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Le più richieste dal mercato: le lauree STEM

Un bando della Fondazione Mondo Digitale per favorire i percorsi nell’ambito scientifico e tecnologico

23 mag 2024
2 minuti di lettura

I laureati in materie STEM sono molto richiesti dal mercato del lavoro perché rispondono a specifici fabbisogni occupazionali; eppure, i percorsi scientifici universitari sono sempre meno scelti.

STEM – dall’inglese Science, Technology, Engineering and Mathematics – è l'acronimo utilizzato per indicare quei piani di studio nell’ambito scientifico e tecnologico che hanno poco seguito a livello universitario.

Grazie alla legge di bilancio 2023 (articolo 1, comma 552, lett. a) della legge 197 del 29 dicembre 2022) sono state approvate delle Linee guida per introdurre azioni dedicate a rafforzare lo sviluppo delle competenze matematiche, scientifico-tecnologiche e digitali: si tratta di regole – da inserire nel piano triennale dell’offerta formativa dei ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado –  che attuano gli obiettivi del PNRR e, in particolare, dell’investimento “Nuove competenze e nuovi linguaggi”, che mira a rafforzare le discipline STEM, soprattutto per le studentesse, così da migliorare gli equilibri di genere.

Secondo lo studio di McKinsey della scorsa estate che si interroga sul futuro del lavoro, entro il 2030 si stima un aumento del 23% della domanda di posti di lavoro nel campo delle discipline STEM: c’è infatti una forte richiesta a lungo termine di talenti nell’ambito tecnologico tra le aziende di tutte le dimensioni e settori, poiché l'economia continua a digitalizzarsi senza sosta. I datori di lavoro nei settori bancario, assicurativo, farmaceutico e sanitario, ad esempio, stanno intraprendendo importanti trasformazioni digitali e hanno bisogno di lavoratori con competenze tecnologiche avanzate per abbracciare il cambiamento.

Secondo il rapporto Digital Decade della Commissione Europea, il numero di laureati in TIC (Tecnologie dell’informazione) in Italia rimane al di sotto delle ambizioni, in quanto il Paese non è in grado di soddisfare la domanda di professionisti qualificati richiesti dal mercato del lavoro. Anche se l'offerta di formazione in materie STEM è in evoluzione, la quota di laureati rimane all'1,5%, che è insufficiente e significativamente al di sotto della media del 4,2%. Inoltre, la percentuale di donne tra gli specialisti delle TIC è del 16%, al di sotto della media UE del 18,9%.

È proprio per contrastare questa tendenza che nasce Polaris, il bando del Fondo per l’Italia Digitale che prevede una serie di iniziative innovative per orientare e formare gli studenti di entrambi i sessi e favorire una scelta più consapevole nei percorsi formativi e professionali del futuro.

Il fondo, istituito con la legge n. 233 del 29 dicembre 2021 che nasce per accompagnare l’Italia verso la transizione digitale, rappresenta una partnership tra pubblico e privato sociale (Governo e Associazione di Fondazioni e di Casse di risparmio – Acri), che si muove nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR e dall’FNC (Fondo Nazionale Complementare).

Polaris mette a disposizione 20 milioni di euro per sostenere iniziative presentate da soggetti pubblici ma anche privati senza scopo di lucro ed enti del Terzo Settore.

Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro il 7 giugno 2024

Per informazioni, è possibile inviare un’email al seguente indirizzo: polaris@fondorepubblicadigitale.it o chiamare al numero 06/68102735.
 

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