Detenuti e lavoro, i progetti per la formazione e il reinserimento
I programmi attivi presso gli istituti di pena in Italia, dalla Lombardia fino alla Calabria
Alla base del concetto di reintegro sociale vi sono senza dubbio le possibilità di recupero offerte all’interno del mercato del lavoro nei riguardi detenuti ed ex detenuti, considerando che la dimensione professionale può condurre alla rieducazione degli individui, finalità ultima delle misure detentive. Proprio per questa ragione, le istituzioni carcerarie e le associazioni propongono con continuità progetti e iniziative che intendono formare le persone che hanno scontato o stanno scontando una pena detentiva, al fine di sfruttare il tempo a disposizione subito e in seguito le nuove competenze acquisite. Del resto, sono le cifre sono interessanti, considerando che secondo i dati più recenti, su un totale di 54.841 detenuti, i lavoranti sono complessivamente (il dato è al 30 giugno 2022) 18.654. Di questi 16.181 sono alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, mentre i lavoranti non alle dipendenze dell’amministrazione sono 2.471. Un processo tutt'ora in fase di ulteriore sviluppo, grazie al coinvolgimento di grandi gruppi imprenditoriali, italiani e non solo: si va da Telecom Italia a Fastweb, fino a Tiscali e Vodafone, passando per Sky e Windtre.
Come nel caso del progetto denominato “Lavoro Carcerario” nella struttura romana di Rebibbia, uno degli istituti più grandi del nostro Paese: il programma, realizzato con i gruppi Open Fiber e Sirti, prevede che detenuti possano lavorare anche all’esterno del carcere, per realizzare la posa e giunzione delle reti in fibra ottica. Sempre presso l'istituto romano, inoltre, è attivo il “Laboratorio Rework – Il valore della formazione e del lavoro in carcere”, lanciato dalla Casa Circondariale Femminile assieme a Linkem. L'iniziativa ha seguito un'esperienza maturata a Lecce, dove Linkem aveva in precedenza lavorato presso la Casa Circondariale portando all'assunzione di10 detenuti nella sezione maschile e realizzato il progetto di trasformazione digitale UNiO, il sistema di video colloqui con i familiari che consente ai detenuti di usufruire di postazioni dedicate e progettate ad hoc.
A Messina, invece, presso il carcere di Gazzi, da tempo sono attivi programmi messi in campo per assicurare un futuro diverso a chi passa per le celle. Qui tanti detenuti hanno seguito corsi di formazione professionale, hanno conseguito il diploma e oggi alcuni di loro si preparano alla laurea, grazie alla collaborazione con l’Università di Messina. E in molti hanno già cominciato a lavorare, nei momenti di semi libertà, grazie alla convezione con Messina Servizi Bene Comune. Il progetto ha consentito che molti detenuti abbiano appreso come si compila un curriculum, come ci si deve rapportare ai colloqui di lavoro, quali sono le principali opportunità di inserimento attuali, come si può arricchire il proprio curriculum sia in carcere che una volta fuori, grazie ai tirocini di inclusione sociale. Come quello effettuato da alcuni a Messina Servizi, appunto. Una esperienza che è stata illustrata per spiegare la cosa più importante dell’incontro, accanto all’aspetto legato agli strumenti di orientamento veri e propri.
A Milano e nella sua area metropolitana, invece, è stato siglato da poco un protocollo che coinvolge gli istituti penitenziari di San Vittore, Opera e Bollate: le amministrazioni si sono impegnati a rendere disponibili gli spazi dove poter svolgere le attività di sportello, mentre le altre istituzioni collaboreranno alla gestione dei diversi progetti messi in campo. L'iniziativa è stata possibile grazie alla collaborazione tra Galdus, scuola di formazione, con Afol Metropolitana e Regione Lombardia. Lo sportello rappresenta un nuovo modello integrato realizzato in linea con il programma Gol-Garanzia occupabilità dei lavoratori.
Infine, da segnalare le attività svolte presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro, dove è prevista a breve la partenza del progetto “Dolce Lavoro” finanziato da Fondazione Con il Sud, con un laboratorio di pasticceria, attività di tirocinio che ambiscono a essere una vera opportunità di inclusione socio-lavorativa.