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3 minuti di lettura
03/12/2025

Voidless, la startup che ha rivoluzionato il packaging

“E se le scatole potessero adattarsi automaticamente a ciò che devono contenere?” La domanda di tre giovani ingegneri a cui danno una risposta concreta 

packaging_voidless

Nell’era dell’e-commerce, dove pacchi e spedizioni sono all’ordine del giorno, riflettere su materiali e logistica diventa una necessità. Spesso il packaging produce ingombri difficili da gestire oltre a procurare un enorme spreco di carta, plastica e cartone. “E se le scatole potessero adattarsi automaticamente a ciò che devono contenere?” Una domanda quasi banale ma a cui tre ragazzi hanno cercato di rispondere in modo concreto.

Così nasce Voidless, una startup italiana fondata da tre giovani ingegneri del Politecnico di Milano che si sono conosciuti durante il percorso universitario e nelle prime esperienze nel mondo delle startup, Daniel Kaidanovic, Carlo Villani, Mattia Bertolani. “Voidless è nata per dare una risposta concreta a questa domanda – spiega Carlo Villani, CEO della startup -. L’idea è nata osservando un problema comune a chi spedisce ogni giorno: l’overpackaging. Scatole troppo grandi, sprechi di materiale, spazi inutilizzati nei magazzini e camion semivuoti. Da lì siamo partiti, condividendo l’idea di voler innovare un settore spesso dato per scontato: il packaging”.

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Voidless è nata nel 2022 e oggi conta 11 persone tra ingegneri, designer, tecnici e professionisti del marketing e delle vendite. Il team è giovane, l’età media è intorno ai 28 anni, ma con esperienze diverse e complementari, che spaziano dall’automazione industriale al product design, fino alla logistica e alla comunicazione.
Ma come funziona? “Voidless ha sviluppato un macchinario, la P2, in grado di realizzare scatole su misura in tempo reale, a partire dalle dimensioni di ogni prodotto – racconta Villani -. Grazie a sistemi di misurazione automatica e software proprietari, la macchina genera la scatola perfetta per ogni ordine, senza sprechi e senza bisogno di stock di imballaggi standard. Il nostro approccio è personalizzato perché ogni installazione è configurata in base al flusso logistico del cliente, integrandosi con i suoi sistemi e con i formati reali dei prodotti”.

Questo sistema comporta anche vantaggi notevoli in termini ambientali. “Con Voidless, ogni scatola utilizza solo il cartone necessario per contenere l’oggetto, eliminando completamente lo spazio vuoto e il bisogno di riempitivi (come plastica o carta).
Ciò significa fino al 30% di materiale in meno, meno volume nelle spedizioni e quindi meno camion su strada. In altre parole: riducendo gli sprechi, miglioriamo la sostenibilità non solo del packaging, ma dell’intera filiera logistica”, spiega con soddisfazione il CEO.
Ma i benefici sono anche logistici. “Riducendo il volume dei pacchi, si aumenta la densità di carico nei camion, nei container e soprattutto negli aerei: più prodotti nella stessa spedizione significa meno viaggi e costi di trasporto ridotti. Inoltre, meno spazio in magazzino per le scorte di imballaggi e meno tempo per il confezionamento: un impatto diretto su efficienza e costi operativi”.

Voidless è cresciuta grazie al supporto di CDP Venture Capital e 360 Capital, che hanno creduto nel progetto sin dalle prime fasi.
“La fase iniziale non è stata semplice – afferma Villani - costruire una macchina industriale da zero richiede tempo, risorse e molta resilienza. Le difficoltà maggiori sono state tecniche e produttive: passare da un prototipo da laboratorio a un sistema industriale scalabile è un salto enorme. Anche far comprendere il valore dell’automazione personalizzata in un settore tradizionale come il packaging ha richiesto pazienza e tanta comunicazione”. 

Ma i tre giovani non si sono scoraggiati e anzi hanno portato avanti il progetto con fiducia e determinazione. “Ora stiamo lavorando all’evoluzione della P2, rendendola sempre più veloce, connessa e sostenibile. Nel 2026 amplieremo la presenza in Europa e introdurremo soluzioni di packaging più avanzate. L’obiettivo resta lo stesso: migliorare i processi logistici e di imballaggio portando vantaggi sia economici che ambientali lungo tutta la filiera”.

E quando chiediamo di dare un consiglio ai giovani che vogliano intraprendere la strada imprenditoriale, Carlo risponde con frasi che confermano impegno e ottimismo: “Non aspettate il “momento giusto”, perché non esiste. Circondatevi di persone curiose e competenti, e affrontate ogni problema come un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo.
Nel mondo delle startup, la visione conta, ma la costanza fa la differenza”.