Disabilità e lavoro: il sostegno della tecnologia
Le opportunità offerte dai sistemi delle tecnologie IT e dell’Intelligenza artificiale possono sostenere le esigenze e le capacità di tutti, nel pieno rispetto delle diversità
Sostenere le persone con disabilità nel mondo del lavoro, dal collocamento iniziale fino alle tutele e alle dovute garanzie, è un dovere morale per la nostra società. Il collocamento delle persone con disabilità in Italia, in particolare, è disciplinato dalla Legge 12 marzo 1999, n. 68, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”: la legge promuove l’inserimento e l’integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro attraverso il “collocamento mirato” affidato agli “uffici competenti” individuati dalle regioni. Ma per rimuovere gli ostacoli e favorire ulteriormente l’occupazione delle persone con disabilità sono diverse le iniziative assunte in ambito istituzionale, tanto a livello nazionale quanto regionale. Del resto, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione digitale, elementi che hanno vissuto un vero e proprio “boom” negli ultimi dieci-quindici anni, possono giocare un ruolo di primo piano anche in questo contesto, fornendo strumenti, conoscenze, modalità finora inedite per attività di supporto e inserimento lavorativo. Cogliere le opportunità offerte dai sistemi delle tecnologie IT e dell’Intelligenza artificiale, infatti, può aiutare a seguire le esigenze e le capacità di tutti, nel pieno rispetto delle diversità.
Sempre a tal riguardo, dal punto di vista normativo, al termine di un processo durato a lungo, sono state infine adottate le linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità. Attraverso le Linee guida si intende assicurare sull’intero territorio nazionale la presenza e la fruibilità di servizi, strumenti e risorse adeguati destinati ai cittadini con disabilità e alle imprese interessate dalla normativa del collocamento mirato, standardizzando processi e prassi attuative, strutturando sistemi e flussi di monitoraggio e valutazione, promuovendo concreti modelli partecipativi e di collaborazione a livello interistituzionale. Le Linee guida, nel dettaglio, prevedono interventi concreti specifici rivolti a:
- giovani con disabilità non ancora in età da lavoro o ancora all’interno del sistema d’istruzione, che saranno “accompagnati” in un percorso di inclusione sociale e integrazione lavorativa;
- coloro che accedono per la prima volta alle liste del collocamento obbligatorio o sono iscritti da non oltre 24 mesi;
- disoccupati da oltre 24 mesi e persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo dimissioni, licenziamenti o lunghi periodi di malattia, infortunio sul lavoro, malattia professionale o riabilitazione.
Inoltre, come strumento di indirizzo e coordinamento a livello nazionale, è stata istituita la Banca dati del collocamento obbligatorio mirato, per definire e semplificare le modalità attuative della raccolta di informazioni e la semplificazione degli adempimenti riguardanti le assunzioni mirate delle persone diversamente abili, attraverso collaborazioni dirette con Inps e Inail. Risultano poi centrali nel nuovo schema del collocamento mirato gli strumenti dell’accomodamento ragionevole; il potenziamento delle competenze degli operatori dei Centri per l’Impiego e il più ampio coinvolgimento del lavoratore nel progetto di inserimento e mantenimento al lavoro, oltre all’attenzione al processo di valutazione della disabilità secondo il modello bio-psico-sociale.
A un livello parallelo rispetto all'aspetto normativo e legislativo, il supporto fornito dalla tecnologia, come accennato, può e deve svolgere una funzione essenziale in questo senso. Del resto, in molti casi, la necessità di fornire risposte alle esigenze delle persone con disabilità ha stimolato la ricerca e la stessa innovazione tecnologica e il mercato offerto dai consumatori disabili è stato determinante per lo sviluppo di tecnologie e soluzioni operative oggi in uso per tutti. Cooperative sociali attive in tutta Italia dimostrano quotidianamente come sia possibile organizzare attività lavorative per disabili anche di tipo mentale nel campo della dematerializzazione e dell’inserimento dati, non limitandosi a proporre le attività di questo tipo a portatori di handicap, ma offrendo un'autentica occupazione lavorativa, applicando il contratto collettivo nazionale di lavoro delle cooperative sociali. Se i lavoratori con disabilità operano già con successo nelle attività di dematerializzazione tradizionale, è possibile che trovino un impiego anche nelle attività di back office avanzato, ovvero essendo in grado di acquisire, estrarre ed elaborare i dati da una varietà di formati di documenti generando successivamente informazione a valore aggiunto. In altri termini, i tradizionali metodi di digitalizzazione sono destinati a lasciare il posto a tecniche più evolute in grado di aggiungere, già fin dalle prime fasi di elaborazione di dati disponibili su fonti digitali o di altra natura, conoscenza aggiuntiva utile per analisi di livello più qualificato.