Cybervetting: indagare la vita online dei candidati può aiutare i recruiter?

Un nuovo modus operandi delle risorse umane sembra essere indagare le digital footprint durante la selezione

30 nov 2023
3 minuti di lettura

È successo nel 2013 con Justine Sacco, la manager licenziata per aver scritto un tweet razzista mentre era in volo per l’Africa. Più recentemente in Gran Bretagna, quando nel 2021 una dipendente è stata licenziata a seguito di un post contro la comunità transgender.

Quello che scriviamo online dice molto di noi, anche a chi lavora nelle risorse umane.

La digital footprint è la nostra impronta digitale sul web: raccoglie tutte le attività di internet, i nostri post social e le interazioni con altri utenti. Nonostante sembri tutto ineffabile, negli anni è diventato evidente che quello che facciamo sul web rimane, anche se apparentemente cancellato, e può potenzialmente avere grosse conseguenze sulla nostra vita privata, ma anche lavorativa.

Nella fase di selezione sembra, quindi, diventato essenziale indagare ciascun candidato anche nel modo in cui si pone sui social e online, per quanto eticamente discutibile.

In che modo?

Il cybervetting indica, nell’ambito della selezione del personale, l’utilizzo delle informazioni disponibili online del candidato. Quello che viene analizzato può includere: profili social, motori di ricerca, referenze e conversazioni. Nel processo di ricerca dei talenti snellisce di molto il processo, mentre nella fase di colloquio permette di avere molte più informazioni sul potenziale candidato rispetto a quelle disponibili sul curriculum che viene presentato.

Per quanto riguarda il contenuto, può essere rilevante per constatare se gli ideali del candidato si allineano con quelli dell’azienda, indagare l’uso dei social in termini di condivisione di informazioni personali. Se un candidato parla apertamente di argomenti privati, potrebbe potenzialmente divulgare informazioni lavorative confidenziali?

Anche la frequenza e l’intensità delle conversazioni è importante, l’utilizzo costante può far intendere che durante le ore di lavoro sia una persona che propende a utilizzare i social e distrarsi, producendo meno del previsto.

Come ci presentiamo online è diventato tanto importante quanto il modo in cui ci presentiamo di persona e il tuo futuro datore di lavoro potrebbe aver fatto la tua conoscenza prima della classica stretta di mano.

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