Innovazione e sostenibilità ambientale: i vantaggi della Blue economy
I progetti e le startup attive in un settore di particolare interesse per il nostro Paese, con circa 8000 chilometri di coste
Si deve all’economista belga Gunter Pauli il concetto di Blue economy, ideato per ricercare soluzioni alternative ed ecocompatibili per le tecniche di produzione così come per quelle di trasformazione. Nel tempo, il settore è diventato sempre più strategico per poter supportare la transizione verso un’economia più resiliente, rigenerativa e sostenibile, e il panorama delle startup che agiscono in questo settore è molto variegato. A sostenere il comparto, la Commissione europea ha varato il programma SBEP (Sustainable Blue Economy Partnership), con la partnership del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
L’ecosistema delle startup interessate al settore, in particolare, vanta iniziative e progetti su vari campi, con ricadute che vanno dalla riduzione dell’impatto dei materiali utilizzati fino alla salvaguardia del mare (tema di particolare interesse per il nostro Paese, con circa 8mila chilometri di coste), e ancora il benessere e il design. Di recente, inoltre, sei aziende innovative italiane sono riuscite ad ottenere accesso all'incubatore I3P del Politecnico di Torino, rivolta alle startup di tutta Italia sui temi dell’innovazione nell’ambito degli sport del mare, dopo aver vinto la call promossa da Blue District. Tra le aziende che si sono segnalate compare Northern Light, fondata in provincia di Gorizia: la startup si occupa di ricerca e sviluppo di soluzioni cleantech in ambito nautico, e grazie alla speciale tecnologia rComposite, che permette il riciclo del materiale composito a fine vita, ha realizzato una barca sportiva e il primo scafo monotipo interamente riciclabile al mondo.
Ma il fermento nel settore blu riguarda anche startup come WSense, azienda deep-tech, nata come spinoff dell’Università Sapienza di Roma, specializzata in sistemi di monitoraggio e comunicazione subacquea, basati su tecnologie brevettate che hanno fatto da apripista all’Internet of Underwater Things (IoUT). Nel dettaglio, le sue tecnologie sono all’avanguardia nel campo delle reti wireless sottomarine, consentono comunicazioni wireless sicure multimodali e la creazione di reti tra piattaforme di rilevamento e robotiche sommerse e di superficie. O ancora la toscana Moebus, società innovativa con sede a Prato, che punta a diffondere, nella Blue economy ma non solo, i principi dell’economia circolare attraverso il System thinking, processi di analisi e il suo tool tecnologico proprietario Be-Circular, sviluppato con l’Università di Siena.
Sul fronte del sostegno alle imprese, come accennato, il programma SBEP è una partnership europea co-finanziata del programma Horizon Europe che ha lo scopo di sostenere progetti di ricerca con particolare riguardo alla tutela dei mari, degli oceani, della biodiversità e dello sfruttamento delle risorse ambientali marine. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha destinato 16 milioni di euro in totale al cofinanziamento delle imprese italiane selezionate nei bandi transnazionali congiunti, con una quota sostanziale, pari al 40% del finanziamento complessivo, da destinare a imprese localizzate nelle regioni del Sud del Paese.
L’obiettivo generale della partnership è approfondire la conoscenza delle scienze dei mari e degli oceani e fornire soluzioni di ricerca e innovazione orientate all’impatto, favorendo la trasformazione necessaria per un’Unione europea neutrale dal punto di vista climatico, sostenibile, produttiva e competitiva entro il 2030. Le domande per partecipare al bando dovranno essere presentate entro il 14 aprile 2023 per quanto riguarda la fase di pre proposal, mentre entro il 13 settembre 2023 dovranno pervenire le proposte complete; sia in relazione al bando europeo che a quello nazionale.