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"Green new deal italiano": la svolta verde per le imprese

La nuova misura varata dal Ministero per lo Sviluppo Economico ispirato alla linea assunta dall'UE per il passaggio a un'economia più verde

11 feb 2022
4 minuti di lettura

Sostenere gli investimenti industriali su progetti di ricerca, sviluppo e innovazione orientati alla transizione ecologica. Sono questi gli obiettivi principali della nuova misura varata dal Ministero per lo Sviluppo Economico, uno sforzo economico dalle molteplici finalità e soprattutto un nuovo importante stimolo per gli interventi delGreen new deal italiano”, il programma nazionale ispirato al provvedimento-quadro generale assunto dall'Unione europea per il passaggio a un'economia più verde.

A questo proposito in particolare, a livello continentale da luglio 2020 è entrato in vigore il Regolamento sulla tassonomia – del quale la Commissione europea ha appena adottato il secondo atto delegato – che definisce sei obiettivi ambientali da perseguire entro il 2030 e altri entro il 2050: si va dalla mitigazione del cambiamento climatico, all’adattamento allo stesso e ancora dall’uso sostenibile e della protezione delle risorse idriche e marine fino alla transizione verso l’economia circolare e ancora alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento, con la protezione e il restauro della biodiversità e degli ecosistemi. Per essere compatibile con l’ambiente, un’attività economica dovrà dunque contribuire al raggiungimento di almeno uno di questi obiettivi, senza produrre impatti eccessivamente negativi sugli altri, rispettando al contempo alcune garanzie sociali minime.

In tale ottica si inserisce la misura assunta dal Mise, con uno stanziamento di risorse pari a 750 milioni, a valere sul Fondo per la crescita sostenibile e sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, gestito da Cassa Depositi e Prestiti. Finanziamenti che hanno scopo primario quello di non bloccare il tessuto imprenditoriale e fermare quella stessa transizione ecologica, orientando al contrario risorse e progetti in direzione green. In particolare, potranno richiedere l’incentivo le imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca, e che presentano progetti – anche in forma congiunta tra loro – di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi, servizi o al notevole loro miglioramento, con particolare riguardo agli obiettivi di:

  • decarbonizzazione dell’economia;
  • economia circolare;
  • riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi;
  • rigenerazione urbana;
  • turismo sostenibile;
  • adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.

Per quanto riguarda la loro attuazione concreta, i progetti da presentare al bando dovranno prevedere spese e costi ammissibili non inferiori a 3 milioni e non superiori a 40 milioni di euro, essere realizzati sul territorio nazionale, avere una durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi, e infine di essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di agevolazioni al ministero dello Sviluppo economico. Il decreto attuativo, firmato anche dal ministro dell’Economia e delle finanze, è stato registrato dalla Corte dei Conti, mentre in un secondo momento verrà varato un provvedimento ministeriale destinato ad indicare i termini e le modalità di presentazione delle domande da parte di imprese e Pmi. Come ha spiegato il ministro Giancarlo Giorgetti, “La sostenibilità ambientale è decisiva per il nostro futuro ed è un obiettivo da perseguire e raggiungere: per queste ragioni, in questa delicata fase di transizione dobbiamo sostenere le imprese italiane con tutti gli strumenti e le risorse, nazionali ed europee, che abbiamo a disposizione per favorire la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative, i processi di riconversione industriale e gli investimenti per la decarbonizzazione in settori strategici come quelli della siderurgia e dell’automotive”.

Un programma strategico soprattutto nell'ottica della competizione internazionale: la globalizzazione dei mercati finanziari e del commercio, la tassonomia Ue influenzerà anche gli operatori extra-europei. In questo senso, le aziende e gli investitori esterni dovranno conformarsi ai criteri stabiliti da Bruxelles se vogliono offrire i loro prodotti nell’Unione, ragion per cui provvedimenti come quello del Mise assumono una rilevanza primaria.

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