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Investimenti e occupazione: la green economy e la sfida dell’idrogeno

Diversi i finanziamenti previsti per progetti connessi alla ricerca industriale e alla formazione del personale

1 dic 2023
4 minuti di lettura

Il grande traino dell'economia green prosegue il suo cammino, anche grazie agli investimenti previsti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con ripercussioni importanti anche in ottica occupazionale: basta che pensare che alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,9% degli occupati totali, 3.222 mila unità. E secondo le ultime rilevazioni, nel quinquennio 2018-2022 sono state oltre 200mila le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 35,1% del totale. Uno dei progetti più interessanti attivi in questo momento riguarda l’utilizzo dell’energia prodotta attraverso l’idrogeno, vettore strategico perché pulito, efficiente e versatile.

Forti di questi numeri, i programmi per attivare, innescare o irrobustire la svolta verde proseguono grazie a iniziative di natura istituzionale. Dopo il via libera della Commissione europea, infatti, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato l’avviso per selezionare progetti di investimento finalizzati alla creazione di stabilimenti per la produzione di elettrolizzatori, dispositivi in grado di produrre idrogeno dall’acqua senza emissioni di CO2 se alimentati con elettricità rinnovabile.

Dal punto di vista tecnico, quando l'idrogeno brucia, produce solo acqua, senza emissioni di gas serra. Inoltre, l'idrogeno può essere utilizzato per alimentare una varietà di applicazioni, tra cui il trasporto, la produzione di energia elettrica e l'industria. Le tecnologie a idrogeno sono quelle che consentono di produrre, trasportare e utilizzare l'idrogeno. Queste tecnologie sono ancora in fase di sviluppo, ma hanno il potenziale per rivoluzionare il modo in cui produciamo e consumiamo energia.

Il bando del Mase, nel dettaglio, prevede il finanziamento di Piani di investimento produttivo finalizzati allo sviluppo della filiera di componenti per la produzione di idrogeno rinnovabile. In questo ambito è possibile ricevere finanziamenti anche per eventuali progetti connessi di ricerca industriale e/o sviluppo sperimentale e di formazione del personale. La significativa dotazione finanziaria dell’avviso (100 milioni di euro) conferma l’importanza attribuita ad un tema che risulta vitale per la salvaguardia dell’ambiente. Almeno il 40% delle risorse verrà destinato alle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) con l’obiettivo di coinvolgere l’intero territorio. Potranno richiedere il finanziamento imprese di tutte le dimensioni regolarmente costituite e iscritte come attive nel Registro delle imprese e che abbiano almeno due bilanci approvati e depositati.

In considerazione dell’intensità prevista dell’investimento è prevedibile in ogni caso che partecipino aziende strutturate con una significativa solidità finanziaria. La fase di verifica e negoziazione prevista per l’assegnazione del progetto oltre alla qualità della proposta sarà certamente mirata alla verifica della sostenibilità economica dell’investimento. In generale, l'idrogeno può essere prodotto in diversi modi, ma i metodi più comuni sono:

  • elettrolisi dell'acqua: questa è la tecnica più pulita per produrre idrogeno, ma è anche la più costosa. L'elettrolisi dell'acqua utilizza l'elettricità per separare l'idrogeno e l'ossigeno dall'acqua;
  • riduzione di idrocarburi: questa tecnica utilizza calore e calore per convertire gli idrocarburi, come il metano, in idrogeno. La riduzione di idrocarburi è una tecnica meno pulita dell'elettrolisi dell'acqua, ma è anche più economica;
  • reazione di metano con vapore: questa tecnica utilizza calore e vapore per convertire il metano in idrogeno e ossido di carbonio. La reazione di metano con vapore è una tecnica meno pulita dell'elettrolisi dell'acqua e della riduzione di idrocarburi, ma è anche più economica.

Le imprese interessate al bando possono finanziare progetti che devono prevedere investimenti complessivi per almeno 5 milioni di euro. In considerazione delle regole imposte dal PNRR, tutti i progetti dovranno essere ultimati entro l’11 maggio 2026.

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