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BrailleFly: l’utilizzo della tecnologia per un mondo più accessibile

La startup innovativa che ha brevettato degli occhiali intelligenti per abbattere le barriere della disabilità visiva

8 gen 2025
4 minuti di lettura

L’idea di BrailleFly è nata quasi per caso, come racconta Stefano Stradiotti, uno dei fondatori. Durante la tesi triennale, si era dedicato allo studio dei materiali piezoelettrici (componenti capaci di generare una carica elettrica) scoprendo che sono alla base di dispositivi essenziali come le barre Braille, strumenti che consentono ai non vedenti di leggere testi attraverso il tatto. Tuttavia, il costo elevato di questi dispositivi rappresentava un grande ostacolo per una loro diffusione più ampia. Successivamente, nel corso della tesi magistrale, Stefano ha sviluppato quella che sarebbe poi diventata la “cella BrailleFly”. Una soluzione più economica basata su fili metallici con memoria di forma, ovvero capaci di comportarsi come piccoli muscoli artificiali. 

Questo primo risultato ha dato il via a un percorso di ricerca e innovazione che ha portato il team a ideare pannelli tattili pensati per contesti urbani, come fermate degli autobus, stazioni e aeroporti, con l’obiettivo di rendere le informazioni accessibili anche ai non vedenti. Tuttavia, esplorando questo mondo, è emerso che la lettura tattile non è più una necessità così diffusa, grazie alla presenza della sintesi vocale. Da qui l’evoluzione dell’idea: creare occhiali intelligenti sfruttando tecnologie avanzate di computer vision e intelligenza artificiale. Questi dispositivi saranno in grado di riconoscere ostacoli, leggere testi e offrire un supporto completo offline, senza dipendere da connessioni internet, come ci descrive il team di BrailleFly. 

Il gruppo alla base del progetto si compone di tre ingegneri magistrali laureati all’Università di Bologna: Stefano Stradiotti, Stefano Mazzocchetti e Iacopo Curti. Nonostante condividano un background comune, le loro competenze si sono diversificate nel tempo. Stefano S. lavora su tecnologie di realtà aumentata per la guida chirurgica tramite visori, mentre Stefano M. si occupa di robot chirurgici e applica algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento di tessuti e organi. Iacopo, invece, si concentra sull’uso della computer vision in ambito industriale. A loro si è unito Fabio, laureato in lingue per il commercio internazionale, hr recruiter e atleta paralimpico di judo, che con la sua esperienza personale ha portato un contributo unico al progetto. Completa il team Sara Stradiotti, che gestisce comunicazione e social media, come ricorda il fondatore. 

BrailleFly si distingue nel mercato per il suo focus sulla sicurezza e sull’autonomia degli utenti, offrendo un dispositivo semplice ma efficace. L’obiettivo non è creare un altro paio di occhiali con funzioni generiche, ma sviluppare una tecnologia indossabile capace di riconoscere ostacoli in avvicinamento e fornire un’esperienza sensoriale avanzata. Questo approccio permette agli utenti di esplorare il mondo circostante con maggiore indipendenza, come ci spiegano i fondatori.  Il percorso di sviluppo dell’idea nata da questi ragazzi ha presentato diverse sfide. La più complessa è stata trovare un equilibrio tra l’efficacia delle funzionalità e la potenza di calcolo a disposizione, un aspetto cruciale per garantire che il dispositivo resti leggero e maneggevole – spiegano i giovanissimi fondatori.

Le applicazioni di BrailleFly sono molteplici: dalla vita quotidiana dei non vedenti all’utilizzo in ambito lavorativo e ricreativo. Gli occhiali offrono una guida personalizzata per muoversi in città, leggere testi o orientarsi in ambienti complessi come stazioni ferroviarie o aeroporti. Ma il progetto non si ferma qui. L’obiettivo a lungo termine è creare una rete di utenti che, grazie agli occhiali, possano contribuire a mappare le città, identificando barriere architettoniche come scale o marciapiedi non accessibili. In questo modo, l’esperienza personale di un utente può trasformarsi in un aiuto concreto per altri, come i fondatori sottolineano con entusiasmo. 

L’esperienza con incubatori e acceleratori è stata cruciale per il progetto. I ragazzi ricordano con gratitudine il supporto del programma Unibo StartUp, che li ha messi in contatto con Fondazione Golinelli e il percorso gFactor. Questo ha permesso loro di analizzare il business da molteplici prospettive e di condurre un’indagine di mercato che ha aiutato a comprendere meglio le necessità dei non vedenti di nuova generazione. Un’altra tappa fondamentale è stata la partecipazione a Digithon, un’esperienza che il team descrive come indimenticabile.
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Il futuro di BrailleFly è ricco di obiettivi ambiziosi. Il team punta a dedicarsi a tempo pieno al progetto, con l’obiettivo di presentare un prototipo funzionante entro l’estate del 2025. Le funzionalità includeranno navigazione tra ostacoli, lettura del testo, riconoscimento dei colori e descrizione visiva degli ambienti. Parallelamente, la startup intende espandere la sua rete di collaborazioni per rendere le città sempre più accessibili e inclusive. 

“Trovate ciò che vi appassiona e sperimentate senza paura. Non è sempre facile, ma quando si lavora con convinzione e per uno scopo che va oltre sé stessi, le soddisfazioni arrivano. La tecnologia deve essere al servizio delle persone, partendo da chi ha più bisogno.” Un messaggio che i fondatori condividono per chi sogna di intraprendere un percorso simile al loto e che riflette pienamente la missione di BrailleFly.

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