White economy, tutte le opportunità di un settore in crescita
La white economy è il settore che raccoglie principalmente i servizi relativi alle cure mediche e alle attività diagnostiche
È il settore che raccoglie principalmente i servizi relativi alle cure mediche e alle attività diagnostiche, offrendo inoltre assistenza professionale, domiciliare o in apposite strutture, per persone disabili, malate, anziane. Si tratta di un comparto che è noto come “White economy”. Allargando il suo perimetro, potrebbe rientrarvi all’interno l’industria farmaceutica, nonché il vasto segmento dell’assistenza personale, delle badanti e dell’accompagnamento. Il volume di affari mondiale del settore si è attestato negli ultimi anni sui 400 miliardi di dollari, una cifra che da sola vale più della generazione elettrica da fonti fossili e delle energie rinnovabili.
Per quanto riguarda l'Italia, i numeri sono indubbiamente consistenti, anche per via di un età media nazionale alta. Si stima che la white economy generi oltre 186 miliardi di valore della produzione e impieghi più di 2,7 milioni di addetti, tra personale medico, paramedico, addetti a servizi socio-assistenziali, addetti alla ricerca, addetti nelle produzioni del biomedicale, addetti all’industria farmaceutica. Secondo le ricerche più recenti, del resto, la domanda di cure e di assistenza che l’Italia ha di fronte difficilmente si manterrà nel medio e lungo periodo su livelli stabili; viceversa lo scenario più plausibile sembra contrassegnato da una richiesta crescente di accesso a cure mediche, esami diagnostici oltre ad una forte richiesta di assistenza per determinati segmenti in espansione della popolazione, a cominciare dall’ampia categoria di persone disabili fino agli anziani destinatari di trattamenti di long term care.
Si tratta, dunque, di un settore che possiede una duplice facciata, pubblica e privata. La componente privata interessa, in particolare, la manifattura (l’industria farmaceutica e dei dispositivi e tecnologie medicali), il commercio (gli intermediari, i grossisti e i rivenditori al dettaglio) e i servizi (l’offerta ospedaliera privata, dei professionisti sanitari e delle strutture termali). La componente pubblica, invece, riguarda i servizi erogati dagli ospedali pubblici, dai medici di medicina generale e più in generale, da tutte quelle strutture/professionisti che fanno parte del Servizio Sanitario Nazionale.
In questo quadro, negli ultimi anni il livello della produzione dell’intero cluster della white economy è stimato in forte crescita. Ad aumentare, nel dettaglio, non è stata tanto la componente manifatturiera (che anzi
si è ridimensionata e ristrutturata), ma quella dei servizi di cura e assistenziali, la cui domanda risulta in continuo incremento, immettendo risorse nel sistema economico generale e alimentando il rafforzamento del cluster stesso. Di conseguenza, anche l’impatto occupazionale risulta particolarmente rilevante, con oltre 2,7 milioni di personale occupato, anche questi in aumento dal 2005 ad oggi, nonostante la crisi, grazie in particolar modo alle attività di servizio (personale medico, paramedico, attività di assistenza domiciliare e badanti).
Si tratta di un mosaico di professionalità molto articolato, che rappresenta la vera ricchezza, soprattutto in una prospettiva futura, del sistema della white economy. Vi sono figure altamente professionalizzate, come il personale medico e paramedico, profili tecnici operanti in comparti knowledge intensive, come il farmaceutico ed il biomedicale, fino ad arrivare al personale operante nella ricerca e sviluppo. Lo standard di conoscenze e competenze, i percorsi di studio, in molti ambiti della white economy, risultano pertanto particolarmente elevati e la capacità di mantenere tali standard è un elemento di forza del settore. Se è noto che i comparti in grado di crescere e di mantenere elevati livelli di competitività sono quelli knowledge intensive, il sistema della white economy italiana è incanalato in questo percorso virtuoso. Né mancano, viceversa, ambiti in cui, il grado di professionalizzazione di alcune figure si attesta ancora su livelli contenuti: proprio per queste ragioni, il settore merita attenzione da parte di chi cerca un’occupazione ma anche quando si tratta di avviare o indirizzare il proprio percorso formativo.