Il rilancio dei borghi italiani come opportunità di sviluppo
Sono numerose le iniziative e i progetti pensati per la ripartenza sociale ed economica di tanti piccoli comuni del nostro Paese
Lavorare sul paesaggio e sulle strutture, riqualificare il patrimonio architettonico dei borghi italiani; rilanciarne le prospettive a livello tanto abitativo quanto turistico, contribuendo al ripopolamento di luoghi di grande suggestione ormai abbandonati e allo stesso tempo innescando circuiti virtuosi di economia circolare. Sono questi alcuni degli obiettivi di numerose iniziative e progetti pensati per la ripartenza sociale ed economica di tanti piccoli comuni del nostro Paese, anche e soprattutto sul fronte dell’innovazione tecnologica. Programmi, in particolare, che prevedono di far diventare i centri storici in stato di abbandono o semi abbandono strutture di varia natura: alberghi diffusi, centri di ricerca, RSA, residenze per smart workers e lavoratori digitali.
Naturalmente, per agire in questo senso sono necessari interventi sulle infrastrutture, sia architettoniche che tecniche: lavorando, dunque, sul potenziamento della rete a banda larga, eliminando il digital divide. A questo proposito, il 19 aprile scorso è stato pubblicato l'avviso “Abilitazione al Cloud per le PA locali”, nell’ambito dell’investimento “Facilitazione Migrazione al Cloud” della Missione 1 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, per cui sono previsti circa 500 milioni di euro di finanziamento. Le risorse della misura, in particolare, sono rivolte al 40% per i comuni delle regioni Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
L’avviso “Pnrr borghi”, invece, riguarderà il rilancio di 250 comuni già selezionati a bando: un intervento di sistema, pensato per l'attrattività dei borghi storici e che è articolato in due differenti linee di azione, pensate per soddisfare diverse esigenze. La prima linea, alla quale sono destinati 420 milioni di euro, sosterrà progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o abbandonati, tramite la realizzazione di un numero limitato di interventi di carattere esemplare, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma per un totale di 21 località complessive. Ciascun intervento, nel dettaglio, sarà di importo pari a 20 milioni di euro e sarà finalizzato al rilancio economico e sociale di borghi disabitati o caratterizzati da un avanzato processo di declino e abbandono. I progetti dovranno prevedere l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali. Come evidenziano i dati più recenti, infatti, il lavoro da remoto sarà utilizzato anche oltre la scadenza del regime semplificato, già prorogato al 30 giugno, da circa nove imprese su dieci. E in questa ottica si è sviluppato a sua volta il fenomeno ormai noto come south working, tanto che una percentuale significativa di aziende, pari a circa il 15 %, consentirà di lavorare a distanza ai dipendenti originari delle regioni meridionali anche dopo il 30 giugno.
La seconda linea d’azione del programma legato alla rinascita dei borghi, invece, mira alla realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale di almeno 229 borghi storici. In particolare, 380 milioni andranno a sostenere le proposte presentate dai Comuni e 200 milioni di euro verranno indirizzati quale regime di aiuto a micro, piccole e medie imprese localizzate o che intendono insediarsi nei borghi che saranno selezionati. Con bando successivo, i 200 milioni di euro della seconda componente verranno assegnati alle imprese che svolgono attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali localizzati nei Comuni selezionati per la realizzazione dei progetti di rigenerazione culturale, fino a un totale complessivo tra le due componenti di circa 2,53 milioni di euro a borgo.
Un programma, quello del recupero dei borghi italiani, che potrebbe consentire di recuperare aree del paese altrimenti condannate al declino, permettendo al contrario la rinascita di spazi spesso unici per il patrimonio di bellezza culturale, artistica e sociale – basta pensare alle tradizioni nascoste in città dalla storia antichissima – dai quali passa un nuovo fermento in una nazione che ha fatto da sempre della propria diversità un tratto felicemente distintivo.