La ricerca di benessere sul luogo di lavoro
I manager devono promuovere la cultura dell’ascolto e del confronto continuo, la relazione con il dipendente deve basarsi sulla fiducia
Il mondo del lavoro cambia. La pandemia e la rivoluzione apportata dallo smart working hanno modificato profondamente i bisogni e le priorità, del resto il lavoro agile che è stato adottato in fase di emergenza ha portato più di 5 milioni di persone a lavorare da casa, prima erano solo 500mila (secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano). Un salto esponenziale che ha impattato anche sull’organizzazione del lavoro.
Secondo i recenti dati dell’Osservatorio Inps, sta emergendo ora un nuovo fenomeno, una nuova ricerca di benessere, finora posta in secondo piano. Si tratterebbe di riuscire a trovare un maggiore benessere sul lavoro, un contrasto al burn-out, ovvero calo dei ritmi di lavoro stressanti, diritto alla disconnessione, meno rincorsa alla crescita professionale a tutti i costi. Vi è infatti maggiore consapevolezza riguardo la separazione tra vita professionale e privata, che deve essere netta e ben stabilita.
Secondo diverse società di selezione, molti candidati hanno, negli ultimi due anni, cambiato la propria scala di valori e iniziato a considerare il lavoro e la carriera non come una priorità.
Questo nuovo fenomeno non va sottovalutato, anzi deve essere considerato dalle aziende. Queste ultime per non perdere i propri talenti dovranno introdurre nuove strategie e nuove modalità di organizzazione del lavoro, per raggiungere maggiori livelli di engagement delle proprie risorse. I manager devono essere in grado di cogliere, anche a distanza, segnali di malessere o disallineamento delle persone, promuovendo la cultura dell’ascolto e del confronto continuo.
La relazione manager-dipendente deve basarsi sulla fiducia affinché venga costruito (o ricostruito) un ambiente sano, nel quale le persone si sentano parte di un gruppo che ha gli stessi obiettivi e gli stessi valori. Ambienti di lavoro flessibili non solo in termini di tempi e luoghi, ma soprattutto di gestione delle persone che desiderano sempre di più bilanciare nel miglior modo possibile vita professionale e vita privata. Fattore, tra l’altro, che va a tutto vantaggio di una maggiore produttività aziendale.