Bonus ZES: un'opportunità di crescita per le imprese del Mezzogiorno
Un incentivo per ridurre il tasso di disoccupazione e rafforzare l’economia del Sud Italia
Negli ultimi anni, il Mezzogiorno ha mostrato segnali incoraggianti di ripresa economica, riducendo parzialmente il divario con le regioni del Centro-Nord. Secondo un rapporto presentato nel dicembre 2024 da Unioncamere, le medie imprese meridionali hanno registrato un incremento sia del fatturato che delle esportazioni, in controtendenza rispetto al Centro-Nord, dove si è osservato un peggioramento in entrambi gli indicatori.
Questo miglioramento è stato accompagnato da una crescita dell'occupazione nel Mezzogiorno. Tra il 2019 e il 2023, l'occupazione è aumentata del 3,5% nel Sud, rispetto all'1,5% del Centro-Nord. Il trend positivo è proseguito nei primi sei mesi del 2024, indicando una resilienza e una capacità di adattamento delle imprese meridionali alle sfide economiche.
Tuttavia, permangono sfide significative. Un ostacolo rilevante è la carenza di personale specializzato: oltre l'80% delle medie imprese del Sud segnala questa mancanza come un forte limite allo sviluppo, con il 33% che prevede di inserire lavoratori stranieri per colmare tali lacune.
In questo contesto, le Zone Economiche Speciali (ZES) rappresentano uno strumento strategico per incentivare lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Le ZES offrono agevolazioni fiscali per attrarre investimenti e promuovere la crescita delle imprese locali. Recentemente, con il decreto attuativo del 7 gennaio 2025, è stato introdotto il Bonus ZES, un incentivo destinato alle aziende del Sud Italia che assumono a tempo indeterminato lavoratori over 35 disoccupati di lungo periodo.
Il sostegno prevede l'esonero totale dei contributi previdenziali per due anni, fino a un massimo di 650 euro mensili. Questo incentivo mira a rafforzare i livelli occupazionali e ridurre i divari territoriali nelle regioni della ZES unica del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Possono accedere all'agevolazione i datori di lavoro privati con un organico fino a 10 dipendenti che, tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, assumono personale non dirigenziale da impiegare in una delle otto regioni ZES. Per ottenere il Bonus, l'azienda non deve aver effettuato licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei sei mesi precedenti l'assunzione.
I lavoratori assunti devono:
- aver compiuto 35 anni;
- essere disoccupati da almeno 24 mesi.
Le imprese interessate devono inoltrare richiesta telematica all'INPS indicando:
- i dati dell'impresa, con particolare riferimento al numero di dipendenti occupati nel mese in cui avviene l'assunzione incentivata;
- i dati del lavoratore assunto o da assumere;
- il tipo di contratto sottoscritto o da sottoscrivere e la percentuale oraria di lavoro;
- la retribuzione media mensile e l'aliquota contributiva datoriale riferita al rapporto di lavoro oggetto dell'esonero;
- la sede di lavoro prevista.
Questo incentivo rappresenta un'opportunità significativa per le imprese del Mezzogiorno, sia per rafforzare la propria forza lavoro con personale esperto, sia per contribuire alla riduzione della disoccupazione di lungo periodo tra gli over 35. Inoltre, l'adozione di queste misure può favorire una maggiore competitività delle imprese meridionali, stimolando ulteriormente la crescita economica della regione.
È fondamentale cogliere queste opportunità, integrando le agevolazioni offerte dal Bonus ZES con strategie di innovazione e formazione del personale. Solo attraverso un approccio integrato sarà possibile consolidare i segnali positivi emersi negli ultimi anni e garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo per l'intera area meridionale.