Reverse mentoring: i millennial in cattedra per i colleghi senior

In ufficio le risorse junior rappresentano una buona opportunità per aggiornare i colleghi più anziani sia a livello professionale che personale

12 mar 2024
3 minuti di lettura

La pratica di cui parliamo viene chiamata reverse mentoring, ossia mentoring invertito. Non sono più solo le figure con più esperienza a organizzare una tipologia di formazione per i dipendenti con meno anni di lavoro sulle spalle. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un aumento di interesse per il reverse mentoring ma, nonostante questa crescente domanda, solo il 12% delle organizzazioni dispone di un programma formale a riguardo. Considerati i suoi grandi vantaggi in termini di sviluppo della carriera, competenza culturale e coinvolgimento dei dipendenti, è tempo di approfondire tutto ciò che questa tipologia di mentoring ha da offrire.

Il mentoring tradizionale è uno strumento di sviluppo personale e professionale ben collaudato: entrambi i soggetti acquisiscono fiducia, prospettive ottimiste e competenze dalla relazione tra mentore e alunno.

Perché, quindi, risulta vantaggiosa l’istituzione di una formazione non tradizionale, a ruoli invertiti? Il mentoring invertito presenta molti vantaggi personali e aziendali, può creare un impatto davvero duraturo sui dipendenti: aziende del calibro di KPMG, General Electric e Fidelity hanno tutte riscontrato notevole successo in diverse aree di business grazie alla gestione di questo tipo di programma di mentoring. Tra i vantaggi si riscontra il sostegno alle iniziative sulla diversità, il coinvolgimento e lo sviluppo dei dipendenti neolaureati, inoltre è un modo efficace per creare connessioni umane e comunitarie all'interno di un'azienda.

La società Pershings ha registrato un tasso di fidelizzazione della propria “forza lavoro millennial” del 97% a seguito di un programma di reverse mentoring.

Con il 49% dei millennial che dichiarano, se ne avessero la possibilità, che lascerebbero il loro lavoro nei prossimi due anni, l’intento di fidelizzare i dipendenti è diventato obiettivo primario di qualunque società che voglia evitare la perdita di risorse preziose. In questo contesto, la possibilità per i dipendenti junior di essere visti come risorsa anche a livello formativo, offre una soluzione efficace per scongiurare le dimissioni.

Di fatto, i benefici sono i medesimi del mentoring tradizionale: accorciamento del divario generazionale, miglioramento dal punto di vista dell’inclusività e della diversità, costruzione di una rete di dipendenti comunitaria e collaborativa, sviluppo di sicurezza personale e professionale, etc.

A fare la differenza, quindi, ci sono elementi che non vanno assolutamente sottovalutati, come l’ampliamento delle proprie prospettive culturali e delle competenze personali e professionali.


 

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