Tecnologia e sicurezza, nuovi scenari per gli ambienti di lavoro
La potenzialità di una maggiore digitalizzazione del lavoro apre a nuove sfide che possono portare a migliorare gli ambienti di lavoro
A causa dell’emergenza sanitaria, abbiamo assistito a una grande accelerazione nell’utilizzo della tecnologia e ad una progressiva digitalizzazione dei processi di lavoro. Questo fenomeno non solo influenza tali processi, ma può portare a nuovi sviluppi negli ambienti di lavoro sotto il profilo della salute e della sicurezza.
La potenzialità di una maggiore digitalizzazione del lavoro apre a nuove sfide che possono portare a migliorare gli ambienti di lavoro. Un nuovo scenario che è stato analizzato dall’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro che ha redatto un documento dal titolo “Digitalizzazione e salute e sicurezza sul lavoro: un programma di ricerca dell’EU-OSHA”. Il report fornisce informazioni sui potenziali effetti della digitalizzazione che se gestita bene “può ridurre i rischi professionali e creare nuove opportunità per migliorare le condizioni di lavoro”.
Il tema della sicurezza sul lavoro acquista così nuova consapevolezza.
Big data, intelligenza artificiale (AI), robotica avanzata, Internet delle cose, dispositivi indossabili e mobili e piattaforme online stanno “cambiando la natura, l’ubicazione, i soggetti, i tempi e le modalità di organizzazione e gestione delle attività lavorative”, cita il Rapporto, rivoluzionando anche la natura stessa della prestazione di lavoro.
“I robot stanno diventando mobili, intelligenti e collaborativi. Le macchine intelligenti stanno acquisendo una vasta gamma di compiti non solo manuali, ma anche cognitivi che in precedenza erano svolti da persone”. Se questo può apparire un pericolo per la riduzione del lavoro, in realtà apre a moltissime applicazioni utili ad esempio per coadiuvare il lavoro delle persone fragili o non autosufficienti. Perché uomo e macchina possono integrarsi per migliorare le prestazioni, soprattutto in contesti in cui l’uomo necessita di aiuto.
“I sensori altamente sviluppati consentono la collaborazione tra persone e robot”, è scritto nel Rapporto. Grazie all’intelligenza artificiale, “i robot forniscono ad esempio assistenza in campo legale o nelle diagnosi mediche, e diverranno d’uso comune anche nei lavori a contatto con la clientela”. In effetti, la robotica ci consente di “evitare che i lavoratori si trovino in situazioni pericolose e di migliorare la qualità del lavoro affidando compiti ripetitivi a macchine veloci, accurate e instancabili. I cobot (robot collaborativi e intelligenti) possono inoltre agevolare l’accesso al lavoro di molte persone che ne sono attualmente escluse, per esempio aiutando i disabili o i lavoratori anziani sul luogo di lavoro”.
Il documento mette tuttavia in guardia sull’attenzione che bisogna porre nell’utilizzo delle apparecchiature e nell’abuso del loro utilizzo che può provocare “conseguenze nocive per la salute mentale dei lavoratori”.
Per entrare più nello specifico, il documento analizza anche gli esoscheletri, nuovi dispositivi di assistenza che vengono indossati e “aiutano i lavoratori a svolgere attività di movimentazione manuale, riducendo nel contempo il carico sul sistema muscolare”. Tuttavia “le misure di prevenzione tecniche e organizzative collettive sono sempre da ritenersi prioritarie, mentre le misure di prevenzione tecniche individuali (come quella di dotare un lavoratore di un esoscheletro) sono considerate come ultima ratio”.
Rilevatori, sensori, misuratori, smart DPI, droni sono solo alcuni degli esempi di come l’innovazione tecnologica possa contribuire alla sicurezza dei luoghi di lavoro.
Il lavoro è sempre più supervisionato e coordinato da algoritmi e dall’intelligenza artificiale basata sui big data, in grado di registrare dati “sulla produttività dei lavoratori, sulla loro esatta posizione, sui segni vitali, sugli indicatori di stress, sulle espressioni microfacciali e persino sull’analisi del tono e dei sentimenti”.
Big data, intelligenza artificiale e algoritmi sono sempre più presenti negli ambienti di lavoro. Occorre certo saperli gestire e renderli funzionali al proprio obiettivo di lavoro, mantenendo il controllo; è importante garantire inoltre la trasparenza in relazione alla raccolta e all’utilizzo dei dati.
Un ambiente che viene subito in mente quando si parla di sicurezza è quello delle costruzioni e dei cantieri. L’emergenza sanitaria ha costretto a riorganizzare e gestire in sicurezza tutti i luoghi di lavoro e ha accelerato il processo di transizione digitale anche in questo settore. Lo Smart safety, ovvero il ricorso alla digitalizzazione e all’innovazione tecnologica per rendere il cantiere più efficiente e sicuro, ha l’obiettivo di ottimizzare il business. Inoltre, gli smart DPI, dispositivi di protezione individuale intelligenti, che hanno alla base l’architettura IoT (Internet of Things), favoriscono la prevenzione degli infortuni.
Si sta lavorando alla creazione di giubbotti, caschi, guanti e scarpe sui quali vengono montati dei sensori collegati ad altri strumenti elettronici, come gli smartphone, wireless o Bluetooth, che rilevano, registrano e comunicano i dati all’istante, spesso senza il bisogno dell’intervento umano. Questi dispositivi vengono chiamati anche wearable smart devices.
Anche per il monitoraggio dei rischi ambientali, quali l’esposizione al particolato PM, all’inquinamento acustico, ai gas, è possibile ricorrere alla tecnologia, come i sensori di rilevamento, al fine valutare preventivamente opportune misure di mitigazione del rischio ambientale. Per i siti ad alto rischio, si sta ricorrendo ai SARP, Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto, meglio noti come droni. La creazione di un modello 3D di un cantiere, attraverso cui si possono eseguire misurazioni affidabili e in tempo reale, permette di avere una valutazione preventiva dei rischi.
Come analisi finale, sicuramente l’evoluzione tecnologica aiuterà a gestire meglio i processi di lavoro e permetterà anche di intervenire sulla salute e sicurezza dei luoghi e dei lavoratori. Tuttavia la sinergia con le apparecchiature deve essere consapevole e a monte deve avvenire anche una adeguata formazione. La regola d’oro, come testimoniano anche le funzioni dei dispositivi citati finora, rimane sempre quella della prevenzione.