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Inclusione e inserimento lavorativo: la missione di Hic et Nunc

L’Associazione di Messina si è distinta per il suo impegno sociale: interviene sul territorio per recuperare i giovani in difficoltà, promuovendo progetti di stampo formativo e collaborando con altri enti del Terzo Settore

7 nov 2024
5 minuti di lettura

“Porre l’accento sulla persona e sulle sue naturali inclinazioni, perché ognuno di noi possiede un talento che riesce a far esplodere soltanto coltivandolo, dandosi da fare giorno dopo giorno”. Questo è lo spirito che muove le azioni di Hic et Nunc, associazione di Messina che si è distinta a livello nazionale per il suo impegno sociale. Assistenza, inclusione sociale, attività educative volte all’orientamento e all’inserimento lavorativo, l’associazione opera direttamente sul territorio per recuperare i giovani ai margini sociali, promuovendo progetti e laboratori di stampo formativo e collaborando con altri enti del Terzo Settore.

“L’associazione nasce nel 2011 per dare forma giuridica alle attività già poste in essere da anni dai soci, attività quali distribuzione di generi alimentari alle famiglie indigenti e di aiuto allo studio ai ragazzi in difficoltà. Costituirsi in associazione ha consentito di intercettare risorse umane ed economiche per sostenere le attività descritte. Attualmente l’associazione si compone di 15 soci che sono anche volontari”, spiega Nicola Currò, presidente dell’associazione.

Da allora l’associazione è cresciuta come anche l’impegno e la passione. Sono nati diversi progetti negli anni che coinvolgono quotidianamente i volontari in diversi ambiti e confermano la volontà e l’impegno di sostenere e sollevare il territorio in cui operano. Tra questi figura il progetto ONEOFF.

“Il progetto ONEOFF – Pezzi Unici è frutto dell’esperienza maturata grazie alla partecipazione a “Se.Po.Pass. – Sentieri Ponti e Passerelle per il diritto alla crescita e allo studio”, una sperimentazione finanziata dall’Impresa Sociale “Con i bambini”. Partecipando a tale sperimentazione abbiamo maturato la consapevolezza del fatto che il processo educativo è un processo complesso che implica inevitabilmente l’essere unico della persona. Il bambino, prima, l’alunno, in una fase successiva, e, infine, lo studente approcciano il processo educativo e formativo a partire dalla propria unicità, così da rendere unica la propria crescita umana e culturale. Da tale osservazione esperienziale sono scaturiti l’idea e il titolo del progetto: "ONEOFF - Pezzi Unici", proprio perché ognuno di noi è un pezzo unico e apprende, studia e si forma in modo personalizzato, secondo i propri tempi, le proprie inclinazioni, i propri interessi personali e i talenti posseduti. Il progetto è centrato sulla pedagogia del “fare per essere”, cioè del fare accompagnato dalla riflessione su di sé e sulla realtà vissuta. I beneficiari target di ONEOFF sono giovani a rischio drop-out ai quali è proposto un percorso complementare al tradizionale corso scolastico. Il progetto ONEOFF – Pezzi Unici è stato sostenuto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Siciliana ai sensi dell’Avviso pubblico per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza regionale promossi da Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale e Fondazioni del terzo settore per la realizzazione di attività di interesse generale, secondo l’art. 5 del Codice del Terzo settore - Accordi di programma 2020-2021. Considerata la validità e l’apprezzamento da parte delle istituzioni scolastiche riguardo l’iniziativa ONEOFF abbiamo presentato e stiamo presentando ulteriori progettazioni per continuare le attività”, racconta il Presidente.

Ma quali sono i laboratori del progetto? “Ai giovani ONEOFF viene proposto l’impegno in uno dei laboratori del fare, che sono: cucina, apicoltura, sartoria, estetista, cura del verde, piccole manutenzioni, etc…. I laboratori sono attivati anche in funzione dei desideri e delle aspirazioni espressi dagli stessi giovani. Obiettivo dei laboratori è impegnare i ragazzi in attività pratiche attraverso le quali far acquisire loro competenze tecniche, ma i laboratori sono supportati da importanti momenti di acquisizione di competenze didattiche (se si sta preparando una pizza, viene spiegato che la forma è quella di un cerchio, come si misura l’area del cerchio, per sapere quanta salsa necessita, etc…) unite alla riflessione su di sé (essere) con l’obiettivo di condurre i ragazzi alla scoperta dei propri talenti”.

Un approccio pedagogico funzionale al tipo di ragazzi che vivono situazioni di difficoltà. Currò, in particolare, ha voluto raccontare le storie di due ragazzi che sono stati “recuperati” grazie alla pazienza e all’impegno.

“Potremmo raccontare tante storie, ma credo che due di queste siano particolarmente positive. La prima ha per protagonista Alessandro, studente delle scuole medie presentatoci come un caso difficilmente recuperabile. In effetti gli inizi non sono stati particolarmente brillanti. Alessandro lo abbiamo impegnato in tutti i laboratori, ma nessuno in particolare sembrava fare al caso suo. Un episodio ci ha però permesso di capire che la cucina poteva essere la sua strada. Dopo alcuni mesi di attività sono venuti a trovarci da tutta Italia gli amici dell'Associazione Santa Caterina da Siena.

L'accoglienza di questi amici è stata preceduta da giorni di preparazione, rispetto alla quale abbiamo tentato di responsabilizzare i ragazzi. Ed è stato proprio durante questo lavoro che Alessandro, giorno dopo giorno, ha fatto emergere quello che si è rivelato essere un suo talento: ha cominciato a fare proposte sul menù, ci ha aiutato a scegliere le pietanze da far gustare ai nostri amici fino ad arrivare a organizzare la cucina e il servizio in sala. Tutto si è svolto nel migliore dei modi, tanto che i nostri amici hanno voluto conoscere i ragazzi ONEOFF e fatto loro i complimenti. Da quel momento con Alessandro abbiamo lavorato sulla cucina, lo abbiamo proposto per un tirocinio in un ristorante gestito da un nostro amico e oggi è a tutti gli effetti parte della cucina e, cosa più importante, lui è contento del lavoro che sta facendo. C’è anche un aneddoto che riguarda Alessandro che mi piace raccontare. Siamo stati in gita prima a Trento e poi a Napoli e Alessandro molte volte si esprimeva attraverso bestemmie, usate più che altro come intercalari, e più volte l’ho ripreso per dirgli che bestemmiare non è buono né bello: insomma tutte le volte che bestemmiava io lo riprendevo dicendo che non doveva. Una sera, con mia moglie, siamo andati al ristorante dove lavora Alessandro, dopo un po’ lui è venuto a salutarci e, tra una battuta e un’altra, tira fuori la catenina che portava al collo con attaccato un piccolo crocifisso, ci guarda e ci dice: “Sai, non bestemmio più!”, inutile dire che sia io che mia moglie ci siamo commossi.

L'altra storia è quella di Federica. Una ragazza anch'essa frequentante la terza media con atteggiamenti oppositivi provocatori, non in grado di stare in classe e spesso protagonista di episodi violenti. I professori erano molto scoraggiati poiché nonostante tutte le loro iniziative nei confronti di Federica non riuscivano a scalfirla rispetto al suo atteggiamento. La prendiamo in carico con ONEOFF e le chiediamo cosa le piacesse fare, la risposta è stata: l’estetista. Attiviamo così il laboratorio di estetista, ma vi partecipa con poco entusiasmo e il più delle volte, durante i laboratori, crea un clima di disattenzione e disturbo continuo. Inoltre, influisce negativamente su alcune compagne spingendole ad assumere atteggiamenti e a fare cose non proprio belle. La situazione va avanti per alcuni mesi, sino a quando qualcuno di loro si rende protagonista del furto di un portafoglio di uno dei nostri operatori. Capiamo subito che non si tratta di un normale furto, ma di una situazione di ripicca nei confronti del nostro operatore. A seguito di tale episodio (il portafoglio lo abbiamo recuperato con tutto il contenuto) siamo intervenuti avendo davanti due prospettive: la sospensione dal progetto dei protagonisti del furto oppure far capire ai ragazzi che la persona non è identificabile con i propri errori. Da educatori abbiamo optato per la seconda ipotesi, per cui con Federica abbiamo iniziato un percorso uno a uno con una nostra operatrice che si è dedicata esclusivamente a lei. Abbiamo cominciato a prepararla per gli esami di terza media, un’impresa che sembrava ardua per una ragazzina che il più delle volte si appisolava a scuola, ma piano piano è venuto fuori il suo problema, ovvero che non si sentiva ascoltata e che non riceveva attenzioni da parte dei genitori, della mamma in particolare. Abbiamo capito che aveva un problema con la figura materna, da quel momento il percorso è stato tutto in discesa, tanto che ci ha chiesto di essere presenti il giorno dell’esame di terza media. È stato un esame al massimo delle sue possibilità che però ha colpito positivamente gli insegnanti, che non si aspettavano da Federica una performance positiva. Oggi Federica si è iscritta a un corso regionale di estetista e continua a sentirsi con noi.

Le storie di Alessandro e Federica sono sfide complesse che a volte si vincono, mentre altre volte si perdono, perché in gioco c’è la libertà della singola persona e la sua unicità”.

Ma come vengono finanziati i laboratori e i progetti in generale?

“Durante l’anno sociale molto impegno viene profuso nella ideazione e scrittura delle iniziative che rappresentano la prima modalità di finanziamento dei nostri progetti. Altre modalità di sostegno sono la raccolta del 5x1000 e alcune attività di raccolta fondi in particolari periodi dell’anno. L’associazione opera principalmente a livello locale nella città di Messina. Facendo parte delle reti nazionali Santa Caterina da Siena e Federazione Centri di Solidarietà, forti sono le collaborazioni a livello regionale e nazionali con altri ETS aderenti alle stesse reti”.

I volontari devono fare i conti non solo con situazioni di disagio sociale ma anche di riscatto, l’associazione ha confiscato un bene alla mafia. “Il bene confiscato lo abbiamo ottenuto grazie a un bando del Comune di Messina. Per il bene confiscato che abbiamo ottenuto in concessione per 7 anni, rinnovabile per altri 7, abbiamo presentato il progetto ONEOFF che si è classificato al primo posto. Il bene è un locale di 60 mq dove vi era un bar. Il bene lo stiamo riqualificando, in base alle disponibilità economiche, che via via, riusciamo a intercettare, e diverrà un punto ONEOFF dove accogliere adulti, famiglie e giovani che hanno bisogno di un luogo dove poter affrontare le questioni della vita aiutati e confortati da altre persone. Inoltre nel bene confiscato stiamo facendo attività di aiuto allo studio ed è uno spazio che le associazioni del territorio possono usare per realizzare le loro attività in un’ottica di capacity building”, spiega il presidente.

“Oltre alla messa a regime del bene confiscato, che ha priorità assoluta, abbiamo in lavorazione tre importanti iniziative che prenderanno il via nei prossimi mesi – racconta con fiducia e speranza Currò -. La prima iniziativa ha per titolo: Smart (re)Generation ed è un intervento mirato al contrasto delle povertà e di quella educativa in particolare e sarà sostenuto dalla Regione Siciliana; l'altra iniziativa è un progetto di people raising (individuare strategie finalizzate alla ricerca di nuovi volontari, alla loro formazione e valorizzazione nell'azione gratuita e nella valutazione delle prestazioni fornite) per ingaggiare nuovi volontari: VoIP  - Volunteer on boarding In Progress, sostenuto da Fondazione CON IL SUD nell'ambito del Bando Volontariato 2024; l'ultima iniziativa invece, BeST - Tu sei bene, l’abbiamo presentata a valere sul Fondo a contrasto della povertà educativa gestito dall'Agenzia per la Coesione”.

La forza dell’associazione sono sicuramente i volontari che sono l’anima delle attività; ma la forza delle azioni è anche la rete che si è formata negli anni sul territorio che permette di intervenire con efficacia e portare avanti i progetti.

“Operando da anni sul territorio, abbiamo lavorato per attivare una rete stabile composta da altri ETS, da scuole, dal Servizio Sociale per i minorenni del Tribunale di Messina e anche da aziende profit. Le nostre attività hanno sempre una forte componente di capacity building in ottica sussidiaria. La rete attivata sul territorio funge da supporto alle attività di Hic et Nunc e segnala le persone bisognose che poi diventeranno i beneficiari delle nostre azioni progettuali”.

In conclusione, alla domanda su cosa li farebbe più felici, il presidente risponde: “È una domanda impegnativa per la quale non è semplice una risposta. Quel che veramente è il nostro interesse riguarda la libertà di poter esprimere ciò che siamo e realizziamo con il nostro lavoro. Un lavoro che riteniamo prezioso e utile in ambito educativo, per cui la cosa che davvero ci farebbe felici è riuscire a moltiplicare gli spazi dove fare vera educazione a sostegno dei nostri giovani”.

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