Tradizione e innovazione: il Centro per l’Artigianato Digitale
Centro di innovazione, hub formativo e tecnologico pensato per aiutare artigiani e aziende a innovarsi attraverso il digitale e le nuove tecnologie. Uno spazio…
Centro di innovazione, hub formativo e tecnologico pensato per aiutare artigiani e aziende a innovarsi attraverso il digitale e le nuove tecnologie. Uno spazio aperto per definizione, avviato da Mediarch – società di consulenza, formazione, ricerca e progettazione con una naturale vocazione all'innovazione – a Cava de’ Tirreni in un contesto dinamico e moderno. È questo, e molto altro, il Centro per l’Artigianato Digitale, hub formativo e tecnologico, pensato per aiutare artigiani e aziende a innovarsi attraverso il digitale e le nuove tecnologie. Ne abbiamo parlato con l'architetto Amleto Picerno Ceraso, tra i fondatori di Mediarch. «Siamo partiti originariamente nel 2007 per lavorare nell'ambito dell'architettura e dell'ingegneria, utilizzando gli strumenti offerti dalla tecnologia 4.0» – racconta Picerno Ceraso – «e dopo un po’ abbiamo avviato uno dei primi FabLab d’Italia, nato nel 2011, lavorando anche con i corsi di stampa 3d. Ci siamo presto resi conto che le nuove tecnologie interessavano diverse altre aziende, dall’ambito manifatturiero a quello artigianale; da qui è partita una linea di consulenza che in seguito è diventata un'accademia, un centro di formazione fatto di corsi e programmi su design e architettura».
Tutte esperienze che sono confluite nel Centro per l’Artigianato Digitale, realizzato alle porte della Costa d’Amalfi grazie ad un progetto di recupero funzionale dell’ex mercato ittico in Viale Crispi, dismesso da tempo prima del suo riutilizzo in una veste completamente nuova. In questa superficie, dodici botteghe di arte e mestieri hanno l’occasione di vivere per un anno un’esperienza unica di aggiornamento e sperimentazione sulle nuove tecnologie di fabbricazione, e le nuove opportunità che il digitale offre all’artigianato e alla manifattura attraverso l’unione di conoscenze tradizionali combinate a nuove tecnologie: un esempio concreto di come la tradizione e l’innovazione possano, non solo coesistere, ma insieme rappresentino la vera chiave per la crescita e il rilancio delle attività produttive. Lungo i lati della galleria trovano posto le botteghe artigiane in uno spazio porticato a loro dedicato. All’interno sono distribuiti spazi utilizzati come un’aula didattica, coworking e laboratori di fabbricazione digitale. Questi ultimi sono allestiti con macchine a controllo numerico, a servizio degli artigiani. Racconta Picerno Ceraso: «Abbiamo un forte legame con il territorio, ma allo stesso tempo un naturale approccio nazionale e internazionale. Lavoriamo e collaboriamo con numerose istituzioni o enti di tutto il Paese, offrendo le nostre competenze e i nostri contenuti In Campania, le collaborazioni vanno dall’università Federico II di Napoli, all’università Vanvitelli di Caserta, e ancora con il Giffoni innovation hub e musei locali, che rendiamo “a portata di mano” con progetti di scansione in modalità 3D».
Nel corso del tempo, il Centro ha erogato oltre 2000 ore di formazione, realizzando decine di eventi che hanno interessato oltre 60 scuole. «Le aziende che abbiamo formato hanno incubato una quarantina di nuove assunzioni» – dice Picerno Ceraso – «e quando, purtroppo, la pandemia ha acuito difficoltà già latenti, i nostri servizi si sono rivelati molto utili per chi aveva intenzione di rinnovare la propria attività».
Adesso, tra i progetti più recenti in partenza al Centro per l’Artigianato Digitale di Cava de’ Tirreni figura la Scuola di Specializzazione Advanced Design for Architecture and Crafts, “sfida per un futuro creativo che parte da una tradizione d’eccellenza e sente il bisogno di andare oltre”, sulla scia del Nuovo Bauhaus lanciato dalla Commissione europea. Un programma di nove mesi articolato tra didattica frontale e lezioni pratiche all’interno di laboratori tecnologici avanzati, sotto la guida di maestri artigiani e esperti nel settore delle nuove tecnologie del digitale, con la possibilità per ciascun partecipante di sperimentare i materiali tipici della tradizione manifatturiera e materiali innovativi ed ecosostenibili. Suddiviso in cinque sezioni, Atelier Ceramica, Legno, Bio polimeri, Bio tessuti e Atelier Macchine e processi, il programma punta a studiare le peculiarità dei materiali, sfruttandone le caratteristiche attraverso una conoscenza meticolosa che possa portare a modalità di utilizzo fresche e innovative.
Come accennato, del resto, l'esperienza di Medaarch non è limitata al territorio campano. Nel 2016 l'azienda ha lavorato a Make in Nuoro, fablab nato per rivolgersi alle PMI del territorio con l’obiettivo di fornire conoscenze e strumenti indispensabili per cogliere le opportunità derivanti dalla tecnologia digitale, stimolando l’innovazione di processi e prodotti grazie ad un lavoro di ricerca e di aggiornamento. La collaborazione ha riguardato circa 4500 studenti, interagendo con piena sinergia con le aziende locali, e progetti del genere riguardano o riguarderanno la Basilicata, la Puglia, la Lombardia, altre realtà nazionali.
Conclude l'architetto Picerno Ceraso: «il nostro obiettivo è quello di diventare punto di riferimento per l’artigianato digitale, per il rilancio del made in Italy, affermandosi come polo d’eccellenza per la formazione e la consulenza sui temi dell’innovazione legata alla manifattura avanzata, alla circular economy, all’industria 4.0, alle innovazioni tecnologiche, all’economia della conoscenza».