Migliorare l’accesso al lavoro: le misure in favore delle imprese
Dagli incentivi alla detassazione, dalle semplificazioni al cuneo fiscale, tutte le misure previste dal Decreto Lavoro
Sono circa 4 milioni e mezzo le imprese italiane totali registrate dall’Istat, considerando tutte le classi di addetti (il numero dei dipendenti) e i settori di attività (dalla manifattura alle costruzioni, dal commercio al trasporto, dai servizi di alloggio e ristorazione, a quelli di informazione e comunicazione, dalle attività finanziarie, a quelle immobiliari, professionali, sanitarie e artistiche).
Un esercito di datori di lavoro che deve provvedere a una serie di adempimenti e obblighi di legge nei confronti dei propri lavoratori, gestendo tutti gli elementi essenziali del rapporto di lavoro e delle condizioni di lavoro in cui svolgono l’attività lavorativa, classificata secondo diverse forme occupazionali, e non senza oneri economici. Per venire in aiuto delle imprese, sono stati diversi gli interventi pubblici al fine di agevolare ad esempio l’assunzione di specifiche categorie, come è stato fatto con la Legge di Bilancio.
Ora, grazie al Decreto Lavoro 2023 (D.L. 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni in Legge 3 luglio 2023, n. 85), sono state introdotte numerose misure in favore delle imprese (oltre a quelle relative all’Assegno di inclusione e al Supporto per la formazione e il lavoro).
Dal taglio del cuneo fiscale alla detassazione del lavoro notturno e festivo, dagli incentivi per l’assunzione alla semplificazione degli obblighi informativi, le novità sono tante e diversificate su vari aspetti.
A partire dalla semplificazione, il Decreto Lavoro prevede che al momento dell’assunzione il datore di lavoro - per le informazioni generali sulle condizioni di lavoro – può rinviare alla normativa di riferimento e alla contrattazione collettiva applicata. Inoltre, per i contratti a termine vengono razionalizzate le causali (necessarie per la stipula) fra i dodici ed i ventiquattro mesi e per la proroga o il rinnovo dei contratti che estendono la durata oltre i 12 mesi.
Ma gli interventi più incisivi riguardano le incentivazioni. Il Decreto Lavoro prevede infatti incentivi per l'occupazione, in particolare, per l’assunzione dei percettori di Assegno di Inclusione, ma soprattutto per l'occupazione giovanile. Una misura importante che intende contrastare il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano (Neet), che in Italia raggiunge percentuali ancora troppo alte, un giovane su cinque; anche se negli ultimi mesi, l’Istat ha registrato una sensibile diminuzione del tasso di disoccupazione giovanile.
In particolare, il Decreto Lavoro prevede incentivi per l’assunzione di giovani under 30, Neet, e giovani registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani; non da ultimo, rilevante è l’incentivo per il lavoro dei disabili.
L’incentivazione riguarda in generale anche l’utilizzo dei contratti di somministrazione di lavoro a tempo indeterminato (esclusa da limiti quantitativi la somministrazione a tempo indeterminato di lavoratori assunti con contratto di apprendistato, i lavoratori in "ex" mobilità, e i soggetti disoccupati che godono da almeno sei mesi di trattamenti di disoccupazione).
Incentivazioni anche per le imprese che operano nel turismo, un settore trainante per l’economia italiana, con l’innalzamento dei limiti di utilizzo delle Prestazioni Occasionali per il settore turistico e termale. Inoltre, per questo comparto, viene detassato il lavoro straordinario e notturno svolto nei festivi, per il periodo dal 1° giugno 2023 al 21 settembre 2023, per chi lavora nel turismo, ivi inclusi gli stabilimenti termali, titolari di reddito di lavoro dipendente.
E ancora. Per dare più ossigeno alle imprese, il Decreto Lavoro interviene anche sul cosiddetto cuneo fiscale: previsto l’esonero parziale dei contributi con riduzione della aliquota contributiva a carico dei lavoratori subordinati che guadagnano fino a 35.000 euro lordi annui, fissata a 6 punti percentuali (mentre la legge di bilancio 2023 prevede il 2%) per i periodi di paga da luglio a dicembre 2023, senza incidenza sul rateo di tredicesima. Resta applicabile l'ulteriore punto di riduzione per chi guadagna fino a 25mila euro.
Detassate anche le misure di welfare, con elevazione sino a 3.000 euro (salendo rispetto agli attuali 258,23 euro annui) della soglia dei fringe benefits per i soli lavoratori dipendenti con figli a carico e limitatamente al 2023. Tale soglia di esenzione per lavoratori genitori potrà essere usata anche per il rimborso di utenze domestiche di acqua, elettricità e gas naturale.
Tra le altre misure, vanno ricordati l’incremento del Fondo nuovo competenze grazie a fondi nazionali e comunitari; lo stralcio dei debiti contributivi dei soggetti iscritti alle gestioni artigiani e commercianti, lavoratori autonomi agricoli, committenti e professionisti iscritti alla gestione separata dell'INPS; la proroga al 2024 dei contratti di espansione sottoscritti da aziende e gruppi con più di 1.000 lavoratori al fine di incentivare la staffetta generazionale; il prepensionamento di giornalisti dipendenti da imprese del settore dell'editoria.
Per maggiori dettagli, consulta la sezione dedicata sul sito istituzionale.