Come Fare Per

Come fare per diventare insegnante

Tutti gli step di un percorso guidato dalla passione per un mestiere che è diventato una vera e propria missione "morale" in termini di trasmissione del sapere

2 mar 2022
4 minuti di lettura

Diventare insegnante è per diverse ragioni una delle carriere più affascinanti che si possano intraprendere. Nella visione ideale dell'insegnamento infatti rientra da un lato la passione verso la propria specializzazione, che possa essere umanistica, tecnica o linguistica; dall'altro, soprattutto, vi è la missione in un certo senso "morale" dell'insegnamento, ovvero la trasmissione del sapere verso i propri alunni, i ragazzi e le ragazze negli anni cruciali della formazione.

Esiste, dunque, una componente di vocazione all'insegnamento, alla quale accompagnare un percorso formativo solido e ben strutturato. Da un punto di vista pratico, per diventare docenti sono necessari titolo di studio di accesso all’insegnamento e abilitazione all’insegnamento. Vi sono, tuttavia, due percorsi differenti, per chi vuole insegnare presso le scuole dell'infanzia e primaria e per quanti decidono la carriera docente nelle scuole secondarie di I e II grado. Nella prima ipotesi, i titoli di accesso all’insegnamento, che hanno anche carattere abilitante sono i seguenti:

  • Laurea in Scienze della formazione primaria, sia di vecchio ordinamento sia di nuovo ordinamento
  • Diploma di Istituto Magistrale o di Scuola magistrale (solo scuola dell’Infanzia) o Diploma di Liceo Socio-Psico-Pedagogico conseguiti entro l'anno scolastico 2001-2002.

Nel caso delle scuole secondarie invece occorre:

  • Laurea di Vecchio Ordinamento, Laurea Specialistica o Magistrale di Nuovo Ordinamento, Diploma accademico di II livello, Diploma di Conservatorio o di Accademia di Belle Arti Vecchio Ordinamento;
  • Diploma di scuola superiore (per gli insegnamenti tecnico-pratici).

Ottenuto il titolo di studio idoneo e abilitante per l’insegnamento nelle scuole primarie, è necessario iscriversi nelle graduatorie provinciali d’istituto di seconda e terza fascia, accedendo così al conferimento delle supplenze annuali. L'assunzione a tempo indeterminato, invece, avviene mediante il personale inserito nelle graduatorie ad esaurimento, o tramite un concorso ordinario o straordinario. Nel caso degli insegnanti nelle scuole secondarie, la traiettoria da seguire è differente: il titolo di studio universitario indirizza verso determinate materie scolastiche, considerando le classi di concorso stabilite dal Ministero dell’Istruzione e contraddistinte da appositi codici.

Ciascun titolo di studio infatti abilita a una precisa classe di concorso: fissate a livello nazionale, le classi contemplano le discipline letterarie, sanitarie, la filosofia e la storia, la matematica, il sostegno, i laboratori di fisica, la geografia, la storia dell'arte e le scienze. Giunti a questo punto, occorre un numero adeguato di crediti formativi (24, con l’eccezione riservata del personale di laboratorio), con la possibilità di procedere a integrazioni eventuali, per prendere parte a un concorso, che secondo la normativa dovrebbero avvenire a cadenza biennale. Nel frattempo, in attesa del prossimo concorso è possibile svolgere supplenze nelle scuole tramite l’invio della messa a disposizione o svolgere supplenze annuali, brevi, temporanee tramite le graduatorie provinciali per le supplenze o le graduatorie di istituto. Ha così inizio la carriera di insegnante.

Fuori dalle procedure, occorre sottolineare come l'insegnamento e tutto ciò che a esso è connesso, sia parte integrante del Piano nazionale di ripresa e resilienza, essendo la scuola uno dei 45 obiettivi da raggiungere nel primo semestre del 2022 da cui dipenderà il pagamento di una seconda rata di finanziamento da oltre 24 miliardi di euro. Nel dettaglio, il piano Scuola 4.0 prevede scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori: si tratta di oltre 100mila classi da trasformare in ambienti di approfondimento innovativi. Per farlo, le risorse destinate all’istruzione sono pari a 17,59 miliardi di euro, con undici linee di investimento, delle quali sei destinate alle infrastrutture e cinque alle competenze. Inoltre, tra gli obiettivi delle riforme vi è quello di determinare un significativo miglioramento della qualità dei percorsi educativi, per offrire a studentesse e studenti sempre migliori livelli di conoscenze, capacità interpersonali e metodologico-applicative, nonché coprire con regolarità e stabilità le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo.

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