Cambiare lavoro? Sì, ma per uno stipendio più alto
Uno studio svela i motivi che spingono a cambiare impiego. Il primo è la retribuzione, seguono clima aziendale e opportunità di carriera
Uno stipendio più alto sì, ma non solo. Si chiama “Exploring workers’ professional aspirations” la ricerca di Adecco tramite cui agenzia multinazionale di selezione del personale ha chiesto a 1.300 lavoratori e 155 aziende di 16 Paesi di indicare le aspettative di chi si candida per un nuovo lavoro presso un’azienda. Lo scopo era incrociare, dunque, il sentiment reciproco.
E se una migliore retribuzione – meglio se accompagnata ad una assicurazione sanitaria - è il principale “incentivo” per i lavoratori a fare “il grande passo”, non sono affatto da sottovalutare anche l'ambiente di lavoro in generale, la cultura aziendale e manageriale e le procedure di assunzione.
Anche l’80% delle aziende intervistate concorda sul fatto che il salario sia la priorità principale dei lavoratori. Per il 36% delle imprese, invece, gli aspetti più importanti sono un buon clima sul posto di lavoro e le opportunità di fare carriera (37%). Dal sondaggio emerge però che i dipendenti preferiscono una sana atmosfera sul luogo di lavoro (36% contro il 25% che predilige le possibilità di crescita professionale).
Veniamo poi al nostro Paese: per un lavoratore italiano su due (52%) lo stipendio è il criterio più importante quando si sceglie se inviare la propria candidatura per una nuova posizione lavorativa. I settori più ambiti? Automotive (19%) e logistica e trasporti (13%). Infine, riguardo alle dimensioni dell’azienda ideale, gli italiani preferiscono le multinazionali (57%); seguono le pmi (30%) e l’autoimprenditoria (7%).