Economia circolare: cooperazione e buone pratiche per lo sviluppo sostenibile
Sono diversi progetti europei e nazionali che stanno promuovendo la cooperazione tra università, enti di formazione professionale e aziende
Ridurre al minimo gli sprechi e i rifiuti, favorendo il riutilizzo e il riciclaggio delle risorse. Promuovere lo sviluppo in un'ottica sostenibile, liberando risorse e creando nuova occupazione. In questo contesto, diversi progetti a livello europeo e nazionale stanno promuovendo la cooperazione strategica tra università, enti di formazione professionale, consorzi di aziende, istituzioni e non profit. Tra gli altri, il progetto Ceres, finanziato dal programma Horizon Europe, che coinvolge università, enti di formazione professionale, consorzi di aziende e organizzazioni non profit.
L'economia circolare contiene una visione del futuro che può contribuire a migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale. A livello nazionale, la piattaforma italiana per l'Economia circolare, Icesp, è un'iniziativa che mira a promuovere l'economia circolare in Italia, promossa da ENEA come iniziativa speculare e integrata a ECESP, Piattaforma Europea per l'Economia Circolare, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza dell’economia circolare, mappare le buone pratiche di economia circolare e favorire il dialogo multistakeholder.
Icesp ha l'obiettivo di:
- sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dell'economia circolare;
- promuovere la cooperazione tra gli attori del settore;
- sviluppare nuove politiche e strumenti per l'economia circolare.
Proprio a queste azioni mira anche il programma Ceres, che intende operare sia nel campo della formazione che in quello del lavoro, all’interno dell’attuale contesto economico, sociale ed ambientale che vede intrecciarsi le sfide dell’innovazione, alla necessità di nuove competenze e alla digitalizzazione nel mezzo di una crisi climatica e della necessità di un’economia sempre più circolare.
Per fare questo il progetto si muove nella transizione ecologica con un ruolo attivo, attraverso la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione, valutando quali siano le tecnologie digitali da utilizzare per una transizione equa verso l’economia circolare: dall’eco-progettazione dei prodotti ai nuovi modelli di business, dalle materie prime seconde alle buone pratiche.
Nello specifico, il programma intende favorire lo sviluppo di approcci innovativi e multidisciplinari all’insegnamento e all’apprendimento nel campo dell’economia circolare, rafforzando le capacità di resilienza degli studenti e dei lavoratori: si rivolge infatti ad universitari ma anche a quelle aziende che vogliono restare al passo con le esigenze della doppia transizione, aggiornando le competenze dei propri lavoratori. E, ancora spingere le stesse aziende e le catene di fornitura ad affrontare la responsabilità sociale d’impresa aumentando, ad esempio, la consapevolezza in materia di economia circolare, non solo tra i lavoratori ma anche nella società.
Infine, un’interessante iniziativa in Calabria, con il progetto KARMA, Economia circolare nel settore delle costruzioni: agire oggi per un futuro migliore. Nel dettaglio, Karma intende fornire la possibilità di incidere sullo strumento di attuazione della politica di coesione nell’economia circolare, in riferimento al settore dell’edilizia pubblica e residenziale. I partner del progetto sono sette, tra cui, appunto, la Regione Calabria: capofila del progetto è la Città di Amburgo, che eccelle in best practices nel settore del recupero/riciclaggio degli inerti da C&D, insieme all’altro partner esperto Agenzia della gestione dei rifiuti delle Fiandre (BE).