità;
  • il digital marketing e il web analytics.

Le università italiane mettono a disposizione degli studenti numerosi corsi di laurea triennale e magistrale per acquisire tutte le competenze tecnologiche, informatiche e di business integrate sopra citate. I percorsi di studio più tradizionali sono quelli in informatica, ingegneria elettronica, ingegneria informatica, fisica, matematica, statistica ed economia. Esistono anche altri percorsi didattici che, in maniera interdisciplinare, affrontano le tematiche dell’intelligenza artificiale. Dalla laurea magistrale in “Artificial Intelligence Systems” dell’Università di Trento alla triennale in “Data, Algorithms, and Machine Intelligence” dell’Università di Palermo. Naturalmente esistono anche svariati master di primo e secondo livello per avere una specializzazione post-laurea e garantirsi una formazione avanzata sul tema. Per citarne soltanto alcuni: la Luiss di Roma ha un master in “Intelligenza artificiale - tecnologie, regolamentazione, etica e società”; il Politecnico di Milano in “Intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione”; l’Università della Calabria in “Artificial Intelligence e Data Science” e la Federico II di Napoli in “Intelligenza artificiale per le scienze umane”.

In conclusione, possiamo ben affermare che la crescente integrazione dell'intelligenza artificiale generativa nel mondo del lavoro e della formazione rappresenti una sfida e un'opportunità senza precedenti. Investire nelle competenze necessarie per affrontare questa evoluzione è fondamentale per prepararsi a un futuro in cui la collaborazione tra uomo e macchina sarà parte della nostra quotidianità.

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