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Test1 Srl, la "spugna" italiana che salva il Pianeta

La startup ha progettato e realizzato Foamflex200, una schiuma poliuretanica oleofila a celle aperte, che permette il recupero degli idrocarburi sversati nell’acqua

2 mar 2022
4 minuti di lettura

Premio Angi, tra le top 30 innovazioni italiane; Premio Fortune per la sostenibilità e fra le startup vincitrici del programma europeo Tech Tour 2021: queste le credenziali con le quali si presenta Alessandro Taini e la “sua” Test1 Srl. “Per una realtà nuova come la nostra - spiega il Ceo e Co-Founder - ogni premio e riconoscimento è fondamentale, in quanto comporta un impatto positivo di accreditamento verso potenziali clienti e partner e spesso si crea anche una vetrina mediatica importante per far conoscere a quante più persone possibile l’innovazione nel senso più ampio del termine”.

Test1 Srl ha progettato e realizzato Foamflex200, una schiuma poliuretanica oleofila a celle aperte, con un effetto idrofobo superiore al 95%, che permette il recupero degli idrocarburi sversati nell’acqua, che sia essa stessa salata o dolce. “L’idea legata a questa sorta di grande spugna viene dal disastro del Golfo Del Messico avvenuto nel 2010 – dichiara Taini – ove nonostante i miliardi di dollari investiti per il clean up dello sversamento, report scientifici hanno recentemente dimostrato che è stato recuperato meno del 20% del totale del prodotto sversato. Questa bassa percentuale è ricorrente in numerose situazioni di tal tipo. Inoltre spesso i metodi utilizzati per il recupero degli inquinanti hanno un forte impatto ambientale, che si aggiunge a quello dello sversamento stesso. Foamflex200 – prosegue il Ceo - può assorbire qualsiasi idrocarburo in una quantità di circa 30 volte il proprio peso, dopodiché si strizza come una qualsiasi spugna e può essere riutilizzata più di 200 volte, da cui il nome. Un chilogrammo di Foamflex200 può assorbire nel suo ciclo vitale fino a 6000 chilogrammi di idrocarburi. Inoltre il processo di strizzatura permette di recuperare l’olio nel suo stato originale e quindi potenzialmente di riutilizzarlo”.

Il prodotto brevettato dal team di lavoro italiano è attualmente già utilizzato da compagnie petrolifere, raffinerie, contractors, governi, vigili del fuoco, porti e marine, compagnie di navigazione e tankers di tutto il mondo (soprattutto in Spagna, Ecuador, Brasile, Stati Uniti, Romania e Africa). Uno dei primi casi di successo concreti è stato proprio la “risoluzione” di uno sversamento di 150 tonnellate di oli misti in un porto delle Isole Canarie. “In questo caso - racconta Taini - con soli 70 Kg della nostra spugna è stato recuperato oltre il 55% del prodotto sversato, pur cominciando l’intervento dopo diversi giorni dall’incidente. Costi dell’intervento e tempistiche necessarie sono stati fra l’altro ridotti esponenzialmente: basti considerare che 8 persone non specializzate hanno recuperato in due giorni circa 50 tonnellate di oli dal mare”.

La strada da percorrere è comunque ancora lunga. “Quando si inizia una nuova attività - afferma il manager - soprattutto in giovane età e magari da poco usciti dall’università, come per noi, la mancanza di esperienza, anche puramente a livello di gestione aziendale è un gap che necessita di essere superato. A controbilanciare questa difficoltà giocano un ruolo fondamentale l’entusiasmo e la voglia di fare, nonché la necessità di migliorarsi continuamente e velocemente, sotto la pressione della responsabilità. Non si smette mai di imparare, di migliorare e l’affermazione dell’innovazione richiede continue sfide, soprattutto verso i clienti. Penso però che la più grande sfida di una startup risieda nell’imparare a stare sulle montagne russe: nel lavoro vi sono alti e bassi, intermittenti, continui, improvvisi e spesso molto impattanti. La sfida vera è gestire con successo queste emozioni”.

Se per i giovani startupper il consiglio è quello di non demordere mai, crederci, avere sangue freddo e farsi guidare nelle scelte operative e professionali anche dalla passione per quello che si sta facendo; altrettanto chiari sono i progetti per il futuro: “Il nostro obiettivo finale - conclude Taini - è pulire inquinamenti di grandi dimensioni in tutto il Pianeta, come l’ultimo in Perù o il penultimo nelle Mauritius. Al momento siamo ancora troppo piccoli, ma stiamo lavorando per raggiungere i nostri target nel più breve tempo possibile e la voglia di crescere è tanta. Insieme, uniti, ce la faremo e diventeremo così l’ennesimo fiore all’occhiello di quello che rappresenta l’Italia nel mondo già oggi, anche nell’ambito tecnologico, digitale e innovativo”.

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