Sostegno alle imprese, nascono le Valli regionali dell'Innovazione
L’iniziativa punta a promuovere una maggiore coesione dei territori europei per rispondere alle sfide locali e alle priorità strategiche
Strumenti collegiali destinati a focalizzarsi nel prossimo futuro su tutte le applicazioni dell’innovazione deep-tech cruciali per le politiche comunitarie, dalla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili al rafforzamento della sicurezza alimentare globale, dalla trasformazione digitale e la sicurezza informatica alla rivoluzione sanitaria. Le Valli regionali dell'Innovazione, varate dalla Commissione europea con uno stanziamento pari a 170 milioni, avranno un impatto decisivo sul prossimo futuro delle imprese tecnologiche, sostenendone ambizioni e opportunità di sviluppo.
In particolare, è stata l’Agenda Ue adottata nel luglio dello scorso anno dall’esecutivo comunitario a fissare l’obiettivo di individuare fino a 100 regioni impegnate a migliorare il coordinamento di investimenti e politiche d’innovazione con progetti interregionali, in particolare nel campo deep-tech. Dove per deep-tech si intendono tutte quelle tecnologie basate su scoperte e progressi scientifici all’avanguardia e caratterizzate dalla necessità di rimanere all’avanguardia tecnologica grazie alla costante interazione con nuove idee e risultati di laboratorio (diversa da high tech, che si riferisce solo all’intensità della ricerca e sviluppo).
Nel dettaglio, il focus di attenzione è sul divario d’innovazione nelle regioni in ritardo rispetto alla media Ue che, come evidenzia l’Indice di competitività regionale 2.0 – si trovano prevalentemente in Europa orientale e meridionale: anche l’Italia mostra criticità soprattutto nel Sud, più precisamente in Molise, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Ecco perché l’iniziativa delle Valli regionali dell’Innovazione punta sia a promuovere una maggiore coesione dei territori europei, sia a creare consorzi di regioni che sappiano rispondere alle sfide locali e alle priorità strategiche dell’Unione intera: da una parte spingendo la transizione socio-economica e dall’altra specializzandosi nelle innovazioni di alta tecnologia.
Come messo nero su bianco nel bando delle Valli regionali dell’Innovazione (l’invito a partecipare è aperto fino al 17 ottobre), le condizioni di ammissibilità prevedono la “partecipazione, in qualità di beneficiari, di almeno cinque autorità nazionali o regionali di almeno cinque diversi Stati membri o Paesi associati“. Di questi almeno due devono essere “regioni innovatrici moderate o emergenti” e almeno una deve essere “regione innovatrice forte o leader dell’innovazione” (secondo la classificazione evidenziata dall’European Innovation Scoreboard). A partire da questa condizione minima di ammissibilità, alle Valli regionali dell’Innovazione si possono associare anche altri attori locali – associazioni, aziende, hub, enti di ricerca, comuni – con sede negli Stati membri o in quelli partner ammissibili a ricevere finanziamenti, “a condizione che siano in grado di fornire il 50 per cento di cofinanziamento richiesto“.
"Con le valli regionali dell'innovazione intendiamo formare una comunità di regioni che risponda alle sfide e alle esigenze locali contribuendo nel contempo alle priorità strategiche dell'Unione. Impegnarsi a diventare una valle regionale dell'innovazione significa rafforzare la resilienza di fronte alla concorrenza globale. Invitiamo le regioni a unire le forze e a sviluppare un solido ecosistema europeo dell'innovazione", ha dichiarato Mariya Gabriel, Commissaria per l'Innovazione, la ricerca, la cultura, l'istruzione e i giovani.
I partenariati per l’innovazione regionale mirano a collegare e rafforzare gli ecosistemi dell’innovazione in tutta l’Ue che hanno livelli di performance diversi e aiutarli e indirizzare gli sforzi locali e regionali verso le sfide principali che l’Ue deve affrontare, come la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, l’aumento della sicurezza alimentare o la facilitazione della trasformazione digitale.