Trend & Interviste

Società benefit: l’evoluzione sostenibile dell’azienda

Trasformano il concetto di impresa a scopo di lucro integrando nel proprio oggetto sociale lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente

1 giu 2022
4 minuti di lettura

Un nuovo tipo di azienda che invece di guardare meramente al profitto volga lo sguardo alla sostenibilità e all’impatto su società e ambiente. Si tratta delle Società benefit.
Non sono né Imprese Sociali né un’evoluzione del non profit, ma rappresentano un’evoluzione del concetto stesso di azienda.
Trasformano il concetto di impresa a scopo di lucro integrando nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

“Le società benefit sono attività imprenditoriali che, oltre a perseguire finalità economiche, operano in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori, ambiente, attività culturali, sociali, associazioni e altri portatori di interesse”, si legge nella loro definizione.

Un modello di società che ben si adatta al contesto storico in cui viviamo, dove imprese, istituzioni e cittadini, stanno modificando attività e abitudini in favore dell’ambiente e di uno sviluppo più sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 fissati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite e a livello nazionale con i target che il nostro Paese si è prefissato di raggiungere con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insistendo sulla transizione ecologica.

Dal gennaio 2016 l’Italia ha introdotto, primo Stato in Europa, la legge per istituire le Società Benefit e consentire a imprenditori, manager, azionisti e investitori di “proteggere la missione” dell’azienda e distinguersi sul mercato rispetto alle altre forme societarie con una forma giuridica virtuosa e innovativa.

La genesi della loro costituzione si può così sintetizzare: dal 2006 un movimento globale di imprese, le B Corporation certificate, ha promosso l’introduzione di una sostanziale modifica nell’essenza delle aziende, ovvero nello statuto e nell’oggetto sociale. Secondo la dottrina italiana, infatti, le aziende esistono per perseguire un unico scopo, ovvero distribuire dividendi agli azionisti: questo limita la possibilità del management di innovare oltre a rendere vulnerabili le aziende di fronte a cambi del management o ingresso di nuovi azionisti.
Dal 2014, le B Corporation certificate italiane hanno promosso un progetto politico e giuridico; la normativa italiana sulle Benefit Corporation è stata poi sviluppata da un team internazionale di giuristi, imprenditori in accordo con la disciplina delle Benefit Corporation esistente negli USA. Questo processo è confluito in una legge che disciplina le società benefit: la legge n.208 del 28/12/2015 (legge di Stabilità 2016) Art.1, Commi 376-384 (entrata in vigore a partire dall’1 Gennaio 2016).

Per legge le Società Benefit devono nominare una persona del management, responsabile dell’impatto dell’azienda, che deve redigere una relazione annuale sulle azioni svolte, i piani e gli impegni per il futuro sempre per raggiungere un impatto sociale e ambientale positivo, sia verso gli azionisti che verso la comunità.

Si tratta quindi di una forma giuridica innovativa che può ben interpretare e conseguire gli obiettivi sostenibili della società. Per aiutare questo tipo di aziende a vocazione “responsabile” è stato attivato un bando per le imprese presenti sul territorio nazionale che intendono costituirsi o trasformarsi in società benefit.

Potranno presentare domanda fino al 15 giugno 2022 per richiedere il credito d’imposta messo a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico.

Le risorse stanziate per finanziare il credito d’imposta sono pari a 7 milioni di euro e il contributo potrà essere concesso nella misura del 50% dei costi di costituzione o trasformazione in società benefit, compresi quelli notarili e di iscrizione nel registro delle imprese nonché le spese inerenti all’assistenza professionale e alla consulenza.

Un aiuto in più per favorire la costituzione di queste aziende “benefiche” che possono portare ingenti vantaggi a medio e lungo termine in termini di sviluppo sostenibile.

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