IAMGREEN, la startup che rivoluziona il settore del riciclo
Nata solo nel 2022 ma vincitrice di numerosi premi, è composta da giovani ingegneri che hanno ideato nuovi ecocompattatori totalmente innovativi
“Un mondo migliore oggi, per le generazioni di domani”. È questo il claim con cui si presenta IAMGREEN, una startup nata da poco, nel 2022, composta da giovani ingegneri. Unico obiettivo: rivoluzionare il settore del riciclo. “La nostra startup è nata tre anni fa, quando ci siamo incontrati lavorando insieme in un'azienda specializzata in macchinari di collaudo e automazione – racconta Antonio Cobliaco, co-founder, CEO e CTO dell'azienda, con più di 14 anni di esperienza alle spalle in ricerca e sviluppo per i settori dell’elettronica e dei macchinari industriali, guida il team di ingegneria -. L'idea di innovare nel settore del riciclo è nata dall'ascolto attento delle esigenze delle aziende: abbiamo scoperto che la materia riciclata costa ora il 30% in più rispetto alla materia vergine. Questo dato ci ha spinti a riflettere su come poter contribuire concretamente alla riduzione di questo divario economico, incentivando così una maggiore sostenibilità ambientale”.
La squadra è composta da dieci professionisti, con età media di circa 30 anni, tra ingegneri ed economisti, “il che garantisce una complementarità essenziale per coprire tutti gli aspetti del progetto”, spiega Islam Mohamed, Co-Founder, COO e CSO dell'azienda, con più di 10 anni di esperienza nel settore industriale e dell’elettronica, orientato sulle tematiche commerciali e con una laurea in Economia aziendale. “Abbiamo avuto l'opportunità di incontrarci e collaborare in realtà specializzate nel mondo dei macchinari industriali e per l'automazione, dove sono state acquisite competenze significative nel miglioramento dei processi industriali, con un particolare focus sulla precisione”, continua Islam. I due fondatori hanno un pregresso di collaborazione decennale con competenze complementari che hanno permesso di intraprendere questo percorso imprenditoriale insieme. Sono affiancati da un terzo socio, Nicolò Zanotto che garantisce una corretta gestione delle finanze, tema molto importante per una startup così giovane, infine ci sono alcuni collaboratori che lavorano da remoto dagli Stati Uniti a supporto del team engineering (HW&SW), come Marco Pomponio
Ma entriamo nel vivo del progetto. IAMGREEN produce macchinari, gli ecocompattatori: “I nostri ecocompattatori sono innovativi principalmente per due ragioni – spiega Cobliaco -. Primo, non si limitano alla semplice raccolta degli imballaggi, ma permettono anche il riciclo diretto sul posto. Questo include processi come la triturazione per la creazione di fiocchi, la decontaminazione e infine l'estrusione per produrre i pellet. Questo approccio integrato consente una gestione del riciclo molto più efficiente e sostenibile. Il secondo elemento di innovazione – continua il fondatore - è la modularità del macchinario. Ogni step del processo è modulare, permettendo così una rapida manutenzione e personalizzazione in base alle specifiche esigenze dei clienti e alle diverse tipologie di materiali da trattare. Questa flessibilità rende il nostro ecocompattatore estremamente versatile e adattabile, fornendo un significativo valore aggiunto rispetto ai tradizionali sistemi di riciclo”.
“Il nostro primo prototipo – specifica Cobliaco - è focalizzato sulla lavorazione degli imballaggi in plastica, materiale ampiamente impiegato e soggetto a regolamentazioni stringenti che richiedono soluzioni urgenti. Tuttavia, il design modulare della macchina ci permetterà in futuro di espandere le sue capacità per includere il trattamento di altri materiali, come l'alluminio. Questa flessibilità assicura che il nostro approccio possa adattarsi a diverse esigenze e contribuire significativamente alla riduzione dei rifiuti in vari settori”.
Non è facile distinguersi all’interno di un mercato ampio e competitivo, come quello dei prodotti sostenibili e sistemi di riciclo. “La nostra startup si avvale di una notevole dinamicità e velocità nello sviluppo e nell’applicazione di nuove tecnologie. Questo ci permette di reagire prontamente alle esigenze del mercato e di introdurre soluzioni innovative con maggiore agilità rispetto ai grandi player – racconta Islam -. Inoltre, ci differenziamo dalle altre startup del settore grazie ai molti anni di esperienza accumulata nel campo dell’automazione, del testing e dei processi ad alto livello tecnologico”.
L’esperienza premia, così come l’entusiasmo e una visione ottimistica del futuro. “Stiamo pianificando di ampliare il nostro team attirando talenti che siano motivati a collaborare con la nostra realtà – continua Islam -. Con l'entrata in vigore del decreto Mangia Plastica, prevediamo di installare le prime macchine sul territorio nazionale e successivamente avviare la fase di industrializzazione. Questo rappresenta solo il primo passo verso l’espansione internazionale, che vedrà la nostra tecnologia varcare i confini nazionali”.
La startup ha vinto numerosi riconoscimenti, dopo essere partiti da zero e cresciuti dentro l’incubatore del Politecnico di Torino. “Il Politecnico di Torino e il suo incubatore (I3P) giocano un ruolo fondamentale nel panorama italiano – racconta Mohamed -. Sin dal primo contatto avvenuto nell'estate del 2023, abbiamo subito trovato forte sintonia con la direzione e con i tutor, che ci hanno accompagnato verso la prima scalata della nostra crescita, dandoci la possibilità, anche attraverso il loro network e il concorso Startcup Piemonte, che ci ha garantito l'accesso alla finale del Premio Nazionale per l'Innovazione e forte visibilità. Proprio al Premio nazionale per l'innovazione, svolto alla fine dell’anno scorso, siamo stati premiati dal Musa come miglior startup Cleantech per l'Urban regeneration e abbiamo avuto accesso alle fasi semifinali di Encubator (programma di accelerazione dell'incubatore del Politecnico di Milano), che abbiamo poi vinto, ottenendo un grant di 40.000 euro da COREPLA, e il percorso di accelerazione del PoliHub”.
In fase di costituzione, non erano mancate le difficoltà: “Sono state principalmente legate alla poca conoscenza dell'imprenditoria in Italia, connesse a temi fiscali, normativi e finanziari – spiega Zanotto -. Dopo la costituzione invece, sono arrivate le difficoltà per reperire i fondi necessari all'attività e il personale qualificato, con competenze, che sposasse un progetto pieno di potenziale ma incerto (come dice la definizione stessa di startup)”.
Nonostante ciò, i giovani fondatori mostrano tutta la loro passione nel progetto e nella loro idea, diventando dei veri motivatori per altri giovani che vogliano intraprendere un percorso imprenditoriale. “Ai giovani che hanno un'idea imprenditoriale e il desiderio di trasformarla in realtà, vorremmo dire: eravamo e siamo ancora come voi – racconta con emozione Cobliaco -. Capiamo che possa sembrare intimidatorio fare il grande salto, ma è fondamentale farlo. Esistono enti, gruppi di accelerazione e istituzioni pronti a supportarvi e a credere nel vostro progetto. Tuttavia, è essenziale che voi per primi crediate fermamente nella vostra idea, specialmente nei momenti di difficoltà, quando tutto sembra andare storto. È importante, però, non innamorarsi ciecamente della propria idea: studiate approfonditamente il mercato e siate sempre pronti ad adattare la vostra proposta in base al feedback ricevuto, proprio come abbiamo dovuto fare noi.
Se vi sentite ancora un passo indietro rispetto a dove vorreste essere, non esitate a prendere l'iniziativa: contattate attivamente le persone nelle startup e nelle aziende che operano nel vostro campo di interesse. Queste realtà sono sempre alla ricerca di nuovi talenti e di persone con la vostra energia e le vostre idee innovative. Non abbiate paura di “disturbarli”: mostrate loro cosa potete fare e la passione che guidate”.